Spostati Nano di Merda!

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domenica 31 ottobre 2010

Pdv Koos 6 sessione

KOOS-Sicht

Anno di gloria 1432 dell'era corrente
O gloriosi dei del firmamento, o Heironeous dall'invincibile lama, ascolta il racconto di Koos, tuo ultimo servo e giustiziere.
Errando nel tunnel, scavalcando pietosi corpi di abbiette creature sconfitte da giuste mani, mi trovai in una sala dal male impetuoso. Ondate di malvagità correvano lungo l'etere, nauseando i miei sensi e provocandomi nient'altro che cupo livore.
Qui trovai i miei degni compagni di cerca: un servitore del Sole, nostro alleato ed amico, un selvaggio dei boschi, implacabile a vedersi con la sua fulgida lama incorrotta, un uomo, vestito di foglie, con una profonda saggezza negli occhi pieni di sapienza e due donne. Una, povera e leggiadra fanciulla, giaceva senza vita alle porte della sala, stupenda nella morte come lo era stata nella vita e un' altra, più sporca e provata dalla fatica, nascosta lungo un muro, intenta a non fissarmi.
Con degna deferenza e saggia educazione mi presentai ai miei inaspettati compagni di avventura, portando loro conforto nelle per la carne e per lo spirito, alleviando i loro dolori e il loro lungo patire.
In fondo alla stanza delle gemme, di coloro del prato e del cielo, luccicavano incorrotte in piena luce, mandando raggi di purezza lungo il vasto salone. Tutt'intorno un altare cupo e maligno, pieno di segni di corruzione e di malvagità.
Io, umile servo, insieme all'uomo saggio, che gli dei hanno deciso di nominare sotto la nomea di Calijama, che la sua stella rifulga lontana di luce benigna, decisi di prendere le gemme.
Sordido tranello!
Appena le sacre gemme furono rimosse dall'empio luogo, i bracieri rifulsero di magico fuoco, emettendo un fumo mai visto, pesante agli occhi e gravoso all'olfatto che subito annebbiarono la nostra vista e il nostro giudizio. Cercammo disperatamente un uscita: nella foga, in preda a un sacro furore, il selvaggio, nato dalla stirpe del Goeth, uomini forti e coraggiosi, spezzò l'empio altare, allietando i miei occhi. Dopo quel che sembrarono pochi attimi, cadde a terra, in preda a una forte tosse, per poi svenire rumorosamente ai nostri piedi.
Piano piano caddero accanto a me tutti quanti: Calijama e il suo amico selvatico, un enorme lupo delle selve e Torvald, il sant'uomo.
Rimasi solo io a brancolare nel buio, alla disperata ricerca di un appiglio per non svenire. Raggiunsi la porta e cercai disperatamente un passaggio o un meccanismo. Chiunque abbia fatto questo tranello fu un grande maestro dell'inganno, degno di essere a pieno titolo un servitore di demoni. Finalmente trovai una leva in metallo, ma mentre stavo per tirarla per permettere la nostra salvezza, caddi a terra, in piene convulsioni, tossendo e svanendo nell'oblio.
Ci svegliammo dal magico torpore. Fui l'ultimo ad alzarmi, i miasmi dell'incantamento avevano avuto più presa sul mio corpo mortale. All'improvviso comparve uno spettro, orribile a vedersi e ad ascoltarsi. I miei valorosi compagni lo conoscevano, mi dissero in seguito che l'empio era un tale Sismass, foriero di sventura e di dannazione. Accanto a lui uno spirito nero, abbietto e tremendo a vedersi. Sembravano alleati, o per lo meno erano concordi sullo scopo finale: la nostra morte per mano delle loro sordide mani corrotte. Sismass schioccò le dita e il barbaro attaccò il saggio uomo: il sortilegio era potentissimo, poiché Aaron sembrava considerare Calijama come maestro e saggio. L'attacco fu tremendo: clangore di metallo contro metallo, di denti sbrananti, di sangue rosso e vitale che andava sprecato. Alleato contro alleato, amico contro amico, fratello contro fratello: il sangue correva copioso.
Dopo un po' di tempo rimasero a terra Torvald, schiacciato dalla lama di Aaron e Calijama, sbranato dal suo compagno di vita, il possente lupo. Anche lui era caduto nel potente sortilegio dello spirito maligno. Rimasi io in piedi, circondato da nemici, sempre più debole, affaticato tagliato e ferito. Ero molto stanco, provato.
Alla fine la creatura mi tocco con malignità, ghignando con la sua sordida bocca, pronunziando parole nella Lingua Oscura. Fui sopraffatto.
Ci svegliammo: fu tutto un sogno architettato dal malvagio potere del posto!!! Fummo tutti scossi, meravigliati dalla potenza dell'incantamento: avevamo tutti sentito che stavamo morendo, le nostre lame penetrare nella carne dei nostri amici, la loro linfa vitale venire sottratta per mano nostra.
La porta era nuovamente aperta: io e Calijama prendemmo le gemme e Aaron, dimostrando una leggiadria che non sembrava avesse le sistemò seguendo le nostre indicazioni nei fori lasciati nel volto valoroso dei due eroi. Quasi immediatamente la porta si aprì, lasciando intravvedere un salone più piccolo del precedente: qui la malvagità sembrava molto più concentrata che altrove, sulle pareti si trovavano i simboli di Pelor, alcuni dei quali rovinati e sfregiati apposta da qualche creatura dell'abisso.
In fondo alla sala un altare. Mentre ci stavamo dirigendo la per vedere se fosse possibile compiere il rito tosto apparve un' ombra, figlia dell'abisso: dopo un inutile preambolo ingaggiò la lotta con noi. Fu uno scontro epico: i nostri colpi non la sfioravano: solamente gli affondi più potenti di Aaron riuscivano a colpirla: dopo un po' di tempo al suolo giacque il corpo esanime di Calijama, seguito da quello di Torvald. Immediatamente mi precipitai verso di loro, riuscendo a tamponare la ferita, salvandoli dalla morte certa e dall'oblio senza fine. Per l'enorme lupo grigio non ci fu nulla da fare: la mia conoscenza dell'arte medica non riuscì a salvarlo dalla morte dell'eroe, che seppur bella e degna di essere cantata nei poemi e nelle canzoni è pur sempre dolorosa e straziante per i sopravvissuti.
La creatura decise di colpirmi, dopo che a mio dire prese molte ferite a causa della mia sacra lama. Purtroppo i suoi attacchi mi sopraffecero e caddi, nel limbo dell'incoscienza, in attesa della mia ultima chiamata da parte del Valoroso.
Buio, buio, buio...
Luce, luce, voci: sentii chiaramente la voce di Aaron che parlava con qualcuno: che sia anche lui caduto contro la bestia? Che anche lui abbia raggiunto la terra degli avi?
Mi trovai nel salone, circonfuso di luce. Il posto era notevolmente migliorato: profumo di fiori e di beltà aleggiava nell'aria, la luce risplendeva, i segni di Pelor erano tornati al loro posto, intatti e fiammeggianti. Il miracolo era stato compiuto! Torvald era sopravvissuto e aveva letto la santa pergamena, la dolce e leggiadra creatura tornava a vivere e i suoi effetti benefici erano spanti con profusione in tutta la stanza, allietando i nostri cuori e curando le nostre ferite.
Non ci rivelò mai il suo nome, sapevamo solamente che il padre era il conte William, che gli dei lo abbiano in gloria, che sia ricoperto da ogni bene e benedizione. Parlò con noi per molti giorni, senza tregua, ma ad ogni domanda che le porgevamo rispondeva ad enigmi, come per burlarsi di noi.
In una sala attigua trovai dell'oro, insieme a un nodoso bastone, che Calijama reputò molto importante e pieno di mistico potere. La sala era una volta la stanza del capo del tempio, ma ormai la polvere del tempo aveva ricoperto tutto, obliando i ricordi e la beltà del posto. Qui il malefico potere del terrore senza nome che avevamo sconfitto non aveva intaccato nulla e la purezza del posto era stata preservata.
Ci dirigemmo fuori dalle catacombe, uscendo da una torre in rovina, pericolante, piena di buchi nel tetto e di pietre mancanti. Dopo un benefico bagno nel fiume, che ci ristorò non poco, sia nello spirito che nel corpo, poiché Aaron, in brutte condizioni dopo il possente combattimento era pieno di malefici tagli e avrebbe rischiato un infezione pressoché incurabile, se non avesse agito in fretta, ne uscì praticamente guarito, in forma e pronto a partire.
Ci dirigemmo verso il Goeth, dove la fanciulla ci aveva indicato di andare, sempre secondo la sua enigmatica volontà. Sostammo circa quattro notti e ciò permise a Calijama di trovare un altro compagno, un possente lupo bianco, che per poco non ci sbranò su un alto passo dell'altopiano.
Tornammo a valle e Calijama si allontanò da noi: quando tornò ci disse che la fanciulla andava riportata dal padre, per poter concludere la missione affidata dal suo maestro, un saggio che non mi fu permesso di vedere. Nel paese in fondo alla valle, trovammo le mappe della zona e scoprii che ci attendevano 2 settimane di lungo cammino per riportare la ragazza nel suo luogo natio, dove sarebbe stata coronata di regali insegne e di eterno onore.
Durante il viaggio di andata scoprimmo molto cose sul nostro mortale nemico: Sismass infatti non fu malvagio sempre. Nacque come creatura benevola e potente, mandato dalle fate per compiere una particolare cerca. Fu li probabilmente sopraffatto dal maligno e costretto a diventare quello che ora è; chissà che non ci sia redenzione per la sua povera anima dannata, che non ci sia scampo per il suo oblio. O morte onorevole, abbraccia lo spirito di Sismass e dona pace alla sua anima immortale!
Heironeous, ascolta la supplica del tuo umile servitore!!!
Poco prima di partire per la città del conte, a lui sia gloria, tentai di aiutare Aaron a comprare una spada nuova, migliore della sua. Purtroppo il ragazzo ha scelto bene e l'arma da lui desiderata aveva un prezzo proibitivo per le mie tasche, che pure non sono vuote. La faccia che Aaron fece quando seppe che neanche il mio oro avrebbe potuto comprare la sua lama mi spezzò il cuore. Anche lui riusciva a provare dispiacere nonostante la sua ruvidezza.
La mappa mi prese fuoco nelle mani!
Comparve uno gnomo, galleggiante nel' aere, dotato di arcani poteri. Si rivelò su richiesta di Aaron, dopo che lui risolse un indovinello posto dallo strano personaggio. Non so perché fece questo gesto, ma il suo stile mi infastidisce. Cercherò di essere comprensivo con lui e portarlo alla ragione, ma sarà un' ardua impresa.

Resoconto scritto da Koos, umile servo di Heironeous l'Invincibile, nell'anno di gloria 1432 dell'era corrente.

venerdì 29 ottobre 2010

Cal - Punto di vista 5 sessione!

Per prima cosa arriva l'odore. Acre, dolce, pungente, debole. Marcio, gustoso, vivo, putrescente. Per prima cosa arriva l'odore.

Quella seconda galleria puzzava come la caverna dove s'erano scontrati con l'orso: umida con un persistente olezzo di putrescenza. Eppure in quella prima caverna non avevano trovato cadaveri, se non quelli che s'erano lasciati alla spalle, una volta usciti ed appiccato il fuoco purificatore. Dove si trovavano ora v'era lo stesso identico odore, il che significava che era questione di tempo - poco - che un altro orso macilento, spelacchiato attorno a ferite infette, li avrebbe aggrediti.
Il gruppo aveva deciso di rimanere compatto, da cui la necessaria scomodità di portarsi a spalla un cadavere, sebbene quello della figlia del conte fosse ormai leggero, leggerissimo, quasi che le ossa fossero già state consumate dalla morte, così come ogni odore o traccia svanite decenni, secoli o millenni prima. Giunti che furono anche Caliyama ed il lupo nello stanzone, ognuno concordò il passo successivo, ovviamente ognuno per conto suo: il mago chiacchierone fu centrato in pieno petto dal piccolo dardo di una trappola installata dentro un armadio fitto di letture di natura magica che aveva attratto la sua curiosità; la ragazza silenziosa fa travolta da un molto meno discreto meccanismo, ovvero un'enorme lama oscillante messa a guardia di uno dei varchi in uscita da quella stanza, curiosa com'era di scoprire cosa ci fosse al di là di quell'ingresso; l'iniziato di Pelor ed Aron, invece, si lanciarono rispettivamente ad aiutare i loro compagni. Char fu letteralmente rianimato in forza delle preghiere di Torvald al suo dio; ad Ays, invece, il possente giovane fece bere uno di quei ritrovati tipici della sua terra, che sì bruciavano nello stomaco, ma ridavano vigore e sanavano le ferite quasi come la preghiere. Caliyama, tutto all'opposto, non mostrava fretta, né turbamenti di sorta: vita e morte, spavalderia o astuzia facevano ugualmente parte della vita. Osservava ancora la stanza calmo quando Uyon, invece, agì.
Negli occhi del grosso lupo non si poteva leggere incertezza: ogni azione era scelta, decisa in maniera irrevocabile. Il pelo perennemente irto sulla nuca gli conferiva un aspetto di mortale selvatichezza ed una fierezza degna di un sovrano. Che il nemico fosse un immenso orso o il braccio di un'ascia basculante, l'aggressività con cui lo attaccava non ammetteva dubbi: la morte sarebbe stata la fine. Piegò l'asta della lama oscillante già solo addentandola e poi ne sradicò l'intero meccanismo con un unico gesto della testa. E proprio in quell'instante si concretizzò l'attacco che stavano aspettando, questa volta una mezza dozzina di topi della taglia di un cane-pastore, dagli occhi malati se non ciechi, e che lasciavano dietro di sé una scia rossastra nella terra smossa.
Il giovane barbaro brandendo con una sola mano il lungo spadone falcidiò i ratti che superata la prima linea si avvicinarono a lui ed Ays, ancora stordita tra le sue braccia, ma solo un paio ne scapparono a Caliyama ed Uyon.
" Questi non sembrano nemmeno animali ", esordì Caliyama dopo un breve silenzio al termine dell'agguato. " Guardate qui, dovevano essere già morti prima di attaccarci ", aggiunse indicando altre vecchie ferite. Torvald accigliato esaminò le carcasse dalla distanza massima che gli permetteva la sua nausea e tagliò corto affermando che vivi o morti quelle creature non erano certo volute da Pelor e " che la loro fine è solo questione di tempo ".
Il fetore emanato da quei corpi era già diventato intollerabile per il sensibile fiuto del lupo, il quale non indugiò oltre nella stanza e si lanciò lungo la scia lasciata dai topi. Gli altri membri del gruppo un po' alla volta lo seguirono, ognuno sulle proprie gambe, sebbene il mago non avesse ancora recuperato completamente le forze.
Il corridoio serpeggiava e l'andatura del lupo andò rallentando: il suo corpo sottile passava agevolmente in quei cunicoli, ma talvolta si trovava a strusciare addosso a pareti su cui erano stati incisi dei segni, come se qualcuno stesse contando qualcosa. Caliyama fece arrestare Uyon quando giunsero ed uno slargo ove un tavolo di legno sopravviveva in bilico sulle sue gambe marce. Lì le tacche sui muri sembravano ancora più vecchie: " cominciò a contare da qui ", sussurrò Ays sfiorando la pietra, " chiunque egli fosse ".
" Cos'erano: anni o giorni? "
" Char, niente vivrebbe per così tanto tempo ... ", rispose Torvald indicando la volta del tunnel.

