Spostati Nano di Merda!

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martedì 25 ottobre 2011

[Anatema della vita] 6. La città della magia

Il santo padre Sanction Solas raccontò loro una storia. La storia cominciava così:
La via per la città della magia è ignota e impercorribile per tutti tranne coloro a cui viene raccontata.

A seguire sulla mappa la strada che realmente percorsero in meno di due giorni si rimarrebbe esterrefatti, perché non v'è creatura, sulla terra o nel cielo, che potesse coprire una simile distanza in così breve tempo, usando le proprie gambe o ali.
Per quasi tutto il viaggio, lo gnomo s'era trastullato con un gingillo che padre Soulas gli aveva donato, e taceva. Certo essere accompagnato da quello gnomo nel silenzio dei passi sul sentiero pareva assai strano. Più che strano innaturale.
Xanthia, statuaria nella sua armatura splendente, osservava lo gnomo e, giunti presso l'imbocco del ponte, infine chiosò "armonia".
Lo gnomo le dedicò un placido sorriso. La donna contraccambiò con un'espressione dolce degli occhi.

Kondar spiegò quella sensazione come un normale effetto derivante da antichi artefatti posseduti in tempi antichi dagli antichi dei quando erano sia loro che il mondo stesso già antichi. La sovrabbondanza del termine "antico" nel lungo discorso del nano disturbò non poco l'Eroe, che non perse l'occasione per rinfacciargli una limitata capacità dialettica, ma rese altrettanto bene l'idea di quanto raro potesse essere quell'oggetto. E inestimabile.
Si stupirono tutti a pensare come un oggetto del genere potesse trovarsi in un villaggetto di cui già s'erano scordati il nome, così come già non sapevano dove indicarlo sulla mappa. Anche il ricordo del nome dell'umile sacerdote che li accolse cominciava a scemare: Solias, Salos, Salor. Non ne erano più convinti.
Soltanto due ammennicoli e un'informazione potevano testimoniare il loro passaggio: i due grezzi pendagli al collo di Xanthia e dello gnomo, e la direzione verso Tanimura, la città della magia.

Nella terra dei tre re gemelli, venne indetta una grande festa, perché finalmente erano state trovate tre spose gemelle per i loro re.
Grande fu la contentezza del popolo intero, che decise di accorrere tutta alla capitale.
E i re gemelli nella loro grande saggezza decisero di edificare una nuova via d'accesso, erigendo un maestoso ponte sulle magiche acque che inanellavano la città. Tale ponte fu stimato nella misura di 135 leghe e alla sua estremità fu innalzata una porta di cui si raccontava non esistesse architrave, robusta eppure tanto finemente lavorata che pur un bambino poteva aprirne i battenti.
Siccome tale ponte era unico e di così squisita fattura che non se ne intendeva guastare la bellezza edificandone uno identico, le colline che s'affacciavano sulle magiche acque furono coltivate con alberi da frutto, i cui filari si dipartivano a raggiera verso ogni destinazione entro il regno, cosicché chiunque potesse trovare l'accesso al ponte. Tali alberi erano tutti figli della pianta incantata detta Maes per le sue immense dimensioni e Thio per la sua capacità di rigenerarsi, i cui rami dello spessore di un toro adulto avevano fornito il mattone con cui era stata edificata la torre della capitale.
La festa era prossima al compimento e ogni altro reame aveva già fatto giungere i propri doni per i novelli sposi: acrobati e circensi, dei lignaggi e delle razze più disparate, gli energumeni del nord come i prestidigitatori del sud, riscaldavano di vita le sale del castello e le strade della città; animali di ogni forma e colore, di ogni luogo e di ogni tempo, pascolavano nel vasto giardino che molti chiamavano Mondo, perché in esso vi erano contenuti foreste incantate e prati profumati, tiepidi deserti e infine mari, le cui magiche acque erano state poste a guardia della città.
Le descrizioni della magnificenza della festa divennero molteplici e ci furono persino coloro che si smarrirono a rimirare il Mondo, perdendo ogni cognizione di tempo e spazio, oltre alla festa in sé.
Ma questa era la volontà dei re gemelli: che ognuno trovasse ciò che più lo affascinava e che potesse godere di quelle visioni.
La penna di pavone scribacchiava rapida e leggera sulla pergamena, guidata dalla magia dell'Eroe e turbata a tratti dallo spirito dello gnomo che più che seguire la narrazione si divertiva a mettere l'Eroe in difficoltà.
Come il racconto finì, il santo padre si sincerò della salute e delle intenzioni dei cinque membri del pentacolo e subito li congedò, lasciando l'Eroe istruire i suoi compagni sul significato nascosto di quella storiella. Fortunatamente, i quattro godevano pienamente della serenità derivante dalla reliquia.

