FELELAS
Nato da una stirpe di alti elfi, Felelas fu un ragazzo particolare fin da giovane. La sua voglia di sperimentare e di capire il mondo lo porto attraverso i lunghi anni della giovinezza a intraprendere strade pericolose e poco battute dagli altri mortali presenti sulla Terra. Per questo motivo, una volta compiuti i 40 anni, si iscrisse alla scuola di magia del suo paese.
Come elfo grigio, il suo essere parte di una società senza dubbio superiore a qualunque altra , la sua vocazione più grande era la magia e la manipolazione delle forme. L’illusione, l’inganno e la trasformazione della materia lo affascinava più di ogni altra forma di magia.
Per questo motivo decise di intraprendere la cangiante via delle molteplici forme, via che più di una volta aveva portato alla pazzia parecchie persone, incapaci di distinguere il reale dall’illusione, confuse dal loro stesso potere e dal loro mutare forma. Incapaci mortali! Lui che più di tutti aveva desiderato possedere il controllo delle forme, che più di tutti aveva sperimentato la modifica delle forme di vita, era miseramente ingabbiato in un fragile corpo elfico, superiore a tutti sicuramente, ma costretto comunque all’invecchiare del tempo, al declinare dei giorni, alla corruzione della carne. Perché?
L’immortalità è un bene necessario, 600 anni sono pochi per poter sperimentare, per intraprendere le vie proibite della magia, per forgiare il proprio destino per la grandezza. chi poteva capire il suo sogno? Chi poteva seguire il suo destino?
Per questo decise di partire, appena compiuta la maggiore età, con un gruppo di avventurieri, per ripulire una zona pullulante di orchi, vicino al paese in rovina di Nulb, vicino alle rovine del Tempio. Le loro avventure li avvicinarono al Tempio, fino a farli entrare in quelle rovine, piene di misteri e di magia. Finalmente una sfida per il suo livello, finalmente la possibilità di capire la magia meglio di chiunque altro, finalmente la possibilità di strappare agli dei l’immortalità!
Dentro il tempio le sfide furono ardue, le stanze piene di pericoli e di mostri. Nonostante il Culto fosse stato estirpato e Lareth sconfitto, i vari Templi Elementali erano ancora forti e il loro potere era vasto e insito in ogni cosa. Quindi le difficoltà furono subito molteplici e mortali.
Dopo una settimana in quelle rovine, il loro gruppo era sfaldato. Quattro morirono solamente al primo livello del tempio, mentre gli altri 2 erano stati portati via da degli orchi. Le loro grida echeggiarono per giorni, intrappolate tra quelle rovine. Rimasi solo, al buoi, con il mio libro di incantesimi e basta.
La mia capacità di mutare forma e di passare inosservato mi permise di addentrarmi sempre più nel tempio, a carpire segreti e riconoscere parole d’ordine, comandi e segreti. Mi innamorai della mia situazione. Potevo vivere come un fantasma, circondato da quelle immense rovine, vivendo di furto e omicidio, carpendo segreti e conoscenze.
Un giorno entrò nelle sale più interne, dentro una torre nascosta. Li dentro conobbe i segreti della Triade, i capi del Tempio e si affascinò del loro potere. Volle far parte di quel disegno, che lo avrebbe portato all’immortalità, ne era certo!
Eccomi, potente Triade, io fui lo spettro di questo luogo. Appartengo a una razza superiore, capace di cose straordinarie, ma non mi basta. Io voglio l’immortalità, voglio il controllo della mia anima, voglio il potere di poter decidere il mio fato. Voglio unirmi al vostro disegno, pensare voi e voi soltanto. Voglio le vostre parole di potere dentro la mia bocca e incise nella mia mente, voglio fare di Imix il mio signore. Cedo il mio corpo al Tempio, che possa fare di quello che vuole. Ho ucciso molte delle vostre creature, ma che infimi avversari! Loro che non sono capaci neppure di riconoscere la realtà dalla finzione, cosa volete che siano? Io sono necessario a voi, posso proteggere il vostro operato e aiutarvi a compiere il vostro destino. In cambio voglio il controllo del mio!
La Triade ascoltò in silenzio il giovane elfo. Poi scomparve, mormorando parole di potere. Evocarono una creatura di fuoco, fatta di fiamme e lava, con del carbone al posto degli occhi. Si rivelò come emissario del Tempio del Fuoco, e gli parlò. Il contenuto del discorso non è dato a saperlo, ma l’elfo ricevette il dono della vita e si unì al Tempio. Vista la sua grande intelligenza fu mandato nel mondo per spiare e debellare tutte le minacce per il Tempio, sviando avventurieri e carpendo segreti. Le sue forme molteplici gli permisero di fare grandi lavori per il Tempio, gli permisero di distinguersi. Gli permisero di forgiare il suo destino.
Ebbe il permesso di uccidere per non farsi scoprire, di lottare per mantenere il suo ruolo, di debellare la minaccia crescente degli altri Templi, per la gloria e l’onore del Fuoco.
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