Ogni oggetto reca una traccia olfattiva. Scopo, quindi, dell'esperienza è creare un'immensa biblioteca di odori, catalogati per origine, per stagione, per tempo atmosferico, per regione; ordinati a seconda dell'uso che se ne fa, o della creatura a cui appartengono; tenendo conto del proprio stato fisico ed emotivo; una lista categorizzata, un'indagine metodica. Così facendo, quandunque un elemento si ripresentasse, questo verrebbe immediatamente riconosciuto. Ogni oggetto reca una traccia olfattiva.

A meno di un dito dal pelo dell'acqua immota, Uyon non percepiva alcun odore. Le tracce erano inequivocabili: quei ratti avevano attraversato il lago sotterraneo nuotandoci dentro, ma nulla raccontava del loro passaggio: non un pelo, non una macchia di sangue, nulla. Uyon era immobile, i suoi respiri lenti e prolungati per raccogliere ogni particella potesse rivelargli cosa avesse di fronte agli occhi. Uyon era spaventato.
I quattro uomini e la ragazza erano anch'essi immobili ma per la meraviglia di fronte ad uno spettacolo naturale di simili dimensioni: una gigantesca caverna con immoti riflessi cerulei su stallatiti che popolavano a perdita d'occhio l'ampia volta sovrastante.
" Dobbiamo essere scesi più di quanto avessi mai immaginato ", ruppè il silenzio Char.
" Eppure non dobbiamo essere tanto lontani dalla superficie. Scommetto che basta il mio spadone per fare un buco lassù e vedere ancora il sole ", gongolò il fiero barbaro con in pugno la sua arma.
" Mmh, magari questo gingillo potrebbe darci una mano qui, no?! ", fece sprezzante Ays dando un colpetto al medaglione di Pelor che Torvald portava al collo. Questi avvampò, afferrando il sole d'oro: " non osare mancare di rispetto all'unico vero dio! Sappi che se volesse ... "
" ... se volesse potrebbe aprire una breccia lassù?! E che aspetta? ", tagliò corto rudemente Caliyama. " Non siamo qui per urlarci addosso, tanto più che urlare qui dentro non mi sembra una così buona idea ", disse parlando da sopra la spalla indicando le stallatiti sopra le loro teste. Torvald inizialmente scioccato dalla freddezza del druido ne intuì la reale intenzione e s'acquietò.
Ays, però, sembrava ancora irrequieta, forse proprio quella piccola scaramuccia aveva toccato un nervo scoperto della sua vita così nascosta a tutti gli altri membri della combriccola. Distrattamente s'accucciò sulla riva del lago, ancora completamente immoto e fece per toccarne l'acqua. " No! ", soffiò Caliyama tra i denti, bloccandole il braccio. " Io non mi fido di quest'acqua. Guarda il volto di Uyon: sembra ... impaurito ", esitò.
Fu così che il druido immerse il suo randello nel lago azzurro: nulla sembrava turbare quelle acque, nemmeno il lungo legno, per metà al suo interno.
" Curioso ", fece Char, avvicinandosi arrancando sul suo lungo bastone. " Prova ad estrarlo ora ".
Caliyama notò un'infida sfaccettatura nella voce del mago ma seguì il suggerimento e ... metà del randello sembrava scomparso, come fosse stato segato via. Immediatamente ogni membro del gruppo si allontanò di qualche passo dalla riva e con lo sguardo cercò una strada alternativa.

Oltrepassarono senza alcuna difficoltà il lago rimanendo sulla sponda che s'allargava sulla destra. Giunti dall'altra parte, ritrovarono la scia sanguinolenta dei topi, che immediatamente seguirono attraverso un'altra serie di cunicoli serpeggianti nella roccia, fino ad una nuova caverna scura ed, inutile dirlo, satura dell'odore di morte e cadaveri.
Caliyama appoggiò il corpo e cominciò a calmare Uyon, inquieto sin dal lago ed ora ancor più infastidito da quell'odore, per le sue narici tanto forte da essere doloroso, e contemporaneamente cercò con l'abituale gesto il randello appeso allo spallaccio di legno. S'irrigidì, guardandosi attorno che nessuno l'avesse scorto, ed estrasse invece uno dei corti giavellotti che teneva in un lungo astuccio sulla schiena.
Char spezzò una corta verga giallastra e ne lanciò i pezzi nell'oscuro vuoto davanti a sé, rivelando altri grossi ratti. E sotto e tutt'intorno a loro cadaveri, pezzi di uomini e donne, probabilmente, brandelli di carne e vestiti, sangue ed interiora, ossa frantumante o rosicchiate. Una simile scena, sebbene già intuita, disgustò talmente da far quasi vomitare Ays e togliere l'iniziativa ad Aron, ma scatenando il lupo grigio, il quale un istante prima di fiondarsi addosso ai topi fece scricchiolare le zanne dalla furia che lo pervadeva. Una tale reazione spaventò perfino Caliyama che si ritrasse allo scatto della fiera. Per fortuna: dopo il balzo iniziale, Uyon cominciò subito ad arrancare tra i molti cadaveri, scivolando sulla superficie instabile fatta di braccia, teste e gambe e finendo infine dentro una buca, che subito cominciò a franargli addosso. Videro un guizzo cinereo ed il lupo con una rinnovata follia negli occhi fuggì indietro, in direzione del lago, disseminando brandelli di carne addosso ai suoi compagni che rischiò di travolgere. Il druido piantò il giavellotto nella carcasse del topo che stava uscendo anch'esso dalla buca e si lanciò all'inseguimento del suo amico selvatico.

L'odore persiste oltre ogni cosa. Dai vestiti, dalle mani, dalle narici sature di un determinato "sapore". Ogni altra sensazione può svanire ma l'odore è ormai permeato, filtrato oltre ogni barriera. L'odore persiste oltre ogni cosa.

Silenzio. Di suoni come di odori. Aria pura, purificata. No, non aria, bensì acqua, acqua pura, purificata. Finalmente.
Caliyama osservava la sagoma del grosso lupo affondare nel lago sotterraneo: non sembrava muoversi, lottare per tornare a galla, né che qualcosa lo stesse trascinando sul fondo. Immobile in piedi sulla riva, il druido si sentiva svuotato e spossato: cosa avrebbe dovuto fare? Accettare la scelta del suo amico? O forse opporsi e lanciarsi in quelle acque per fargli cambiare idea? Ma quelle acque erano pericolose, avevano sciolto il suo randello e ... che fosse proprio quell'acqua la causa della rassegnazione di Uyon? Uyon non ha mai avuto paura, nella sua vita ci sono state solo scelte: perché mancargli di rispetto? Cosa comandava di fare la sua regola morale?
Un pesante calpestio anticipò l'arrivo di Aron. " Dov'è Uyon, Cal? Dov... Ma che stai facendo?! " gridò, a metà tra l'incredulo e lo spaventato.
Seguì lo sguardo del druido e notò anche lui la sagoma del lupo, ma come per tutta la sua vita, il suo pensiero era il suo agire: estrasse la corda dallo zaino; si denudò fino a rimanere con il perizoma; si legò una cima della corda alla vita e diede l'altro capo a Cal. " Dobbiamo salvarlo ", disse parandosi davanti al druido. " Dobbiamo salvarlo ", ripetè fissandolo negli occhi, " ma ho bisogno del tuo aiuto ".
L'uomo delle selve sbattè le palpebre e riemerse dai suoi fitti pensieri, " dobbiamo salvare Uyon. Sì, Aron, dobbiamo salvarlo ".
Avvolse i polsi nella corda e piantò bene i piedi mentre Aron senza indugio si lanciò dentro le acque del lago.

L'acqua era anche priva di calore: il giovane barbaro non provava né freddo né caldo, quasi non percepiva la presenza del fluido entro cui nuotava. Si sentiva all'improvviso completamente tagliato fuori dal mondo, o piuttosto come se tutto il resto non esistesse né fosse mai esistito. Un vivo torpore cominciò a stuzzicargli la mente e le membra, un desiderio di rilassamento a tormentarlo affinché terminasse ogni inutile sforzo.
' Credi che Uyon stia male, adesso? Guardalo, non si oppone minimamente. '
Continuava a spingersi sempre più in profondità, con grande difficoltà in quell'acqua inconsistente, sebbene non sentisse la benché minima stanchezza.
' Guardalo da più vicino, ecco, scendi ancora fino a laddove sta Uyon. Lo vedi adesso? Guardagli il volto: è tranquillo, sta bene. '
Il pelo del lupo aveva una sfumatura azzurrognola come ogni altra cosa, ma finalmente Aron poteva notare i lineamenti della fiera, il muso allungato, le zanne ricurve, le orecchie appuntite.
' Ha trovato il suo posto. Guardalo come respira beato. '
' Non serve correre ma basta camminare per raggiungere ogni luogo. '
Rallentò in prossimità di Uyon, incuriosito dallo sguardo vuoto mai scorto sul volto dell'animale, solitamente terrificante anche per un abitante dell'altopiano come lui.
' L'aria è pura, il cielo pulito. '
' Se aspetti ancora un po' sorgerà il nuovo sole e vedrai la luce splendere da sopra la tua montagna. '
Montagna ...
" Chi sei? ", tentò improvvisamente di dire Aron, emettendo invece qualche piccola bolla dalla bocca. L'emozione fu enorme quando realizzò che quella che stava respirando era acqua, che quello che aveva visto non era ciò che lo circondava. E soprattutto che davanti a lui c'era il grosso lupo grigio, totalmente abbandonato a chissà quale sogno, con i polmoni pieni di quell'acqua senza sapore né consistenza.
Gli circondò lo testa con un braccio, strattonò la fune ancora legata al suo corpo e nuotò verso la superficie. Nuotò, trascinando la corpulenta massa di Uyon, issandosi contemporaneamente con l'altro braccio lungo la fune tesa.
' Perché non volete rimanere? '
' Non provate dolore, non provate fatica e tra poco spunterà il sole. '
' Non volete vedere il sole? '
' Io conosco il sole! ', sbottò Aron, al limite della disperazione. ' Conosco il mio sole! Sta lontano da qui, sopra di qui! Si vede dalla montagna al mattino! Ed è caldo, luminoso e l'aria è fredda e bella! ', continuava ad urlarlo, dentro la sua testa o forse dentro l'acqua del lago.
La voce, però, aveva ragione: le gambe non gli dolevano, né il fiato sembrava mancargli. Da quanto tempo si trovava lì sotto? Era forse questo ciò che accadeva quando si annegava? Un'eterna lotta verso la superficie, alla ricerca di aria, ma senza più la capacità di ricordarsi cosa fosse l'aria? Non percepire più il tocco gelido del lago, né l'abbraccio caldo dei raggi del sole, ma solo un'assenza gradevole ed in qualche modo benigna?
La corda, intanto, era sempre tesa e Uyon non accennava a muoversi.
' Voglio rivedere il sole, ancora una volta '. ' Voglio rivedere il sole, anche un'altra volta '.
' Uyon ', parlava al lupo, ' Uyon, non vuoi anche tu rivedere il sole? Pensa alla montagna ed all'inverno: la neve che morde, il vento che graffia. Non ti piace l'inverno della montagna? '
' Uyon! ', scosse il grosso lupo, senza mai smettere di battere i piedi o di issarsi lungo la fune. ' Uyon, non vuoi anche tu rivedere Cal? '

La memoria è innanzitutto olfattiva. La nitidezza del ricordo usa gli odori come una lente per mettere a fuoco i dettagli, ogni dettaglio. Tanto più sensibile è l'olfatto tanto più la memoria ricostruirà stanze e circostanze, eventi e creature, oggetti e colori. Ovviamente, tale rinnovata percezione sarà soltanto un ricordo e non una nuova realtà. La memoria è innanzitutto olfattiva.

La prima boccata d'aria trasportò nelle loro narici la decomposizione dei corpi, il sangue dei loro compagni, l'umido della terra. La prima boccata d'aria ricordò loro di un giorno in cui avevano corso e combattuto in una caverna piena di cadaveri, assieme a persone amiche, per una causa giusta. La prima boccata era un ricordo.
La seconda boccata d'aria ricordò loro di una volta lontana in cui s'erano immersi per chissà quale ragione dentro un lago. Ma la seconda boccata d'aria era troppo confusa ed il ricordo andò subito sfumando.
Aron uscì camminando dal lago: corda serrata nella mano sinistra, braccio destro lungo il fianco. Uyon camminava a fianco all'uomo, il pelo ispido, lo sguardo fiero di sempre puntato sul druido. Rivoli d'acqua scorsero marcando la muscolatura tesa della schiena e delle gambe del barbaro, senza lasciare una sola traccia del suo passaggio sul corpo possente del giovane né nella folta pelliccia del lupo. I due uscirono dall'acqua, senza affanno, asciutti e salutarono Caliyama.
Il druido lasciò la fune, le nocche che riprendevano colore, il respiro che andava normalizzandosi, il sudore che colava sulla fronte e giù lungo i fianchi. Osservò Uyon: qualcosa di indecifrabile venne detto, senza parole; osservò Aron: annuì lievemente con la testa e poi con un rapido gesto lo abbracciò, lo strinse ed in una lingua aspra e dura disse " grazie, amico mio, avevi ragione ".

