Oron'Harda - Reame di montagna
Oron'Harda
La cittadella elfica di Oron'Harda (che significa reame di montagna) è situata a Nord, su uno dei picchi più alti ed isolati della Grande Catena Montuosa. E' un paese la cui popolazione raggiunge i 3500 abitanti, tra elfi, elfe e bambini. La principale caratteristica di questo paese è che sembra, ad un primo ed inesperto sguardo, molto più piccolo di quanto sembri, in quanto ammantato da una potente aura di illusione che lo protegge da sguardi indiscreti. La maggior parte della popolazione è in qualche modo legata alla magia: vi sono maghi, e solo maghi, artigiani magici, divinatori, guardie ed un piccolo esercito fisso composto da circa 500 guerrieri che protegge la città dall'esterno. La politica della città è molto semplice: sono secoli che vive pacifica nella sua solitaria locazione, senza che gli eventi del mondo circostante la sfiorassero o invadessero: qualora si fosse verificato un fatto di importanza tale da richiedere l'impiego, o anche solo il parere, del divinatore, la figura più eminente della cittadella, allora essa si sarebbe prodigata secondo le proprie possibilità. Il Divinatore, il cui nome è Arbaiur ( = vecchio saggio), è la figura più antica, potente ed importante della città (è un mago specializzato in divinazione, vedi tu il livello), e le cui decisioni determinano il comportamento dell'intera popolazione: al suo comando vi è la legione di 500 elementi, tra maghi specializzati nel combattimento e guerrieri arcieri. La cittadella si sviluppa sul versante che domina la valle, in modo tale da averne il controllo visuale, e dimodochè Arbaiur, semplicemente il Saggio, possa divinare con il suo studio orientabile verso il quasi intero orizzonte. Un robusto muro composto di roccia e legno protegge la città, al di là dell'illusione iniziale, che si sviluppa a spirale, ascendendo verso il suo centro, costituito dagli alloggi del Saggio, costruiti in modo che una sola strada conduca ad essi, ma un numero imprecisato vi si allontanino. Salendo per la spirale si trovano le abitazioni della popolazione, costruite in solida roccia intarsiata internamente da legni pregiati, e si segue una strada battuta molto finemente, con i canali per l'acqua piovana che conducono tutti a delle cisterne che hanno i loro sbocchi all'ingresso della città, espediente molto utile per spazzare eventuali invasori simulando una piena o una valanga. Tutti i tetti delle case sono spioventi per evitare crolli durante il freddo e nevoso inverno, non vi è alcun mezzo di trasporto che non sia qualche cavallo bianco con bardature argentee all'interno della città. Più si sale di livello nella spirale, maggiore è la ricchezza nelle abitazioni e nelle botteghe. La città trae sostentamento dall'agricoltura, praticata in delle strutture all'apparenza piccole, ma che all'interno custodiscono potenti incantesimi di controllo del tempo atmosferico, e di allevamento, praticato in altre strutture che funzionano con lo stesso espediente. Proseguendo e salendo per la strada, detta Taloth ( = il sentiero) si trovano armerie, botteghe di sarti, artigiani, fabbricanti di bacchette, verghe e bastoni magici, fino ad arrivare all' abitazione del Saggio, detta Baralat ( = dimora alta): una grande costruzione in pietra bianca, con un grande portone a delimitarne l'ingresso: sulle mura si notano solo piccole feritoie, non vi è nessuno a guardia, all'apparenza. Ogni abitante dei Oron'Harda sin da quando diventa adulto conosce la parola che apre il cancello, semmai un impostore ne venisse a conoscenza, le guardie all'interno farebbero il loro dovere: l'atrio dell'ingresso è di forma circolare, dominato da un camminamento semicoperto, dal quale sporgono 20 arceri. Inizialmente non vi è nessuna porta, a menochè non si superi la registrazione, ossia il riconoscimento da parte di Jellarim ( = occhio), un vecchissimo elfo (dovrebbe avere almeno 6-700 anni) cieco, che semplicemente toccando e scrutando il visitatore ne determina l'appartenenza o no al villaggio. (anche Jellarim è un divinatore, specializzatissimo, sa fare solo quello!). All'interno del palazzo non vi è sfarzo, ma vi è sicuramente buon gusto e nobiltà: stupendi arazzi ritraggono la vallata di un millennio fa, dipinti e statue rappresentano le antiche battaglie tra le divinità ancestrali. Uno stuolo di servitori elfici, silenziosi e magici, si muove in tutte le direzioni, vi è un solo elfo, tangibile, Vartah ( = la guardia), accompagna chi arriva e fa gli onori di casa. All'interno di Baralat c'è la biblioteca, una delle più ricche, rinomate quanto sconosciute in assoluto, la scuola di magia e lo Yetille ( = osservare), il punto da cui il Saggio compie le sue previsioni. E' importante dire che il saggio scruta la Magia, non le divinità, le stelle o il fato.
Mir è figlio unico, proviene da una lunga tradizione di maghi: suo padre Laike ( = sveglio, acuto) era un mago, suo nonno Fim ( = intelligente) era un mago e così via. L'abitazione di Mir si trova poco al di sotto della Baralat, la famiglia è sempre stata benestante, gli ha permesso di studiare nella Baralat e gli ha sempre fornito tutto ciò di cui aveva bisogno. E' molto difficile trovare famiglie numerose nella cittadella, ogni coppia di elfi mette al mondo un solo elfo, mentre invece non vi è limite alle elfe: una coppia continua a procreare figli finchè non nasce un maschio, nel caso di Mir, egli è il primo ed unico genito. Laike è un padre severo ma buono, ha sempre preteso il massimo da Mir, lo ha sempre tenuto come si custodisce un dono molto prezioso. La madre di Mir si chiama Ithelel ( = stella limpida) ed è un'elfa abbstanza alta, di grande eleganza, con occhi viola e capelli argentei, anch'essa maga molto rispettata.
Più di metà della popolazione è femminile, le migliori artigiane sono elfe: producono bacchette, oggetti magici e verghe; i bastoni invece sono prodotti esclusivamente da elfi, così vuole la tradizione oramai millenaria della città.
La cittadella è contraria all'avvento di stranieri, a menochè non siano accompagnati da un abitante, che prende il titolo di Thur (guida), e ne ha la responsabilità assoluta. Se accompagnati, gli stranieri sono accolti in maniera educata e premurosa, senza che però non si perda mai la nobiltà elfica. Tutti gli elfi hanno capelli dorati o argentei, con occhi viola o blu. Gli abiti sono eleganti ma non sfarzosi, ricchi ma non ostantanti. I bambini sono molto composti, non ve n'è nessuno per strada da solo, tutti sono accompagnati e tutti hanno un compito: chi raccoglie foglie, chi legnetti.
Un ringraziamento a Tony
Abajuuuuuuur!! xD Scusate ma mi viene in mente ogni volta!
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