Ricordo ormai poco della mia infanzia, se escludo il forte interesse e la spiccata curiosità nell’assistere la professione di mio padre. Per me era un luminoso astro nel firmamento delle persone a me care e un appiglio a cui aggrapparmi quando rischiavo di cadere. Aiutarlo mentre preparava gli ingredienti per i suoi unguenti mi faceva sentire utile e vicino a lui e alla comunità del villaggio. Forniva anche accoglienza ai viandanti e agli avventurieri di passaggio che necessitavano di cure per le proprie ferite e per la malaria contratta nelle paludi circostanti. Ogni volta che gli porgevo dei petali di valeriana o delle foglie di maggiorana ricambiava il gesto con un sorriso e strofinandomi i capelli! Ancora mi mancano le sue lezioni… E’ strano come una persona così speciale sia scomparsa così all’improvviso: una semplice caduta da cavallo. Mia madre era disperata e a lungo cercò di sopprimere il dolore, fino al giorno in cui ebbe un grave malore e lasciò me e i miei fratelli e sorelle tutti soli. Da quel momento decisi che era venuto il momento di trovare la mia strada, ma cercando di seguire le orme paterne.
Trascorsi l’intera adolescenza spostandomi di villaggio in villaggio cercando di guadagnare qualche soldo offrendo servizi di erborista. Un giorno conobbi Mia: suo zio soffriva di forti dolori alle ossa e cercai di procurargli sollievo con degli infusi di erbe speciali che conservavo per i malati più particolari. Il successo nell’impresa mi procurò l’attenzione della nipote, alla quale chiesi di sposarmi appena quattro settimane dopo. Fu il periodo più bello della mia vita!
Il bene è in perenne lotta contro il male e ciò che c’è di malvagio al mondo sa come colpire ciò che c’è di buono nel profondo…
Un giorno i goblin attaccarono il villaggio e uccisero buona parte degli abitanti. Mentre quegli esseri immondi si dirigevano verso la casa dove mia moglie dormiva beatamente, io mi trovavo nei boschi adiacenti per raccogliere alcuni ingredienti. Quando sentii le urla disumane era ormai troppo tardi… Trovai Mia morente sul prato dietro alla mia bottega: respirava a malapena e cercava di bisbigliarmi qualcosa! L’unica frase che riuscii a distinguere nettamente fu “Ti amo Torv-…” e poi il silenzio. Corsi a prendere tutto quello che poteva servire per salvarla, ma invano. Come ho potuto lasciarla morire? Come hanno potuto farle del male? Queste domande affollarono la mia mente in modo ossessivo per almeno tre mesi e mi portarono a seguire i segni di distruzione lasciati da quell’ammasso di bestie assetate di sangue fino al giorno in cui riuscii raggiungerli.
“E’ giunta la mia fine!” pensai quando una sentinella goblin avvicinò la lama del suo coltello ricurvo alla mia gola. “Un movimento repentino e anch’io me ne sarò andato…” E sarebbe stato così se non fossi stato salvato da un quadrello che trafisse il cranio della bestia. Dall’oscurità sbucò una figura umana dai riflessi lucenti, ero ancora spaventato ma sentivo che si trattava di un benefattore! “Il mio nome è Bjorn, cosa c’è su questa terra di tanto forte da spingerti a gettare la vita nelle mani di un mostro?” mi chiese. Gli spiegai la mia sete di vendetta e lo scarso valore che attribuivo alla mia esistenza dopo la perdita di Mia. “Credi che sia proprio questo ciò che lei avrebbe desiderato? Ci sono diversi modi per riportare la luce dove le tenebre inghiottono gli innocenti. In te avverto confusione e rabbia, ma anche volontà e bontà d’animo. Lascia che ti mostri la via che il dio Pelor ha da offrirti!”
Fu l’incoraggiamento e il sostegno di Bjorn a condurmi alla mia nuova vocazione. Intrapresi il cammino che la Chiesa di Pelor mi offriva. Imparai a migliorare le mie arti di guarigione attraverso la forza della fede, ad incanalare l’energia vitale che scorreva in me per trasmetterla al prossimo. Sentivo lo spirito di mio padre di nuovo vicino a me! La via della saggezza e della conoscenza mi hanno reso un uomo migliore. Bjorn mi insegnò come far emergere ciò che c’è di buono nell’uomo attraverso le sue gesta. Un maestro esemplare!
Dopo 5 anni di formazione e addestramento decisi che era ora di andare all’avventura per conto mio, il compito di Bjorn era ormai esaurito ed era ora che approfondissi il mio legame con lo spirito di Pelor, il dio Sole! Non passava giorno senza che sentissi crescere in me l’armonia con il tutto. Bjorn lo notò presto e mi diede l’addio lasciandomi in regalo l’armatura e la mazza del Sole. Da allora non ho desiderato possedere altro! Chissà cosa ne è di lui, un paio di anni dopo venni a sapere dalla Chiesa che era partito per nuovi orizzonti e che non si avevano più notizie da mesi. Forse Pelor l’ha ricompensato concedendogli uno spazio accanto a sé… Lo spero con tutto me stesso.
Da 10 anni non conosco più fissa dimora, i focolai che ho a disposizione sono tanti e sparsi ovunque: sono i giacigli dove prego, i letti dove curo i feriti dopo scontri feroci, gli altari dei Tempi dove risplende il disco del Sole!
Ultimamente ho sentito voci di strani accadimenti nei dintorni della cittadina di Ballem… Le letture mi mettono in guardia, forse l’intera regione è in pericolo. Devo capire cosa succede al più presto! Possa Pelor assistermi in questa nuova missione!
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