News

Attendo pazientemente un bel resoconto con le controscatole.. anche se stavolta abbiamo filmato tutto!!!!! ;););)

Ho intanto spedito i PX! ;)

Ben fatta a tutti!

attendo intenzioni e altre news! ;);)



MELLON!!!!!!!!!

mercoledì 27 ottobre 2010

Sessione successiva

Avviso già gli abitanti del blog! ;)

La prossima sessione sarà il giorno LUNEDI' 1 NOVEMBRE!

Luogo da confermare, ma nel caso possiamo fare come sempre da me o da MK! ;) (se dio è d'accordo!?!?)

Direi che ci troviamo circa a metà pomeriggio inoltrato (per le 5 e qualcosa, nonchè si ordina assime un qualcosa o si cucina in povertà portando ciascuno un qualcosina)

Avremo tra noi la guest star Julia (che non vede l'ora assieme a Laisa di esser cappottata) nonchè ci divertiremo non fin tropop tardi, ma abbastanza da poter esultare assime. Cosa ne dite???? ;);););););););););););)

Atttendo info.. e
OCCHIO AI NON MORTI DOMANI.. QUalche "incantesimo di cura prodigiosa" sarebbe idoneo.. e fate attenzione al barbaro...



Diemmacchia

martedì 26 ottobre 2010

Prossimo party e alcuni spoiler!

Giovedì abbiamo il seguente incontro

ore 19.45 già cenati da Michelluzzo. RECEPITO LURIDISSIMI VERMI????? (scusate attacco full metal jacket)

Allora alucni spoiler.
Innanzitutto non verrà probabilmente Laisa in quanto impegnata a guardare la versione etesa de "La corazzata POtionki". Pregheremo per la sua anima. Farà il mark della situazione.

Poi alcuni altri spoiler.. FATE ATTENZIONE AI NON MORTI "Muffi" e "Incartapecoriti" chi ha orecchi per intendere intenda.
Infine direi la seguente cosa.
In primis i morti rifaranno i tiri per il PG (da oggi in poi), nonchè preparatevi tutti una nuova idea almeno abbozzata di PG, mi sa che vi toccherà ricominciare.. Capito?
Il tutto si baserà su un paio di tiri. Ovviamente dato che sono stato bilanciato fino adesso tenterò di mantenere cotale cosa, ma non vi asssicuro troppo.

Ci sarà molto da combattere e forse anche tra voi.

Ultimissimo spoiler. Mi sa che il paladino morirà
Ultimissimissimo spoiler. Mi sa che il chierico morirà anche nell'impatto.. non rivelo altro
Ultimissimissimo. Flanfy finirà in quanto Onion metà nel panino di AAron, mentre ll'altra metà nella Birra, in quanto union Di Cul, il quale dopo essersi accorto del misfatto si farà staccare la testa da Aaron.
Potente l'incantesimo charme non pensate.. MUAHAHAHA!


PPS MORALE DELLA FAVOLE
1 AARON VINCE
2 38!!!!
3 SPOSTATI NANO DI MERDA!
4 MELLON
5 GLOCKSPELL
6 trovatevi un nuovo party e master!

lunedì 25 ottobre 2010

La morte del cigno!

Ecco come da adesso il nostro paladino si pavoneggerà!!! ;)

Le prime 30 frasi (tra cui quella migliore) di una lunga serie!

Buon divertimento!


BRILLANTI FRASI DEL PALADINO
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1. E ora facciamo giustizia!
2. I tuoi giorni da non morto sono finiti!
3. Ogni giorno è il giorno del giudizio!
4. (Sul motivo della “Cavalcata delle Valchirie”) Combatti per la giustizia,
uccidi per giustizia, DISTRUGGI TUTTO IL MALE, ta t-t-taaaa
5. Il fiore del ciliegio cade sul terreno; la spada cade sul nemico.
6. Vieni fuori e combatti, infame folletto infernale.
7. Ti sfido in nome di Tyr, dio della giustizia!
8. Muori creatura dell'oscurità!
9. Sono ___, campione di giustizia! In nome di ___ io raddrizzerò le cose
storte e trionferò sul male; e sto parlando di te!
10. Muori, testa-fra-le-nuvole!"
11. Vieni ad assaggiare il freddo acciaio, cosa degli abissi!
12. Tira fuori la tua spada e preparati ad essere giudicato!
13. Ciucciati questo, schifoso vampiro!
14. Tu! Si, tu! Cosa ossuta! Muori!
15. Aio puttana! (Sfoderando la spada) Andiamo!
16. Buonanotte, zombie!
17. Hey, grasso, verde, e schifosamente sporco! Vieni qui e combatti come un
uomo!
18. SPOON! - Non in faccia! Non in faccia!
19. Ad majorem dei gloriam. - Per la maggiore gloria degli dei.
20. Vai a conoscere le tue radici, verme!
21. OK ragazzi, si balla!
22. E' un gran giorno per essere paladini.
23. Prendine un po’!
24. Punisci o sarai punito.
25. Strilla come un maiale!
26. Inizia a pregare ragazzo, e farai meglio a pregare bene.
27. Hey, folle villano! Distruggiamo tutto quel male!!
28. Il primo passo nel farsi amici è "non mangiare le persone".
29. Malfattore! Assaggia la mia giustizia!
30. Impicchiamone dieci per far giustizia!







E questo è un elenco delle ultime parole famose pronunciate da un infinità di
avventurieri passati a miglior vita per cause non naturali



Hey guarda ! ……. Arcieri !!

Hey Thor ! Scommetto che se non avessi il tuo martello potrei batterti !

Aspetta ! I draghi possono soffiare solo una volta al giorno non è vero ?

Grande Mummia ? Figo ! Sai quanti px vale ?

Puoi venire, non c’è più pericolo.

Hey sono nani e anch’io lo sono. Tento di calmarli.

Non c’è problema, secondo le regole posso trattenere il respiro 16 minuti.

Le tracce del draghetto rosso portano a questa caverna ! Entriamo !

Vado nel campo dei predoni e chiedo se posso usare il loro bagno.

E’ questo il meglio che sai fare ?

Andiamo, c’è rimasta solo una stanza.

Volo sulla tana del drago col mio pegaso e guardo se è ancora lì.

Non preoccupatevi è sicuro. L’ultima volta che ci siamo accampati qui non è
successo nulla.

L’enorme drago rosso sta volando verso di me con la bocca spalancata ? OK
tiro per l’iniziativa con la mia spada bastarda.

Oh, merda.

Meduse ? Ok, trattenete tutti il respiro !

Il risucchio di energia è solo temporaneo, continuate ad attaccare !

Un golem di pietra ? Estraggo la spada e lo colpisco.

Ho la palla di fuoco! Sono invincibile!

Cosa vuol dire “l’oggetto non è più nel tuo zaino”.

Andiamo, cosa potrebbe andare storto ?

DEVE essere un’illusione, provo a non crederci.

Il ponte sembra abbastanza robusto.

E’ solo un goblin.

Dove diavolo ho messo quella pergamena di uccisione dei draghi.

Uso i miei poteri psionici sul MindFlyer.

Nessun problema, ho il mio bastone della stregoneria.

Codardi ! Ce ne sono solo tre !

Combatti creatura malvagia !

E’ ovvio che è malvagio ! Uccidetelo !

Non puoi parlarci così.

Cosa vuoi dire con “Quanti punti ferita avevi “ ?.

domenica 24 ottobre 2010

PoW KOOS sesione 5

PoW KOOS


Per la gloria e l'onore di Heironeous sono finalmente in grado di affrontare il male nelle sue più perverse forme e aberrazioni: la mia fede mi porterà contro le più potenti creature del maligno e se, per colpa mia o della Sorte dovessi soccombere, sono sicuro che l'Invincibile mi ricompenserà per quello che ho fatto.
Con nella mente le parole del mio maestro mi avventuravo nelle campagne disabitate, appena a sud della capitale, quando in lontananza vidi un fumo molto spesso che si alzava oltre l'orizzonte. Strano, pensai, in quella zona non ci sono insediamenti recenti, l'unica costruzione degna di nota era il vecchio monastero, abbandonato da un centinaio d'anni, a causa di una strana epidemia. Sono fatti noti e quindi mi sembrava alquanto strano che del fumo si alzasse dalle rovine.
Decisi di indagare avanti, nonostante il mio desiderio più impellente fosse quello di ritrovare la mia spada di famiglia. Pensai però che nel monastero, dopo anni di abbandono e incuria, delle forze oscure avrebbero potuto prendervi dimora. E per il Sommo questo non deve accadere.
Finalmente è giunto il momento per mostrare all'Oscurità il mio potere.
Dopo una giornata intera di cammino e una notte all'addiaccio arrivai nel complesso del monastero: la zona mi si presentava più o meno come me l'ero sempre immaginata, dai racconti dei sopravvissuti all'epidemia: tombe ovunque, perfino al limitare della chiesa e le costruzioni lasciate nel più completo abbandono. La cosa che mi stupì di più fu però delle tracce molto fresche, delle impronte di uomo. A coronare il tutto, attorno alla chiesa c'erano i resti di uno scontro armato contro dei goblin: membra umanoidi ovunque, molti corpi mutilati.
E' evidente che i goblin avessero attaccato qualcuno all'interno della chiesa e fossero stati sconfitti. Evidentemente avevano fatto male i loro conti, poiché dei difensori non ci sono resti, a parte un falò appena spento. Quindi o sono stati rapiti o hanno sconfitto le creature.
Interessante.
Diedi sepoltura alle vittime. Prego sempre che le creature, anche se malvagie di natura, abbiano almeno in punto di morte una parvenza di pentimento e possano così affrontare il giudizio degli dei senza alcun rimpianto per quello che hanno perduto sulla Terra. Il mio modo per onorare ciò consiste appunto nel dare sepoltura a quei poveri esseri o almeno, se le circostanze lo impediscono, di impedire che i loro corpi diventino oggetto di scambio o di razzia da parte di altri esseri ancora più perversi.
I difensori avevano lasciato tracce evidenti: oltre il falò, trovai un carro accanto alla porta: avevano dunque trasportato qualcuno. Sul terreno si trovavano varie piste che si allungavano lungo le tombe.
La prima mi portò in un corridoio abbozzato nella pietra, dove si notavano le tracce di un violento incendio: probabilmente quello che mi aveva incuriosito durante il giorno precedente.
L'odore di carne morta era insopportabile: delle carcasse giacevano là, completamente carbonizzate, tra cui quella di un orso, vicino a quelle di molti goblin. Alla fine del corridoio si trovava una stanza, appartenuta alle creature: le loro tracce sono inconfondibili: carne putrefatta, i resti di un libro, un cassetto sfondato... se solo fossero più civili, si potrebbe costruire un dialogo molto proficuo.
Le tracce inoltre si dirigevano in quella che era la foresteria. Al suo interno il pavimento risultava sfondato e si vedeva uno stretto corridoio. Alla fine di questo una stanza, con un indovinello in una lingua molto ruvida, piena di segni appuntiti. Le carcasse di alcuni topi si trovavano sparpagliate dentro la sala, alcune delle quali sbranate, altre semplicemente colpite da dardi o colpi di spada.
Sotto la strana scritta si trovava un pertugio, ingombro da macerie di uno strano meccanismo metallico. Oltre questo passaggio un enorme stagno sotterraneo, di splendidi colori e giochi di luce. Gli dei sono stati particolarmente benevoli con questo posto, per dotarlo di tanta bellezza.
Oltrepassai il lago, senza badare troppo a non fare rumore. Ero sicuro che gli avventurieri fossero arrivati fino a qui, quindi ogni possibile minaccia era stata debellata da loro in precedenza.
Arrivai in una sala, dove l'odore di putredine era terribile. Carcasse di ogni genere erano ammucchiate in un angolo, dei corpi freschi di topi erano sparsi sul pavimento, perforati da dardi e frecce. Cercai conforto in Heironeous, poiché tale era la devastazione del luogo che mi tremarono le ginocchia. Benedissi il luogo, nella speranza che le anime di quella povera gente trovasse pace anche nella morte. Era impossibile dare una sepoltura e tutte quelle creature, ma potevo benedire il posto e pregare Heironeous affinché desse loro pace.
Questa stanza era molto strana: era inconfondibile la presenza di qualche potente entità malvagia, lo si sentiva nell'aria. Le pareti erano segnate da graffi, come a voler contare qualcosa, come se qualcuno fosse prigioniero. I graffi erano migliaia, non era possibile farsi una stima corretta.
Oltre la sala un corridoio portava in una zona evidentemente inesplorata del complesso: la polvere era posata in uno spesso strato, le impronte degli sconosciuti avventurieri erano evidenti sul soffice strato di polvere. Notai che i graffi erano spariti.
Da qui arrivai a un altare spezzato: la cosa inizialmente mi dispiacque moltissimo, poiché era stato compiuto un sacrilegio, ma alla fine notai degli inconfondibili segni di sacrilegio su quel sacro tavolo. La rabbia mi travolse, volevo impedire un altro scempio di quel genere. Dietro l'altare c'era uno stretto cunicolo, che si dipanava in tre direzioni. Dopo un attimo di concentrazione scelsi quello centrale: mi trovai davanti delle immense porte di ferro battuto. Accanto ad esse le statue di due grandissimi eroi della luce, profanate degli occhi, che adesso risultavano vuoti e privi di splendore. Piansi.
Tornando indietro, scelsi il corridoio di sinistra, da dove mi arrivavano ondate di sensazioni negative. Dopo pochi passi cominciai a sentire il rumore della lotta, incita e clangore di ferro su pietra. Mi precipitai all'interno di quella che sembrava una sala, molto illuminata da quattro grandi bracieri. Al suo interno caos e distruzione. C'erano sei statue che combattevano con altrettanti avventurieri, di cui notai subito una velocissima donna.
Accanto a lei, un individuo vestito di pelle, che impugnava una spada di proporzioni esagerate e un uomo rivestito di una pesante armatura, che brandiva una mazza. Con gioia notai sull'armatura il simbolo di Pelor, il dio del sole, alleato nella lotta contro il male di Heironeous. Loro sembravano reggere all'urto delle statue. Dall'altro lato della sala la situazione mi sembrava molto più tragica: un enorme lupo era posato sopra una persona, con la schiena dilaniata da una enorme zampata. Li vicino un uomo dai capelli rossi, apparentemente più preoccupato di respingere il suo assalitore piuttosto che del lupo.
Decisi di attaccare la statua che mi stava davanti. Schivai, affondai, colpii. Alla fine del combattimento le statue giacevano a pezzi per terra. Mentre mi precipitavo dall'uomo dai capelli rossi, steso a terra con un brutto squarcio nel petto, per curarlo con il potere infusomi da Heironeous, che sempre sia lodato, notai in fondo alla sala un altare, con sopra delle gemme. Forse erano quelle gli occhi delle statue?

sabato 23 ottobre 2010

PDV Torvald sessione 5

Attendo speranzoso il ritorno dei miei compagni mentre faccio la guardia al corpo esanime della ragazza. Provo una pena incredibile nei confronti di questa giovane donna, quale sfortuna l’ha portata a morire su un altare sacrificale? Nel mio cuore prego Pelor che la pergamena in nostro possesso riporti in vita questa creatura innocente!
E mentre mi concentro profondamente sui sermoni del Tempio e sul senso del passaggio dalla vita alla morte, sento all’improvviso qualcosa che mi colpisce ripetutamente in modo leggero ma provocandomi subito un grande fastidio, distraendomi dai miei pensieri… Per le virtù del Dio Sole, chi è che mi disturba?!? E’ quel mago, Char, che mi tira addosso piccoli sassi e mi costringe a sospendere le mie meditazioni!!! Sinceramente non mi aspettavo un simile comportamento da parte sua, considerando che è il primo avventuriero con cui ho stretto amicizia durante questa sacra missione! Anzi mi sembrava amichevole e generoso, anche se invadente e un po’ sempliciotto nei modi. Non l’ho mai mancato di rispetto mentre studiava i suoi libri, perché mi offende durante i miei riti?? Pelor suggerisce la via del Bene, che seguo senza esitazione, ma non sono uno smemorato, offendendo me ha offeso anche il mio Dio! Forse non l’ha fatto con piena consapevolezza, infatti scarto l’idea di colpirlo con la potente Mazza del Sole, però una piccola lezione nell’arco delle prossime ore è educativa a mio avviso.
Vedo poi gli altri compagni, Cal e il suo fedele lupo sono malconci, lo scontro nei sotterranei dev’essere stato duro! Focalizzo la mente e lo spirito e gli conferisco un po’ di energia vitale! Gli altri mi sembrano a posto nel complesso.
Per evitare di essere attaccati durante la notte io e il barbaro Aaron barrichiamo il portone d’ingresso del monastero.
E’ ora di dormire: Ays, Cal e Aaron si susseguono in turni di tre ore ciascuno. Nel frattempo mi addormento in modo sereno. D’un tratto sento uno strattone, sul momento faccio rumore e per poco non finisco in mezzo al fuoco acceso!
Aaron si arrampica sulla parete e si tuffa con una gran salto al di là di essa! Gli altri si acquattano verso le pareti, dall’alto piovono frecce! Cerco un’apertura nella parete per vedere cosa sta succedendo all’esterno: sull’altro lato rispetto ad Aaron vedo avvicinarsi una schiera di 5 coboldi, avviso immediatamente il barbaro e colpisco un coboldo con la balestra. Poco dopo sento un tonfo incredibile! Il suolo vibra per diversi secondi con forte intensità!! Temo per l’incolumità del barbaro, ma torna dopo pochi secondi con aria trionfante e soddisfatta: ha ucciso tutti i mostri! Comincio a pensare che questo selvaggio combattente sia la nostra risorsa più preziosa e che in qualche modo abbia il favore di Pelor dalla sua parte!
Char prova ad infastidire il barbaro, il quale lo zittisce con uno sguardo truce. Non nascondo che la scena mi provoca qualche risata sommessa, ma Aaron mi rivolge un’occhiata che mai avevo visto prima!! Decido che è meglio non fare più rumore.

Al risveglio esploriamo il passaggio sotto all’altare. Cal e il lupo restano con la ragazza. In una stanza Char tenta di aprire un armadietto e viene trafitto da un quadrello. Non rendendomi conto della gravità della cosa e per i motivi di prima mi limito a fare uso dei miei unguenti naturali per alleviargli il dolore. Nel frattempo il barbaro scuote l’armadio e rovina permanentemente un libro che era custodito all’interno: che gran peccato, magari c’era scritto qualcosa di interessante. Il mago sembrava particolarmente turbato dal gesto, più che dalla ferita!
Decidiamo che è ora di esplorare un altro edificio: la foresteria.
All’aperto mi rendo conto di quello che era successo nello scontro notturno! Nel mezzo del cimitero, dove si commemorano le vite di coloro che non vivono più tra noi, si vede un grande cratere con resti di coboldi sparsi ovunque. Aaron ha profanato un luogo di pace per gli spiriti dei morti!! Guardo in malo modo il barbaro, ma subito mi torna in mente l’accaduto e decido di non fare altro. Dopo tutto è stato lui stesso ad aprire quella voragine nel terreno…
All’interno sembra non esserci niente di interessante. Aaron però individua qualcosa e scopre un passaggio segreto sotto le assi di legno del pavimento. Ci caliamo in quella che è una realtà nascosta, buia e sinistra… Corridoi scavati nella roccia viva ci conducono nella profondità della terra… Il mago trova sulla parete un’antica scritta e dopo un po’ la legge al barbaro: è in una lingua che non avevo mai sentito prima, composta da strani suoni a cui non so associare alcun significato! Aaron rifletta e risponde in un altro strano suono: la parete si apre!! Chissà cosa si saranno detti… Meglio che gli stia vicino, non saprei come cavarmela altrimenti!

I cunicoli sono pervasi di energia negativa. Ays d’un tratto si agita come in preda alla pazzia! Per fortuna dura poco e il mago le viene incontro, tuttavia con il risultato di innescare una trappola mortale! Un grosso tronco lo colpisce, ma non lo fa svenire. E’ evidente che tuttavia non è così fragile come sembrava. Lo faccio stare un po’ meglio, ma giusto un po’, dopo tutto egli ha dimostrato avversione a Pelor, meglio se risparmio energia per il barbaro favorito dal Dio!
In seguito ci raggiungono anche Cal e il lupo, giusto in tempo per affrontare un’orda di topi enormi e inclini al male. Nello scontro vengo colpito da una delle bestie, ma riesco a reagire e a dare il mio contributo al gruppo! Non è grave, è solo un’ammaccatura che mi permette di proseguire senza problemi.
C’è molto buio nel corridoio, a fatica si vede oltre qualche palmo dal viso. Cal prova a sondare la presenza di tranelli e nel raggiungere lo scopo perde l’uso del suo randello! Si vede che è distrutto emotivamente dalla perdita, ma cerca di contenere lo stato d’animo per il bene degli altri. Deve essere stato un oggetto a lui molto caro, se si fosse trattato della Mazza del Sole avrei a stento trattenuto la rabbia. Dimostro a Cal la mia solidarietà, almeno non è disarmato, conservava da parte un giavellotto!
Ays tenta invano di disinnescare il congegno: viene perforata dalla lama e perde molto sangue! Subito mi concentro per incanalare tutta la mia energia al fine di strapparla da morte certa! Intanto il possente Aaron e il lupo di Cal si danno da fare per bloccare la trappola!

Assicurato il passaggio, ci avventuriamo nel corridoio successivo, il quale si apre in un’ampia grotta con un lago che ne occupa quasi tutta la superficie. Che spettacolo affascinante! I riflessi dell’acqua dello stesso colore del cielo primaverile si spargono lungo le pareti rocciose rivelando i numerosi segni artificiali lasciati da chissà chi in chissà quanto tempo! Il lago però è insolito… Aaron getta il tronco, ma questo affonda… Strano, avrebbe dovuto galleggiare… Non mi fido, inoltre affonderei comunque a causa della pesante armatura, non mi va di lasciarla, è sacra e mi protegge dalle insidie! Cerco allora di proseguire lungo i bordi della grotta dove l’acqua è poco profonda.
Nell’ambiente successivo veniamo colpiti da un orrendo fetore di decomposizione avanzata. Veniamo poi attaccati da altri topi assassini, ma ce la caviamo egregiamente! Con la coda dell’occhio vedo fuggire il lupo in preda ad una crisi e Cal lo segue preoccupato. Poco dopo il terribile odore mi oscura la mente e non sento più niente…
Vengo risvegliato, vicino a me c’è Char, deve avermi trascinato via dal pericolo. Devo dire che adesso si sta dando da fare per recuperare il misfatto della notte precedente. Vedo di nuovo tutti, compreso il lupo, stranamente tutto bagnato e tremante, ma non è il momento per farsi domande sull’accaduto, è urgente continuare!
Giungiamo in una nuova sala ricca di stalli in legno ben intagliati ma ricoperti da spessi strati di polvere. Poi vedo quello che secondo me è il sacro altare più stupefacente della mia vita!! La qualità dei materiali e la bellezza delle forme sono estasianti: non c’è dubbio che sia questo l’altare designato per la risurrezione della ragazza! Ma Cal avverte che la pergamena non dà il segno aspettato. Eppure non avrei pensato a un posto migliore di questo per compiere un rito così delicato… Sposto un po’ di polvere dalla superficie dell’altare e leggo delle incisioni: per la bontà di Pelor, sono simboli sacrificali!! Eravamo sul punto di compiere un sacrificio!! C’è mancato veramente poco!
Aaron ha la brillante idea di spostare l’altare per rivelare la presenza di un passaggio! Quel ragazzo è a dir poco prodigioso! Se solo fosse cresciuto in un villaggio civilizzato avrebbe potuto sviluppare le doti per diventare un ottimo difensore degli oppressi!
Si aprono di fronte a noi tre corridoi: scegliamo quello alla nostra destra. Finiamo in una sala che funge da vicolo cieco, al centro è posta un’enorme cassa dalla quale esce una creatura spregevole! Se solo Ays avesse tenuto a freno la sua avidità… Uccisa la bestia è tempo di fare inversione di marcia e tentare il corridoio al centro.

A questo punto la mia sorpresa è al culmine! La sala contiene due enormi statue sacre degli eroi Kantor e Valanen, rappresentazioni della virtù umana in combattimento, nel classico stile dei maestri scultori della Capitale e seguendo i canoni sulle proporzioni tra busto, addome, testa e arti. Un dettaglio mi colpisce da subito: di norma nelle cavità oculari sono inserite delle gemme preziose, simbolo della spirito buono e leale dei soggetti raffigurati. Eppure le gemme non ci sono… Solo un essere sacrilego può essere autore di questo gesto… Metto subito in guardia gli altri. Al pronunciare del nome di Sismass al barbaro si illuminano gli occhi di verde! Non l’avevo notato prima… Prendo in parte Cal, il quale è stato molto vicino ad Aaron per tutta la durata del viaggio, e gli chiedo se era mai successo prima. Non era la prima volta. Temo la possibilità che Aaron abbandoni la via del Bene perché sopraffatto dal viscido potere del Male, ma Cal subito mi tranquillizza.

Due porte giganti in ferro bloccano il passaggio al di là delle statue ed è impossibile procedere. Tentiamo la terza via non ancora esplorata. Entriamo in una sala enorme ricca di nicchie sulle pareti laterali, di pilastri al centro e di fuochi rituali qua e là. Nelle nicchie si trovano statue di altri eroi e in fondo alla sala vediamo un altare scuro con appoggiate sopra le gemme strappate alle statue di Kantor e Valanen. E’ chiaro che si tratti di una trappola, sebbene ignori di quale tipo, visto che apparentemente non c’è nessun tranello o essere vivente… Procediamo dividendoci in due gruppi, uno per lato della sala. Io resto con Aaron e Ays.
A questo punto succede qualcosa che mai mi sarei aspettato: le statue degli eroi si animano e ci attaccano!! Con la potente Mazza del Sole in mano mi preparo a rispondere ai nemici. Sento un grande frastuono. Non ho idea di cosa stia succedendo ai miei compagni dall’altra parte della sala, lo scontro concitato e le colonne mi ostacolano la visuale! Una statua animata mi colpisce, ma non abbastanza forte da farmi crollare a terra, pertanto riesco in due colpi a frantumarla! Anche Aaron di fronte a me combatte strenuamente, lo vedo infuriare selvaggiamente e annientare il nemico in poche azioni! Pelor è con noi!!!
Dall’altra parte mi giunge all’orecchio il verso inferocito del lupo e il rumore provocato quando un animale feroce strazia le carni di una vittima. Carni? Eppure le statue sono in pietra, solida pietra, anche se non abbastanza solida da resistere a diversi colpi di mazza. Spero che i miei compagni siano incolumi, ma qualcosa mi suggerisce che non sarà così.
Sento infine avvicinarsi qualcuno. Non so chi sia, ma ci assiste in battaglia, le domande verranno dopo.
Il nemico è sconfitto! E’ ora di fare il punto della situazione.

venerdì 22 ottobre 2010

PVD - Char

CHAR-PdV

Neanche la notte si può dormire!!! Stupidi coboldi...
Ci siamo barricati all'interno del monastero, per passare la notte. La nostra presenza sarà stata sicuramente notata dagli abitanti del complesso perché abbiamo fatto molto rumore e acceso molti fuochi. Speriamo che non succeda nulla perché hanno tutti bisogno di dormire e di recuperare le forze.
Il primo turno di guardia lo fa Ays, mentre io leggo. E' una veglia silenziosa e la quiete è rotta solo dai miei bisbiglii, mentre imparo a memoria le magie che ci salveranno la vita domani.
Anche il turno di Cal è molto quieto, infatti nulla turba il nostro sonno, mentre lui veglia il suo lupo soffrente.
Durante il terzo turno di guardia, quello di Aaron, accade l'inevitabile. I coboldi, almeno quelli sopravvissuti dalla strage di questo pomeriggio, hanno deciso di attaccarci di notte. Bisogna ringraziare l'udito fine di Aaron, perché sennò ci avrebbero attaccati nel sonno.
La situazione presto precipita: Aaron salta sul muro diroccato della chiesa e si avventa sui coboldi, mentre Ays cerca di arrampicarsi dall'altro lato, per colpire un secondo gruppo che ci sta attaccando alle spalle. Intanto Torvald, corre a una piccola finestra per vedere come procedere. Io invece, mi appiattisco contro il muro e utilizzo uno dei miei dardi per colpire una creatura con un incantesimo. Il tiro è evidentemente riuscito, poiché sento un lamento e il rumore di un corpo che si accascia.
All'improvviso vedo volare sopra la mia testa una sagoma scura, che assomiglia a un grosso sasso. Il masso colpisce un folto gruppo di coboldi, uccidendoli tutti e sparpagliando i loro resti per tutto il prato. La mattina dopo troviamo un cratere al posto dei coboldi, mentre i loro resti sono sparpagliati un po' ovunque nel complesso del monastero.
Mentre Cal fa la guardia al corpo della ragazza con il suo lupo (Uuion?) ci dirigiamo verso le gallerie che abbiamo esplorato ieri. Oltre a un cattivissimo odore di putredine e di orso bruciato, troviamo una sala che aveva ospitato i coboldi, almeno da quel che si vede li... Mi dirigo verso un armadietto, con l'intento di guardare al suo interno, quando un dardo mi colpisce e mi fa cadere a terra. Il colpo è talmente forte che devo inginocchiarmi prima di intraprendere qualsiasi altro gesto. Aaron, in un gesto di stizza, rovescia il contenuto dell'armadietto, distruggendo un preziosissimo libro: sciocco!!! Il ragazzo non ha idea di quello che quel libro potrebbe essere, adesso è inservibile e avrebbe potuto aiutarci nella nostra cerca.
Torvald cerca di curarmi mettendomi delle erbe sulla ferita, ma la cosa non sembra funzionare: cerco di fargli capire che la cura non funziona e che dovrebbe invocare in aiuto il suo dio, Pelor, affinché possa curarmi con i suoi poteri.
Niente: o Torvald non capisce quello che gli sto dicendo oppure non vuole esaudire la mia richiesta, sembra quasi che sia offeso con me per qualche motivo, dovrò indagare...è comunque un personaggio di spicco di questo gruppo ed inoltre è stato il primo che ho conosciuto, mi dispiacerebbe che decidesse di collaborare più con me.
In qualche modo mi alzo e continuo il mio cammino. Entriamo in un secondo complesso di pietra, che secondo la mappa era la foresteria del monastero. Aaron trova sotto il pavimento in legno delle scale che scendono. Arriviamo quindi in una sala non molto grande, completamente in pietra, con dentro i resti di qualche botte. Sulla parete, una volta illuminata dalla mia torcia, troviamo un indovinello scritto in nanico. Aaron lo risolve molto velocemente: è un bravo ragazzo, con molti scatti di umore, eppure a suo modo è molto efficacie per aprirsi una via attraverso le difficoltà della vita.
Una volto pronunciata la soluzione (candela), si apre un passaggio laterale, attraverso il quale si snoda un antico cunicolo. Aaron va a avvertire Cal della novità, per vedere se può raggiungerci e unirsi a noi: la sua presenza ci sarà di fondamentale aiuto in questa parte della giornata.
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!!!!
Finalmente solo!!! Decido subito di mettere in pratica il mio scherzo: Ays mi sembra molto silenziosa e misteriosa ultimamente, devo cercare di sollevare il morale (a me almeno). Mi porto alle sue spalle non visto e borbotto uno dei più facili trucchetti che ti insegnano a scuola. Lentamente il suo cappuccio si abbassa e lei, nonostante impieghi tutta la sua forza, non riesce ad alzarlo nuovamente. Inoltre decido di far sentire solo a lei della musica e pongo davanti a suoi occhi delle luci luminose: come risultato lei si getta a terra urlando, senza sapere cosa fare. Adesso un po' mi dispiace, probabilmente avrò esagerato, devo ricordarmi di scusarmi con lei.
Però è stato bello!!!
Faccio per aiutarla ad alzarla quando all'improvviso un tronco enorme si abbatte su di me, scagliandomi a terra. Mi rialzo a fatica e cerco di sistemarmi alla bene e meglio quando nella sala arriva Aaron con Cal e il suo lupo. Qui veniamo assaliti da un gruppo di topi molto grandi, delle dimensioni di un cane circa, ne riesco ad addormentare due prima che glia altri li finiscano a colpi di spada.
Ci avventuriamo nel corridoio e per poco Cal non viene travolto da una lama che trancia di netto il randello che unava per combattere. Ora si ritrova senza armi!!! Per poco Ays non viene tagliata in due dalla stessa lama; aveva cercato di disattivare il congegno, ma evidentemente il meccanismo era troppo complesso per le sue forze... fatti coraggio Ays!!!
Aaron, in uno stato di grazia notevole, risolve di nuovo la situazione. Utilizza il tronco del tranello precedente e blocca il meccanismo del trabocchetto. Il lupo, con aria particolarmente soddisfatta, rompe definitivamente il meccanismo.
Arriviamo a un enorme stagno, molto profondo. La sala è bellissima, piena di incisioni su cui si riflette le luce emanata dal laghetto. Qui ci blocchiamo un attimo: il lago è troppo tranquillo, ma non ci sono presenze magiche nella zona. Però vediamo che il tronco della trappola viene risucchiato e affonda. Non ci sarà magia nell'aria, però c'è sicuramente qualcosa nell'acqua. Decidiamo di attraversare il laghetto mantenendoci sui bordi e arriviamo sani e salvi all'altra sponda. Secondo Cal, non ci troviamo molto distanti dalla chiesa, che dovrebbe trovarsi sopra di noi.
Continuando il nostro percorso, ci troviamo in una sala abbastanza vasta, pieno di odore di morte e di cadaveri, molti dei quali non sono umani, ma appartengono a qualche specie mostruosa. Anche qui compaiono delle creature che ci attaccano, ma abbiamo gioco facile su di loro. Uuion però viene sopraffatto dai miasmi del luogo e scappa in preda al panico, immediatamente seguito da Cal che cerca di calmarlo. Intanto anche Torvald non riesce a stare in piedi e si accascia svenuto.
Subito corro a recuperarlo e cerco di farlo rinvenire usando le sue erbe.
Appena ho finito di sistemare lui, vedo che anche Aaron è sparito. Dopo un po' tornano tutti e tre, con il lupo visibilmente scosso, Aaron bagnato e raggiante e Cal molto preoccupato. Da quello che ci raccontano, Uuion è stato risucchiato all'interno del laghetto e Aaron si è precipitato a recuperarlo.
Proseguendo arriviamo in una zona del complesso che non è stata mai esplorata, almeno in epoca recente. C'è infatti uno spesso strato di polvere che ricopre il tutto e non si avverte più la presenza di coboldi. Arriviamo in una sala che contiene un altare!! Finalmente! Possiamo riportare in vita quella povera creatura e andarcene da questo posto maledetto! L'altare però ha qualcosa di strano. Dopo
un' attenta analisi vediamo che ha sopra incisi dei segni sacrificali. Sicuramente non è un altare votato al bene! Aaron abbatte l'altare, rivelando così uno stretto cunicolo che imbocchiamo subito.
Il corridoio si divide in tre diramazioni. Quella più a destra porta in una piccola sala che contiene delle botti sigillate e un forziere posto nel mezzo. Ays va ad aprirlo, con gli occhi pieni di aspettativa per il ricco bottino che le spetta, quando all'improvviso dal forziere esce fuori una bestia orribile. Sembra una gallina senza penna, grande con un piccolo cane, che grida, strepita e ci attacca. Una volta ammazzata la bestia, vediamo che il forziere è vuoto e non c'è traccia d'oro.
Il secondo corridoio porta a due statue di due eroi leggendari, che però sono prive degli occhi, asportati da qualche creatura malvagia, a detta di Torvald.
A fianco delle statue ci sono due imponenti porte di ferro, che non riusciamo a smuovere. Dovremo cercare di arrivare dall'altra parte, ma evidentemente ancora non sappiamo come.
Il terzo corridoio porta a una sala molto vasta, illuminata da quattro enormi bracieri. In fondo alla sala si trova un altare, con poste sopra quattro gemme, evidentemente gli occhi delle statue.
Tutta la sala è piena di nicchie contenenti statue di avventurieri e maghi, grandi eroi del passato. Decidiamo di dividerci per esplorare meglio la stanza, quando all'improvviso si animano sei statue che ci attaccano in maniera molto feroce! Segue una mischia spaventosa, le statue sono troppo vicine per poterle colpire con un incantesimo, cerco di indietreggiare e colpire una statua, che evidentemente accusa il colpo senza subire troppi danni. Ad un certo punto mi preparo per colpire nuovamente le creatura, quando sento un enorme colpo alla mia schiena. L'ultima cosa che vedo è l'enorme ammasso di carne del lupo che mi frana addosso... spero di aver divertito chi mi è stato vicino, di aver aiutato che aveva bisogno di me...
Vedo l'enorme mano di Ulmo che mi afferra...

martedì 19 ottobre 2010

Sessione #4 - continue PdV

Aron, il risveglio:

Riapro gli occhi, mi sento strano, sarà che sono ferito ovunque.. Faccio appena in tempo ad issarmi sulla spada che la porta di pietra esplode, i frammenti di roccia mi centrano in pieno, mi fiaccano ma non mi abbattono. Con grande sforzo rimango in ginocchio e chi mi vedo davanti? Quel codardo di uno gnomo che ci ha lasciato la parte difficile e si presenta a raccogliere i frutti del nostro scopo.. "Sismass, dove sei?!", chiede in continuazione, - oltre che codardo è pure cieco - ; come se non bastasse non è solo: dietro di lui arriva un che poi sembra essere un conoscitore del "libro" e uno molto vicino, come modi di fare e di agire, a Solomon, il sacerdote caduto ieri in battaglia - non ho visto se combattendo da uomo o no - . Il primo dei due uomini parla in continuazione, non lo sopporto, fa domande, è più fastidioso delle schegge di roccia che ho ancora conficcate nel petto - per il Goeh, almeno quelle stanno zitte! - dopo un po' di tempo dove, per le parole sagge di Cal, mi sono un po' calmato, non ce la faccio più, lo colpisco... per mia sfortuna di piatto - mi secca disubbidire al saggio, nessuno di noi l'ha mai fatto ed io non voglio essere il primo - ; recuperate le forze, anche grazie al sacerdote codardo - che, accidenti, ho pugnalato nel braccio ed è guarito come nulla fosse - e a Cal, ripartiamo, io con il rompiscatole, che poi si è scoperto Char, e la ragazza che voglio riportare in vita - anche se onestamente non capisco come leggendo un foglio si può sconfiggere la morte - sulle spalle. Arriviamo al villaggio, la guardia non mi chiede nessuna moneta, entriamo, e dopo qualche perdita di tempo andiamo a casa del sindaco. La città è strana, mi piace: ci sono foglie ovunque, sembra di essere in un bosco, anche a Cal quasi piace: arriviamo alla casa del sindaco e anche lei è piena di foglie: salgo senza problemi ed in una stanza trovo il maestro di Cal, un grande saggio, e un mago. Dopo molti discorsi che non capisco, so solo che si può ridare la vita alla ragazza - che è la figlia di un uomo potente tra quelli della città - in un posto adatto. Riceviamo soldi, dicono cento monete d'oro, credo siano più di 2, e anche di una mano volte 2, me le tengo. Compriamo un mulo ed arriviamo dove ci indicano: il problema è che dove ci hanno indicato NON E' COME ce lo hanno indicato. E' un monastero - mi pare di aver capito che là la gente prega gli dei - cerchiamo un po' qua e un po' là - perdiamo tempo insomma - fin quando decidiamo di esplorare fuori dalla chiesa. A me Cal - e chi sennò - ordina di stare con Char e difenderlo - Thorvald è là che prega - mi domando come una preghiera ti possa salvare da una lama che ti minaccia... - mi annoio a morte fin quando Ays - mi stupisce sempre di più, combatte e nessuno la considera, nessuno la vede e, quello che stupisce di più, nessuno la colpisce! - mi chiama perchè ci sono coboldi. Non ha finito di dirlo che sono già da Cal, avanziamo tutti insieme in un corridoio, appena intravedo la figura di un mostriciattolo la carico con il mio spadone, e in un attimo la dilanio, manco il secondo però.. Dopo qualche momento di mischia, i coboldi sono caduti, ed assisto ad una scena mai vista: il lupo di Cal, Uyon, sta combattendo feroce e selvaggio con un orso molto strano, brutto quanto furente. Riesco a dagli una mano solo dopo qualche momento, e per fortuna, grazie all'intervento di Cal, Uyon si è liberato, grazie al mio, si è salvato, l'orso è a terra, col segno del mio spadone su un fianco. Il lupo di Cal, ecco chi altro rispetto: combatte, non si tira mai indietro e parla solo quando deve farlo... Ora abbiamo barricato la porta della chiesa, dobbiamo dormire, faremo turni, che la notte porti forza..

lunedì 18 ottobre 2010

Sessione #5

Ciao a tutti!


Prossimo ritrovo GIOVEDI 21 OTTOBRE ore 19.45 in quel di casa mia già cenati (o con la possibilità di ordinare qualcosa)

Da me e non da Michelluzzo in quanto mi ritrovo appiedato a causa della partenza del popolo!

leggete il punto di vista se volete il riassunto della puntata!

I px sono stati ridistribuiti e come promesso aggiunte per le scritte sul blog.
Mediamente un racconto vale dai 100 ai 300 px (più eventuali bonus)

Ultima nota. I px interpretazioni da questa volta saranno dimezzati :)

Questo non significa che dobbiate da oggi in poi interpretare male, ma solo per non passare roppo spesso di livello! ;)
Ma di questo vedrò come risolvere meglio! ;) al momento se uno ha fatto un'interpretazione particolarmente figosa avrà il doppio se non il triplo dei px dimezzati! ;)

Esempio

Mostri uccisi -100px
interpretazione buona 100/2 *80% =40 px
(al contario interpretazione stupenda 200px
o interpretazione superba 300px)

Compreso?? ;)

ciaoooooo!!

MELLON!!!!!
Ps mettete qualche commento suvvia! ;)

Sessione #4

IMPRESSIONI CALNJ

Il vento è solito trasportare notizie, messaggi, profumi e fraganze. L'aria immota, putrescente, nauseabonda invece non è mai stata consigliera di alcunché: niente altro se non l'olezzo mortifiro dei cadaveri in cui è immersa.
"Ritornerò". Una minaccia più che una realtà: come? Con chi? Ce ne sono altri? Dove?
Tutte queste domande turbinavano nella mente di Caliyama, quando, tornato assieme ad i suoi compagni di viaggio al villaggio, si confrontò col suo maestro, un druido come lui, ma dall'età indefinibile e dalla saggezza più calma e profonda che avesse mai conosciuto. Gli raccontò ogni cosa e soprattutto un evento strano, che forse più di tutti concretizzava la minaccia del malvagio: Aaron, per un brevissimo istante quando la sua vita ondeggiava sull'orlo della morte e lo spirito di Sismas aleggiava ancora nella stanza sconsacrata, spalancò gli occhi ed un bagliore verde si inabissò nel nero intenso delle sue pupille. Un che di insano, malefico, inquietante. Il vecchissimo Vysolian blandì il givane druido ma gli affidò la sua nuova missione: prendersi cura del giovane, accompagnarlo per insegnarli a tenere a bada quello spirito che d'ora in poi sarà parte di tutta la sua vita.

Era una creatura esageratamente grande, dal pelo non uniforme e sbiadito. Il manto era imbrattato di una sostanza nerastra, forse un sangue corrotto ormai rappreso, fuoriuscito da ferite infertegli dai suoi aguzzini. Certo è che non si comprendeva come un gruppo di insulsi rettili bipedi potesse comandare una bestia di quelle dimensioni. Fortuna che anche la combriccola fosse accompagnata da un altro esemplare fuori taglia, un lupo grosso almeno quanto un cavallo, dal pelo ispido al punto d'esser tagliente, occhi rossi delle dimensioni di un uovo, zanne spesse come dita di uomo. La lotta fu furibonda.
I due animali erano avvinghiati l'uno all'altro, denti e unghie che laceravano pelle e sgretolavano pareti, ringhi e acuti latrati riempivano il resto della bassa e stretta caverna, dove i coboldi davano battaglia agli altri avventurieri. Tutti, tranne uno: il grosso randello impattava violentemente sulle costole dell'orso, stretto con forza feroce da entrambe le mani, scaraventato contro la creatura che esigeva il prematuro tributo di vita al suo amico e fratello. Cal riuscì a disarticolare la spalla dell'orso nello stesso istante in cui un accecante raggio dal dito del mago infiammò il dorso intero della bestia. Questo per l'eccesso di dolore s'inarcò qual tanto che bastò ad Uyon per strappare una porzione di collo ed allontanare l'orso con un colpo di reni. La bestia ondeggiò e franò sulla parete della caverna, travolgendo il druido.
Uyon stava molto male: l'immediata carica del'orso in quel luogo così angusto l'aveva sorpreso. Ora, ritirato, sedeva sulle zampe posteriori, la testa bassa, il respiro affannoso. Eppure gli occhi erano d'un rosso brillante e fissava il nemico abbattuto mentre Caliyama, goffamente sfilato da sotto la carcassa irsuta, suturava le ferite più gravi con la "magia naturale" imparata. Poi il grosso lupo calò lo sguardo addosso al mago avventuriero. Non occorsero parole, il concetto era chiaro: il fuoco brucia, anche lui!



PDV CHAR

Ma che bello!!! Grandissimi avvenimenti hanno sconvolto la mia giovane esistenza!!!
Stavo vagando in direzione Sud con Ereborn quando mi sono imbattuto in due popolani in una locanda di transito: si chiamavano Ulmo e Khamul, provenivano dalle campagne circostanti e come me avevano una grande sete.
Stavamo allegramente chiacchierando del più e del meno quando è entrato nella locanda L'UOMO DI LATTA!!! Un sacerdote di Pelor, anche lui attratto dalla Sorte verso Sud.
Dopo una sana bevuta offerta da me (che spilorcio!!!) ci dirigiamo entrambi verso Ballem, dove strani avvenimenti stanno accadendo, o almeno così dice Khamul, che reputa strano anche un cane a tre zampe.
Lungo il cammino incontriamo uno gnomo che sta volando velocissimo verso un castello in rovina e nonostante le nostre richieste di informazioni l'unica cosa che è riuscito a dirci è stata “Seguitemi! Al castello Bianco!!! E' giunta la tua ora Sismass!!!”
Ovviamente lo abbiamo seguito, come farebbe chiunque non dotato di senno.
Ci ha condotto attraverso il castello e dentro delle segrete. Tra l'altro al mio improvvisato compagno la corsa non è piaciuta, in quanto indossa un'armatura abbastanza pesante ed è arrivato alle rovine abbastanza accaldato. Sbuffava come un mantice, il poveretto! Capisco girare protetti, ma questo mi sembra leggermente eccessivo!!
Comunque. Entriamo nelle rovine, sangue ovunque, pezzi d'ossa e di creature strane sparse per tutto il corridoio, mi pare di riconoscere dei brandelli di carne umana... fa abbastanza schifo.
Sentiamo delle voci in fondo al corridoio. Io e Torvald ci avviciniamo a una porta di pietra, quando improvvisamente lo gnomo fa saltare in aria la porta e minaccia un po' chiunque, gridando cose insensate su Sismass (ma chi è????) e sulla fine del mondo. Dentro la scena è abbastanza cupa: sangue ovunque, due corpi straziati sommersi da delle ossa sproporzionate ed enormi, una ragazza incappucciata che esce da un anfratto del muro, un uomo vestito di cuoio che si inginocchia e un altro uomo che sembra essere un albero, con i capelli che somigliano a foglie che vorticano nell'aria con vicino un lupo che potrebbe staccarmi il braccio soltanto guardandomi.
Su un semplice altare di pietra, è posata una ragazza vestita di bianco, apparentemente morta.
L'unica luce presente è quella della mia torcia che splende.
Inizio a fare domande un po' a chiunque su che è Sismass, cos'è successo qui, su chi sono questi strani figuri e tanto altro. Da dietro l'uomo-albero (che tra l'altro si chiama Cal) esce un vecchio vestito di bianco che si fionda tra le braccia di Torvald Ringraziando gli dei.
Mentre usciamo di la, lo gnomo mormora un incantesimo e fa crollare la volta del tunnel, chiudendo per sempre l'entrata per quelle segrete piene di morte e disperazione.
Con il mio solito spirito inizio a domandare, domandare, domandare e domandare, fino a che tutto si fa buio.
Mi sveglio in braccio all'uomo vestito di cuoio (Aaron?) che mi deposita avvilito a terra. E' abbastanza scontroso e poco portato al riso. Gli avranno fatto un grave torto in gioventù se si comporta così, ma dovrebbe essere un po' più allegro il ragazzotto!
Andiamo finalmente a Bellem, dove scopriamo che il sindaco è morto (la ragazza, che si chiama Ays, mi ha detto che era malato) e che la città ora è governata dal mago. Nel palazzo del sindaco incontriamo lui e un altra figura, molto èpiù carismatica e selvaggia. Cal si ritira subito a parlare con lui e non lo vediamo più.
Aaron ha portato con se il corpo della giovane, che riconosco come la figlia del conte William, padrone della contea più a Nord. Ci hanno affidato il compito di portare il corpo della giovane in un monastero li vicino, dove dovremmo leggere una pergamena di Resurrezione per far ritornare l'anima della bella ragazza nel mondo dei vivi.
Ho litigato con un carrettiere per il prezzo di un mulo (40 pezzi d'oro!!!) e in cambio ho dovuto pagare una tassa alla guardia!!! Che posto strano, non vedo l'ora di andarmene.
Arrivati al monastero scopriamo che la mappa fornitaci dal mago è inesatta. Ci sono tombe ovunque e il posto sembra disabitato da almeno 100 anni.
Nella chiesa dove dovrebbe avvenire il rituale, sentiamo dei rumori come di chiavistelli chiusi di colpo. Scopriamo dietro l'altare una porta segreta verso i sotterranei che viene sbarrata dall'interno. Improvvisamente il lupo di Cal e Ereborn sono molto agitati, non stanno più in se e soprattutto il lupo sembra indicare tre direzioni dove dovrebbe esserci qualcosa che non va.
Decidiamo di dividerci e resto solo con Aaron. Mi inquieta; in dieci minuti che siamo stati soli noi due non è stato capace di aprire bocca!!! E' stato bruttissimo...
Ays ci chiama: Coboldi!
Aaron non sta più nella pelle: prende la spada e si muove verso un vecchio edificio abbandonato, dove Cal ci sta aspettando.
Scendiamo in un sotterraneo: la strada si allarga gradualmente, fino ad aprirsi in una sala rudemente abbozzata. Dentro la sala ci aspettano 4 Coboldi con un orso molto arrabbiato che ci attaccano immediatamente. Il combattimento è lungo e estenuante: lancio incantesimi, colpisco, rido, rido e colpisco. Dopo un po' la mischia si calma e vediamo che il lupo è ferito di brutto. Io stesso sto abbastanza male, l'orso nel caricare il lupo mi ha travolto e mi ha scaraventato contro la parete. Decidiamo di ripiegare: ci chiudiamo nella chiesa, raggiungendo Torvald che era rimasto di guardia al corpo della contessina. Leggo il mio amato libro e mi corico... in che avventura mi sono cacciato, spero che ne valga la pena!

sabato 16 ottobre 2010

Point of View- Sismass

Lo sto per fare.
La sto per sacrificare.. FInalmente il rituale sarà completo e tornerò alla mia essenza! Poi nulla potrà separarmi dalla mia agognata meta.. Solo un mortale può raggiungere con il sangue di una vergine e pura di cuore il luogo dei nove.. Bramo già l'aria.. Profumo di vittoria.. Profumo di legioni di armate invincibili che solcano la terra..
Ma aspetta. Cosa sono questi rumori. Una voce. No aspetta più di una.. Devo Sbrigarmi..
Avventurieri. Come han fatto a passare..
...
"Ma benvenuti.. Ora Morirete!!!"
...
I miei scheletri stanno cadendo.. ma ecco quello più grosso si avvicina a me.. Bene bene una bella sorpresa l'aspetta. Ahaha il rituale sta funzionando. Stanno tutti soccombendo. saranno miei perfetti seguaci da non vivi..
...
Ecco. La lama. Sento il suo sangue caldo scivolarmi sul polso. Che sensazione.. Sono vivo.. Ma aspetta.. Si sblocca.. No, no, NOOOOOOOOOOOOOOOOO
..
"Ritornerò..."
..
Non sanno quello che han appena fatto.. Han solo rimandato il mio destino. Io sono Sismass, il primo della schiera. Nulla mi fermerà. E poi.. La stanza dei nove per troppo tempo è rimasta celata. E' ora di riportare in vita la Ardent Belade Flail of the World!!!

Mi ricorderò di voi.. ma prima di andarmente.. un regalino..


Glishmêk Khûzdul tarag ur Uruktharbun

venerdì 15 ottobre 2010

Prossimo appuntamento :)

Px assegnati e conclusi. Le altre storie faran aumentar px ma nella prossima sessione.
Aggiornate nel caso la scheda con punti abilità skill e quant'altro!!

Ci si vede PUNTUALI domenica alle 19.45 non prima da me GIA' CENATI!!!

Mellon!!!


Bravi a tutti eci saranno due sorprese ;)

mercoledì 6 ottobre 2010

Solomon - Punto di Svista

Giorno 275
Ancora non mi è chiaro il compito assegnatomi dal Maestro del Tempio... “Solomon, strane vicissitudini hanno avuto luogo nella cittadina di Ballem, il tuo compito nel nome del Tempio e del nostro signore Correllon Lorethian è di indagare sull’accaduto e di tornare quando avrai raccolto sufficienti informazioni, temiamo che le ombre prendano gli abitanti di quella regione, soggiogandoli...” così disse prima di accompagnarmi alla carovana che mi ha condotto in questo semplice e umile villaggio. L’ospitalità è gradita, ma soggiornare senza concludere alcun risultato concreto mi fa sentire inutile e poco riconoscente ai poteri di cui Corellon mi ha fatto dono. Spero in un nuovo corso domani. Dopo tutto si tratta del bene di tutti: diversi cittadini sono scomparsi di recente…
Giorno 276
Alla mia terza alba a Ballem hanno avuto luogo una serie di eventi. Già recandomi al mercato ho incrociato una giovane ladra di nome Ays che ho salvato dall’intervento di una guardia. Sapevo che era contro l’ordine legale e che andava garantita alla giustizia, ma nei suoi occhi ho letto le sue intenzioni: una ragazza che non potendo sfuggire ai propri guai sopravvive alla giornata come meglio può, anche se non in modo retto. Sono convinto che con questo gesto perderà certe abitudini e riuscirò a far emergere quella che secondo me è la sua vera natura. Inoltre restituirà il favore affiancandomi nel mio incarico…
Ho fatto inoltre conoscenza di altri due individui: un abitante dei boschi di nome Calni, insieme al suo fedele lupo, e un tale di giovane età che indossa un abito scuro e sgradevole nonché una maschera a forma di teschio sul volto, la sua identità mi interessa poco… Entrambi sono interessati almeno quanto me a far luce sui fatti in corso, ma del ragazzetto mi fido poco, mi provoca fastidio la sua semplice presenza, per non parlare del suo tentativo di violare l’integrità di un corpo esanime, disgustoso, ho fatto bene a fermarlo!
Il sindaco del villaggio è malato e alla torre sono stato testimone di apparizioni e scomparizioni: la guardia anziana all’ingresso è svanita dopo essere stata stroncata da un malore improvviso che ho riconosciuto sul momento ma a cui non ho potuto provvedere con efficacia e tempestività. Aveva delle strane macchioline dietro all’orecchio… Sono riuscito poi a guarire il sindaco senza troppe difficoltà e mi ha rivelato l’esistenza di un castello maledetto a nord del villaggio: il Castello Bianco. Ho subito optato, in accordo con gli altri, per l’accampamento militare sulla strada per il castello. Nel corso del tragitto siamo stati attaccati da goblin, creature deformi che hanno incontrato la morte per mezzo della mia spada, dono del Tempio, dalla quale non mi separo mai!
All’accampamento erano tutti morti… Umani, goblin… Solo un sopravvissuto, tuttavia stordito, non ricordava niente… Si tratta di un barbaro delle tribù nomadi, Aaron, dall’aspetto possente, temibile in battaglia, un seguace pragmatico dell’arte della guerra a cui Corellon è sempre stato caro. Ho subito capito che avrei potuto ottenere molto da lui e che le sue intenzioni erano “pure”, sebbene brutali all’occorrenza. So che è un elemento chiave per i momenti più cruciali di questa indagine.
Seguendo le tracce fiutate dal lupo di Calni ci siamo addentrati nella foresta, se così poteva essere nominata… Troppo silenzio, il giorno non sembrava tale, le tracce erano sia recenti che antiche… Inoltre abbiamo trovato una radura devastata da quello che il-ragazzo-con-il-teschio ha definito “un tentativo di evocazione”. In me si fa largo un sospetto, lo stesso del mio Maestro prima di partire…
A parte l’uccisione di una enorme creatura maligna che imperversava nei dintorni, non abbiamo trovato altro che inquietudine e agitazione… Era come se la natura circostante fosse mutata, anziché accogliere minacciava… Pensieri confusi vorticavano nella mia mente allenata alla concentrazione… Ho convinto gli altri spostarci al di là del bosco per risposarsi e prepararsi all’indomani. Il Castello Bianco nasconde certamente delle insidie. Sismas. Lui è colui che cerchiamo.

Giorno 277

Ringrazio Corellon con tutto me stesso per avermi ispirato a seguire il percorso di vita che ho scelto e di questo non me ne pentirò mai, anche se ciò comporta le prove a cui sono stato sottoposto quest’oggi. Anzi, queste sfide mi fanno meglio comprendere dove finiscono le mie capacità e dove iniziano i miei limiti, per esercitarmi a migliorare nella continua lotta per perseguire il bene, anche infrangendo qualche piccola regola se serve.
Il Castello Bianco era tenuto da numerosi goblin e altre creature. L’esito del combattimento poteva risultare fatale per alcuni di noi. Ho cercato di seguire il barbaro che caricava il nemico e l’ho salvato dalle sue tremende ferite. Inoltre ho avuto modo di comprendere il forte legame da cui l’abitante dei boschi Calni e il suo lupo sono uniti: il secondo ha ceduto energia vitale al primo per strapparlo a morte certa. Dovrebbe essere così per ogni uomo che vive sotto la luce del bene, mi rammarico che ciò non sia sempre vero.
Esplorando il castello ho avvertito l’oscurità che lo avvolge. Nani e umani hanno cercato di contrastare invano tali forze perdendo la propria vita. Ombre si avvicinavano, cappeggiate da quella che sembrava l’anima della vecchia guardia di Ballem scomparsa. Poi una voce: uno gnomo terrorizzato ha supplicato il nostro soccorso, fortunatamente non si trattava di una trappola. Ci ha condotti al suo villaggio, Collevento, per raccontarci cosa stava succedendo. Tuttavia, superata una certa distanza, è apparentemente rinsavito, come se non ci avesse mai visto prima , forse in modo simile a quello che era successo al barbaro. Ha comunque tenuto fede alla promessa, fornendoci ospitalità per la notte.
Nel corso della serata lo gnomo Brimble ha manifestato avversione nei confronti della mia professioni di chierico. Ho voluto dimostrarmi superiore, uno gnomo per quanto colto e capace non dimostra sufficiente intelligenza e saggezza quando isola un benefattore alla sua tavola. La mia concentrazione nel tessere lodi silenziose a Correllon era più forte che mai, le incisioni delle effigi sacre sul legno mi riuscivano precise e rapide come sempre.
NEFANDUM! Ecco una delle parole che avrei voluto non fossero pronunciate da Brimble. Non si trattava di finzione. Quello gnomo sapeva di cosa stava parlando! Nefandum… Una sovrapposizione di piani… Il mio timore era sempre più fondato! Sismas, di cui aveva parlato inconsapevolmente il sindaco di Ballem, doveva senza dubbio essere responsabile del buio che penetrava negli animi di uomini, gnomi, goblin e altre creature che popolano questa regione. Sismas e il Castello Bianco sono la chiave di questo mistero! Bisogna fermarlo prima che sia troppo tardi!!
Sulla via tra Collevento e il Castello Bianco, Brimble decide di ritornare velocemente al villaggio… Gli gnomi conoscono la magia, meglio di me, e la sanno usare per scopi pacifici, ma mancano di volontà, la volontà che solo chi crede negli intenti del proprio Dio riesce a rendere forte dinanzi alle avversità.
Un’entrata segreta ci ha portati nei tetri sotterranei del castello scavati nella roccia viva: echi maligni ci ammoniscono del pericolo che incombe. Credo che questa sarà la prova più dura: sopravvivere a questi corridoi maledetti… Prigionieri inermi supplicano la nostra pietà. Ma l’oscurità mi rende diffidente. Ho visto il ragazzo con la maschera prendere il controllo mentale di un mostro assassino e usarlo a proprio vantaggio! Ho temuto che il giovane uomo privo di rispetto usasse volutamente quel potere per assecondare le sue tensioni malevoli, o che si facesse sopraffare da quelle forze… I poteri sono ricondotti al Bene o al Male, credere di poter controllare i potenti strumenti del Male mantenendo allo stesso tempo uno stabile rapporto con il Bene è pura illusione, il verbo di Corellon ha sempre messo in guardia dalla follia di seguire il Bene per mezzo del Male, al massimo si può sovvertire l’ordine con il disordine se necessario. Devo stare attento a quel ragazzo… Ha del talento, ma non ha esperienza o saggezza sufficiente, per non parlare di una pessima educazione…
In uno dei corridoi abbiamo incontrato un essere che mai avevo visto prima: un muro viscido e dall’insolita consistenza che lentamente si muoveva verso di noi… Se solo fossi stato più attento! La mia concentrazione era debole… Per salvare la vita agli altri ho messo a repentaglio la mia stessa vita, cosa che il mio Maestro sul momento avrebbe trovato lodevole più che mai, ma ho infine messo a rischio proprio la vita chi volevo proteggere! Mi sono avventato sul mostro informe a spada sguainata, ma quest’ultimo mi ha inghiottito al suo interno paralizzandomi…
“Col potere della verità, io conquisterò l'universo.” In quegli istanti che mi sembravano giorni interi, la mia mente vagava tra i ricordi… Sentivo le parole che il Maestro del mio Tempio pronunciava leggendo le composizioni che gli erano state ispirate da Corellon stesso! “Svegliati, Solomon, non è ancora finita”.
Improvvisamente sono tornato in me stesso! Ho provato dolore nel ritornare cosciente, la mia mente balenava ancora… Tutto intorno vedevo fiamme… La mia spada! Era in mezzo alle fiamme! La dovevo recuperare, era un oggetto sacro! Ma Calni mi ha trattenuto dal tentativo disperato. Eravamo tutti salvi! Il giovane mascherato mi ha addirittura prestato momentaneamente il giavellotto, non me l’aspettavo, forse mi sbagliavo su di lui… Neanche il tempo di convincermi di questo quando ecco che lo vedo precipitarsi in un antro buio. Da lì escono due enormi scheletri! Non riesce a far in tempo a reagire che uno degli scheletri lo tramortisce! Incanalo le mie energie, mi concentro e riesco a distruggere con il pensiero quei non morti. “Rifletti la prossima volta, non hai la testa per intrigo!” gli ho urlato più tardi.
Sono invece rimasto stupefatto dall’incantesimo lanciato un prigioniero delle segrete: una guarigione immediata e totale di tutti i soggetti presenti nel raggio di diversi passi! E’ anche lui un chierico, seguace del dio Pelor, dall’aspetto denutrito e irrequieto non immaginavo che si nascondesse in lui un’abilità così superiore alla mia!
Più avanti ci attende una porta, superata la quale attende Sismas! Egli è intento a sacrificare la cita di una ragazza inerme! E’ circondato da potenti scheletri! Vedo ognuno dare il suo meglio per avventarsi contro di lui. Riesco con successo a scacciare la prima fila di scheletri servitori, ma uno più grande si avvicina nel frattempo e mi colpisce pesantemente…
Sento una confusione di voci, ma non distinguo niente. Intorno a me il buio. “Sei stato bravo Solomon”. La figura del Maestro di fronte a me. Poi un rumore sordo. Infine il silenzio. Corellon Lorethian si manifesta davanti a me, mi tende la mano, la afferro…

martedì 5 ottobre 2010

Asgard - Point of view!

REPORT

Una volta solo, senza maestro, senza amici, senza meta, ho iniziato a vagare fino a giungere a uno squallido borgo, costituito da una chiesa decrepita, una locanda buia e un municipio che avrebbe dovuto rappresentare il potere in quella zona.
Subito mi sono diretto alla locanda, dove per pochi spiccioli ho dormito su un umido pagliericcio e ho avuto il piacere di conoscere certe pulci che difficilmente dimenticherò. La mattina sono sceso al pianterreno per fare colazione e preparare le mie mosse future lontano da quel buco che il locandiere ha osato propinarmi come stanza. Comincio a bere un boccale di birra con quel beone e subito cado giù privo di sensi, probabilmente a causa dei miasmi di quel posto.
Purtroppo per me ci pensa a svegliarmi la donna più brutta che io abbia mai visto, rossa in volto e pustolosa, che ben pensa di rovesciarmi addosso una mistura immonda, che nella più felice delle ipotesi sembra acqua sporca.
Appena mi sveglio vedo una ragazza minuta che sfugge alla guardia che voleva registrarla come ospite del paese. Non ho capito quel gesto, tutti appena entrano in paese vengono registrati, l'ho fatto anche io.
Puzzando come un cadavere inizio a vagare alla ricerca di un pozzo dove ripulirmi. Mentre mi aggiro per il paese mi capita davanti una scena abbastanza curiosa: la ragazza di prima, accompagnata da un uomo in armatura pesante che ad occhio avrà almeno 20 anni più di me viene di nuovo fermata dalla guardia, che riesce ad estorcerle il pedaggio che non aveva pagato prima. Solo che i soldi non li tira fuori lei, ma il vecchio. Che stupida che è la gente... neanche la conosce e già le presta soldi???
Finalmente trovo il pozzo e riesco a lavarmi, però l'acqua ha un sapore strano...sarà sicuramente la muffa che cresce lungo le pareti di pietra. Decido di seguire quei 2, non è che mi interessano, ma sembrano che conoscano il luogo e potrebbero darmi qualche spunto per continuare il mio cammino. A loro si è unito un uomo dei boschi, puzza di bestia come pochi, ma nei suoi occhi brilla una luce di intelligenza che non si trova nelle tribù nomadi. Accanto a lui un lupo, il più grande che io abbia mai visto, che sembra obbedirgli come un cucciolo.
Ci dirigiamo verso il municipio. Subito accade qualcosa di strano: una guardia, un vecchio che io avevo maledetto prima borbottando parole senza senso in Draconico, solo per impressionarlo, muore. Cade davanti ai nostri occhi stecchito come se gli avesse preso un colpo. L'uomo in armatura (che tra l'altro devo dire che sembra abbastanza spocchioso e pieno di sé) nota delle strane macchie dietro l'orecchio, ma non riesce a determinare il tipo di malattia.
Visto che solitamente ai morti non serve niente cerco di frugare nelle sue tasche per vedere se ha qualcosa che potrebbe ritornarmi utile, ma il vecchio mi blocca estraendo la spada. Stupido!!! Che se ne fa un cadavere dell'oro??? Non è meglio che il denaro sia preso dai vivi?
Nella casa del sindaco scopriamo che lui è malato e che non si ricorda niente di quello che è successo nelle ultime due settimane, l'unica cosa certa è che le carovane non arrivano più in paese a causa di bande di predoni che le depredano fuori città.
Qui le cose iniziano a farsi confuse: il vecchio che era morto è scomparso, l'uomo dei boschi (mi pare si chiami Cal) non trova le sue tracce, si mescola il passato con il presente, nessuno capisce niente. Alla fine decidiamo di partire.
Dopo qualche ora verso nord, in direzione del Castello Bianco, dove dovrebbe esserci una colonia e l'accampamento dove dovrebbero essere stanziate le guardia (o almeno così dicono in città) veniamo attaccati da dei predoni Goblin.
Lo scontro è breve e violento e con poco sforzo le creature giacciono morte con le loro membra sparse per tutto il bosco. Trovo addosso a loro poche cose: rame e argento, ma nulla di importante.
Nell'accampamento Cal (mi pare si chiami così) trova un suo amico, puzzolente più di lui, molto più possente, ma senza quello sguardo vispo che caratterizza l'uomo dei boschi.
Questo uomo, che si presenta come Aaron, è un membro delle tribù nomadi, da quello che posso presumere non sa leggere e l'unica cosa che gli interessa è la morte e la violenza.

Proseguendo verso nord arriviamo in una zona molto strana. Una zona di bosco completamente bruciata, che sotto una mia attenta osservazione si rivela il sito di una recente magia, probabilmente di un evocazione, ma non riesco a capire cosa è stato evocato, maledizione!!!
Intanto il giorno e la notte si confondono, il bosco si fa più tetro e senza vita. La cosa non mi dispiace, mi trovo a mio agio ora che c'è silenzio e buio. Incontriamo un gigante orribile, che riusciamo a uccidere dopo che l'ho indebolito con un po' dei miei poteri.
Passiamo la notte insonne e ci troviamo la mattina dopo davanti al castello Bianco. Qui veniamo attaccati dai Goblin. Lo scontro si fa molto cruento (hanno con loro uno sciamano e un cavalca-lupi) e vengo colpito. Per fortuna l'evocazione del mio scudo magico mi salva la vita, ma il nomade e l'uomo dei boschi sono privi di sensi. Non me ne importa un granché, non avrei potuto curarli lo stesso, quindi mi occupo di ripulire le tasche dei goblin più vicini a me.
Nel cortile del castello attiviamo una magia antica e dimenticata da tempo, grazie alla quale il nomade e la donna cadono a terra urlando. Non sono nemmeno capaci di resistere a un trucco così elementare, schiocchi.
Troviamo uno gnomo con qualche potere magico che si diverte a fare gli indovinelli per aprire una porta segreta. E' lievemente pazzo, con sbalzi di umore e comportamenti bizzarri. Decidiamo di portarlo a casa sua, li vicino, dove improvvisamente diventa sano di mente e si rivela un essere molto astuto e intelligente. Dopo cena ci parla di piani innestati, realtà sovrapposte, cose che interessano il guaritore, non me. Fino a che la magia che utilizzo sarà li, a portata di mano, non mi occuperò mai di sovrapposizioni di realtà. Alla fine che importa dove si trova cosa, basta che continui a funzionare!
Il giorno dopo entriamo nuovamente nei sotterranei del Castello Bianco, dove incontriamo ogni genere di creature, tra i quali un corpo morto riportato in vita, sul quale riesco a avere un facile controllo, che poi va a morire gettandosi in una trappola.
Sconfiggiamo un orrida creatura piena di tentacoli e subito dopo notiamo una cosa strana: una parete azzurognola, lievemente gelatinosa e molliccia viene verso di noi. Decidiamo di combatterla e dopo un po riusciamo a sconfiggerla, ma a caro prezzo: il vecchio e il nomade vengono battuti e sono privi di sensi, pieni di bruciature da acido e ustioni, poiché quello sciocco di Cal ha dato fuoco a mezzo corridoio. Riusciamo a guarire il vecchio e carichiamo il nomade in groppa al lupo.
Incontriamo un altro prigioniero, completamente pazzo, vestito di bianco con inciso un sole sulla fronte. Il vecchio dice che si tratta di un simbolo di bene, appartenuto a non si sa quale divinità... che schifo, un altro stupido bigotto!
Dopo un po' mi avventuro in una segreta e vengo improvvisamente colpito da uno scheletro enorme, che invano avevo cercato di controllare. Svengo e mi sveglio dopo un po', completamente guarito, ma pieno di sangue e con un forte mal di testa. Mio malgrado devo ringraziare il guaritore, che osa anche dirmi che devo fare più attenzione!!! Per fortuna la ladra svela che in realtà è stato il vecchio pazzo a guarire tutti, quindi posso inveire contro quel bugiardo in armatura!
Corridoi, corridoi, corridoi...
Arriviamo davanti a una porta che si apre a comando, ma il giochetto era molto semplice da indovinare e quindi siamo entrati con facilità nella sala. Quest'ultima è molto grande, contiene vari scheletri di varie dimensioni, il più grande è alto circa 4 metri e mezzo, è enorme.
Al centro della stanza si trova Sismas (lo gnomo ci aveva detto che era lui la causa di tutto). Cerco di instaurare un dialogo con lui per poterlo prendere di sorpresa, ma riesce a evitare il mio colpo.
Comincia uno scontro cruento e rozzo. Il vecchio fa esplodere tre scheletri, i più piccoli, il lupo si avventa contro uno abbastanza grosso e lo stesso fa il nomade. La ragazza sta vicino a me e cerca di colpire con una balestra Sismas, colpendolo più volte.
Ad un certo punto compare davanti a lei una spada che fluttua a mezz'aria e cerca di colpirla. Io riesco a colpire Sismas più volte e lo indebolisco non poco: ben 2 dei miei raggi lo colpiscono e per poco non si inginocchia esausto.
Manda contro di me uno scheletro enorme che mi colpisce...poco prima di svenire vedo il nomade bloccato a mezz'aria davanti a Sismas, con la bocca aperta in un ruggito silenzioso, il vecchio accanto a me mezzo morto, l'uomo dei boschi sopra di lui che cerca di guarirlo e la ragazza che evita senza difficoltà la spada che cerca invano di colpirla.
Prima di chiudere gli occhi vedo una ragazza distesa davanti a Sismas...strano prima non l'avevo notata...è vestita di bianco e da quel che vedo è molto bella...
Buio..buio...buio...
Sento dei rumori attorno a me...un ruggito, delle urla, un tonfo...
Il nomade grida qualcosa, mi pare che urlasse “e io sarò qui ad aspettarti..”, ma non ne sono sicuro, non ha mai imparato a parlare come si deve, quell'animale... A un certo punto un rombo sopra di me, cerco di spostarmi, ma sono bloccato, non ce la faccio.
Qualcosa mi colpisce...strano, non sento più dolore... sento un altro colpo, un altro e ancora uno...
L'ultimo mio pensiero cosciente va a casa mia e al bambino che ero...cos'è quello che provo? Rimpianti? Rimorso?

lunedì 4 ottobre 2010

Il Primo BG - Asgard

Come avrete visto i BG in realtà sono segreti. Alla morte del personaggio però li pubblicherò sul sito.

Ecco il BG di Asgard!

Ps iniziate a commentare sennò sembra che sia pazzo.. ;)

ASGARD

Provo una grande curiosità per l'ignoto e questo spesso mi ha provocato grandi disagi in gioventù.
La mia famiglia mi ha sempre considerato strano. Già da piccolo notavano in me quei connotati che ora mi sono molto cari: pelle molto pallida, occhi neri come l'alabastro e una grande passione per le tenebre e il segreto. Il mio comportamento non del tutto inquadrato spesso non mi aiutava, ne in famiglia, ne nella mia città.
A 6 anni non giocavo, non frequentavo i miei coetanei che ora fanno i pezzenti e cercano di non morire di fame. Preferivo esplorare la mia città, specie la zona del porto e i quartieri vecchi e malfamati: sempre bui, sempre sporchi, sempre interessanti. Attorno a me succedevano sempre cose strane e apparentemente inspiegabili, si muovevano strane forze che mi spingevano a fare cose considerate dai più come “anormali”.
Giocavo con i topi, con le falene, con i serpenti. Un giorno ne portai a casa uno morto e mio padre da quel porco che era per poco non mi ammazzava.
Solo ora capisco l'importanza del mio dono e quello che comporterà all'umanità questa scoperta!!!
Poi, a 8 anni successe una disgrazia, che obbligò la mia famiglia a cacciarmi di casa: benedetto quel giorno, che ha spinto la magia che scorre in me a uscire e a rivelarsi al suo dominatore!
Mio padre, un sordido ubriacone, mi trovò a casa in lacrime, sporco di terra e sangue, con una pala in mano, pieno di lividi e tagli. Dopo una scarica di botta l'unica cosa che riuscì a togliermi di bocca fu la parola “cimitero”.
Andò li con il chierico della zona e scoprì che dei cadaveri erano stati dissotterrati e che i corpi erano spariti. Giuro che non mi ricordo cosa successe, l'unica cosa che so e che quella mattina mi ero sentito strano (o almeno più del solito) e che ad un certo punto “qualcosa” mi aveva spinto in cimitero.
I miei non vollero sentire ragioni: mi chiamarono pervertito, violatore di tombe, assassino e ladro. La mia stessa madre, quella lurida prostituta smidollata, prese posizione contro di me! Proprio lei, che non esitava a portarsi il lavoro a casa mentre noi giocavamo sul pavimento.
Mi cacciarono.
La prima notte fu orribile: corvi, topi e serpenti venivano da me e cercavano la mia compagnia, tanto da impedirmi di dormire. In preda alla disperazione abbandonai la città e scappai nelle campagne circostanti, facendo attenzione da non farmi vedere da nessuno.
Vissi un po' di tempo rubando, ma sentivo che quella del ladro non era la mia vocazione: a me piaceva l'ombra, la notte, la solitudine. Odiavo le piazze e le locande affollate dove solitamente i ladri “lavorano”.
Dopo qualche mese di quell'esistenza, venni catturato da un uomo che si avvicinò a me con la scusa di offrirmi del pane. Tal uomo non era neppure un essere umano al 100%. Aveva un fascino misterioso e dei modi di fare molto serpenteschi. Ricordo che indossava una tunica verde. Era uno Yuan-Ti mezzosangue, la più stupida bestia di quell'immondo ordine, ma comunque molto più forte di un semplice umano, figuriamoci di un bambino. Mi portò nelle fogne, probabilmente con l'idea di mangiarmi.
Li ebbi una rivelazione: dovevo stupire quella stupida bestia se volevo vivere: cercai di sprigionare tutti quella vasta gamma di stranezze che per tanto tempo avevano segnato la ima fanciullezza. Niente! Per quanto mi sforzassi ora sembravo uno stupido, magro e sporco bambino, pronto per essere divorato da uno squallido (benché forte) servitore.
Un attimo prima che la creatura mi colpisse, crebbe dentro di me una rabbia senza eguali. Capii che quello era il momento giusto per colpire la creatura e fargli capire chi era il più forte. Con una mano afferrai la bestia al braccio e per poco non glielo recisi di netto. La mia mano si era trasformata in una zampa violacea di pura energia, dotata di 4 artigli lunghi più di un coltello da macellaio.
Ero vivo!
La bestia, talmente spaventata scappò via urlando in un linguaggio che non capii. Dopo qualche minuto tornò insieme all'uomo che più di qualunque altro mi cambiò la vita.
Il mezz'elfo mi abbracciò, mi nutrì e mi diede una veste nera da sostituire ai miei stracci senza dire una parola. Dopo di che mi condusse in una vasta sala una volta adibita a segreta e si sedette sul trono più strano che avessi mai visto.
Lui era totalmente vestito di nero, seduto su un trono d'ossa, con al posto degli occhi due arcane fiammelle. Accanto a se stava un suo servitore, uno scheletro di un umano morto da gran tempo.
Il Maestro (d'ora in poi mi riferirò a lui in questo modo) era l'ultimo dei Negromanti, una setta di stregoni che aveva capito che la magia non era ne malvagia ne benigna, ma solamente magia. Cosa diventava poi era determinato dalle intenzioni dell'incantatore. La setta, mi spiegò, incanalava l'energia del piano Negativo in modo così perfetto da poter usare solo quella. Qualsiasi altro tipo di magia non è utilizzabile del Negromante!
Mi allevò come suo discepolo. Con lui passai anni a imparare e a migliorare le tecniche che mi erano state concesse dal destino. Come tutti i Negromanti lui non credeva nelle divinità. Io, già scettico di mio nei confronti della religione, fui ben felice di seguire il mio Maestro in questo. Dissi addio al parlare per aria con creature che non esistevano!
Divenne mio padre e mia madre, mio fratello e mio amico. Mi insegnò a disprezzare tutto ciò che aveva a che fare con l'ordine, in quanto l'ordine stesso è l'invenzione dell'uomo che più gli permette di compiere soprusi e ingiustizie.
Passai la ima adolescenza in pieno fermento: oltre a imparare tecniche su tecniche apprendevo l'arte delle segretezza e dell'inganno: il nostro ordine non era ben visto e quindi dovevamo restare nascosti e nell'ombra, a causa delle persecuzioni che le scuole magiche intraprendevano contro di noi. Sciocchi!!! Non capivano la nostra diversità: avevamo un potere a loro sconosciuto e loro ne erano intimoriti; quanta ignoranza che c'è al mondo.
A 15 anni affrontai la mia prima grande scelta.
Il Maestro mi chiese, dopo un lungo cammino, se volessi specializzarmi nell'evocazione dei non-morti o proseguire nel mio cammino che mi avrebbe portato a scoprire i segreti più nascosti della magia negromantica. Rifiutai, a causa di quanto i non-morti avevano fatto a me quando ero ancora piccolo, a causa della mia fanciullezza rubata per loro capriccio. Il mio unico scopo era diventato quello di accumulare potere per poter dimostrare a quel porco degenerato di mio padre quello che ero diventato: il discendente di una lunga stirpe di incantatori, votati alle tenebre, al di la del bene e del male.
Ho sempre aborrito la scelta che qualcuno fa di adorare e servire il bene o il male: questi ultimo non sono che il frutto dei giudizio del nostro tempo. E' lo scopo per cui sono utilizzati poteri e risorse umane a rendere una cosa malvagia o benigna, di per se non esistono.
Sviluppai enormemente il mio potenziale, affinai ulteriormente le mie tecniche. Nonostante avessi rifiutato di apprendere le più potenti tecniche di evocazione della non-vita, ero sono e sempre sarò in grado di evocare i morti come miei oscuri servitori, pronti a dare per me tutto, compresa la loro miserabile non-vita.
A 20 anni raggiunsi la piena maturità:s sbloccai in maniera consapevole e adulta il 1° sigillo dei negromanti e tutte quelle magie che in gioventù facevo in maniera inconsapevole divennero mie. Le conobbi così a fondo che dal quel momento non dovetti più scriverle o impararle dalle pergamene: mi venivano naturali come mangiare o bere.
Il mio Maestro mi diede il congedo: disse che con me aveva finito e che non c'era più niente che non potessi imparare da solo. Come ultimo gesto mi diede 3 doni d'addio, che sempre mi porterò appresso, per ricordarmi che grand'uomo che era.
Mi diede il suo famiglio, un Corvo di nome Svalabrast, che affinò i miei sensi e le mie difese mentali. Mi regalò un bastone, per sorreggermi nel cammino e per colpire sempre i miei nemici. E' un bastone duro, in erano, nero e mortale come la notte. Sulla cime ha incastonato un brillante, una gemma fatta interamente in SSeCd, di un rosso talmente acceso da far mele agli occhi di chi non è abituato a vederlo.
Come ultimo dono mi regalò una sua veste da battaglia, memore di quanto lui aveva dovuto lottare in gioventù. La veste, cucita in un pezzo unico, era di un nero quasi abbagliante, con degli inserti in cuoio di color avorio chiarissimo. Vista da lontano la veste dava l'idea di uno scheletro ghignante pronto a colpire. Tutto questo era completato da una maschera nera che copriva il volto fino al naso, con sopra disegnato un teschio ghignante.
Decisi di completare l'opera aggiungendo una fascia color rubino in vita, per poter tenere sempre con me i miei composti alchemici, che sempre mi hanno servito in maniera ottimale, grazie al mio talento innato a creare misture.

Il mio volto è sempre coperto, sono sempre nell'ombra. Giro ai margini del gruppo di avventurieri che mi sono trovato, ma il mio obbiettivo resta sempre uno solo: trovare mio padre, fosse l'ultima cosa che faccio. Loro conoscono solo i miei occhi, neri come la notte, inespressivi; ormai niente mi sorprende più e nulla mi fa timore.
Con loro mi spaccio come stregone, per timore che anche loro mi caccino via se sapessero quello che sono: non credo che riuscirei a restare sano di mente se subissi un altro abbandono.

Il barbaro conosce la magia come io conosco il balletto. Io gli sono utile, lui è utile a me. A lui per fortuna non interessa da dove deriva il mio potere, sa solo che talvolta è più forte della sua lama e che spesso gli sarò utile in battaglia. Per il guerriero il discorso si fa più facile ancora, non ha quella diffidenza quasi animalesca di chi ha vissuto in una tribù.
Quello che mi preoccupa è il druido: lui sa che la mia magia non è proprio arcana, ma finora crede a una panzana che gli ho rifilato: che il mio maestro era un mezzo-drago che mi ha trasmesso strani poteri.
Il bardo? E' intelligente, ma non ha tanta affinità con la magia, preferisce stare al centro dell'attenzione e affidarsi al suo talento.
La ladra è pericolosa: credo che riuscirebbe a ingannarmi e a strapparmi la verità, ma tutto sommato mi trovo bene con lei. E' una mia coetanea che non parla mai del suo passato, anche se nel complesso come persona è gradevole.
Non amo la luce. Preferisco il buoi e la sua sicurezza. Non ho paura di quello che non vedo, la paura è frutto dell'ignoranza ed è completamente inutile. Provo timore per i morti, ma è lo stesso timore che ha l'alunno nei confronti del maestro. Provo piacere nel fare cose avventate, tutta la mia vita è stata un rischio, spesso ho rischiato la vita e quindi non ho paura dell'impossibile.