Oron'Harda - Reame di montagna

Oron'Harda

La cittadella elfica di Oron'Harda (che significa reame di montagna) è situata a Nord, su uno dei picchi più alti ed isolati della Grande Catena Montuosa. E' un paese la cui popolazione raggiunge i 3500 abitanti, tra elfi, elfe e bambini. La principale caratteristica di questo paese è che sembra, ad un primo ed inesperto sguardo, molto più piccolo di quanto sembri, in quanto ammantato da una potente aura di illusione che lo protegge da sguardi indiscreti. La maggior parte della popolazione è in qualche modo legata alla magia: vi sono maghi, e solo maghi, artigiani magici, divinatori, guardie ed un piccolo esercito fisso composto da circa 500 guerrieri che protegge la città dall'esterno. La politica della città è molto semplice: sono secoli che vive pacifica nella sua solitaria locazione, senza che gli eventi del mondo circostante la sfiorassero o invadessero: qualora si fosse verificato un fatto di importanza tale da richiedere l'impiego, o anche solo il parere, del divinatore, la figura più eminente della cittadella, allora essa si sarebbe prodigata secondo le proprie possibilità. Il Divinatore, il cui nome è Arbaiur ( = vecchio saggio), è la figura più antica, potente ed importante della città (è un mago specializzato in divinazione, vedi tu il livello), e le cui decisioni determinano il comportamento dell'intera popolazione: al suo comando vi è la legione di 500 elementi, tra maghi specializzati nel combattimento e guerrieri arcieri. La cittadella si sviluppa sul versante che domina la valle, in modo tale da averne il controllo visuale, e dimodochè Arbaiur, semplicemente il Saggio, possa divinare con il suo studio orientabile verso il quasi intero orizzonte. Un robusto muro composto di roccia e legno protegge la città, al di là dell'illusione iniziale, che si sviluppa a spirale, ascendendo verso il suo centro, costituito dagli alloggi del Saggio, costruiti in modo che una sola strada conduca ad essi, ma un numero imprecisato vi si allontanino. Salendo per la spirale si trovano le abitazioni della popolazione, costruite in solida roccia intarsiata internamente da legni pregiati, e si segue una strada battuta molto finemente, con i canali per l'acqua piovana che conducono tutti a delle cisterne che hanno i loro sbocchi all'ingresso della città, espediente molto utile per spazzare eventuali invasori simulando una piena o una valanga. Tutti i tetti delle case sono spioventi per evitare crolli durante il freddo e nevoso inverno, non vi è alcun mezzo di trasporto che non sia qualche cavallo bianco con bardature argentee all'interno della città. Più si sale di livello nella spirale, maggiore è la ricchezza nelle abitazioni e nelle botteghe. La città trae sostentamento dall'agricoltura, praticata in delle strutture all'apparenza piccole, ma che all'interno custodiscono potenti incantesimi di controllo del tempo atmosferico, e di allevamento, praticato in altre strutture che funzionano con lo stesso espediente. Proseguendo e salendo per la strada, detta Taloth ( = il sentiero) si trovano armerie, botteghe di sarti, artigiani, fabbricanti di bacchette, verghe e bastoni magici, fino ad arrivare all' abitazione del Saggio, detta Baralat ( = dimora alta): una grande costruzione in pietra bianca, con un grande portone a delimitarne l'ingresso: sulle mura si notano solo piccole feritoie, non vi è nessuno a guardia, all'apparenza. Ogni abitante dei Oron'Harda sin da quando diventa adulto conosce la parola che apre il cancello, semmai un impostore ne venisse a conoscenza, le guardie all'interno farebbero il loro dovere: l'atrio dell'ingresso è di forma circolare, dominato da un camminamento semicoperto, dal quale sporgono 20 arceri. Inizialmente non vi è nessuna porta, a menochè non si superi la registrazione, ossia il riconoscimento da parte di Jellarim ( = occhio), un vecchissimo elfo (dovrebbe avere almeno 6-700 anni) cieco, che semplicemente toccando e scrutando il visitatore ne determina l'appartenenza o no al villaggio. (anche Jellarim è un divinatore, specializzatissimo, sa fare solo quello!). All'interno del palazzo non vi è sfarzo, ma vi è sicuramente buon gusto e nobiltà: stupendi arazzi ritraggono la vallata di un millennio fa, dipinti e statue rappresentano le antiche battaglie tra le divinità ancestrali. Uno stuolo di servitori elfici, silenziosi e magici, si muove in tutte le direzioni, vi è un solo elfo, tangibile, Vartah ( = la guardia), accompagna chi arriva e fa gli onori di casa. All'interno di Baralat c'è la biblioteca, una delle più ricche, rinomate quanto sconosciute in assoluto, la scuola di magia e lo Yetille ( = osservare), il punto da cui il Saggio compie le sue previsioni. E' importante dire che il saggio scruta la Magia, non le divinità, le stelle o il fato.

Mir è figlio unico, proviene da una lunga tradizione di maghi: suo padre Laike ( = sveglio, acuto) era un mago, suo nonno Fim ( = intelligente) era un mago e così via. L'abitazione di Mir si trova poco al di sotto della Baralat, la famiglia è sempre stata benestante, gli ha permesso di studiare nella Baralat e gli ha sempre fornito tutto ciò di cui aveva bisogno. E' molto difficile trovare famiglie numerose nella cittadella, ogni coppia di elfi mette al mondo un solo elfo, mentre invece non vi è limite alle elfe: una coppia continua a procreare figli finchè non nasce un maschio, nel caso di Mir, egli è il primo ed unico genito. Laike è un padre severo ma buono, ha sempre preteso il massimo da Mir, lo ha sempre tenuto come si custodisce un dono molto prezioso. La madre di Mir si chiama Ithelel ( = stella limpida) ed è un'elfa abbstanza alta, di grande eleganza, con occhi viola e capelli argentei, anch'essa maga molto rispettata.

Più di metà della popolazione è femminile, le migliori artigiane sono elfe: producono bacchette, oggetti magici e verghe; i bastoni invece sono prodotti esclusivamente da elfi, così vuole la tradizione oramai millenaria della città.
La cittadella è contraria all'avvento di stranieri, a menochè non siano accompagnati da un abitante, che prende il titolo di Thur (guida), e ne ha la responsabilità assoluta. Se accompagnati, gli stranieri sono accolti in maniera educata e premurosa, senza che però non si perda mai la nobiltà elfica. Tutti gli elfi hanno capelli dorati o argentei, con occhi viola o blu. Gli abiti sono eleganti ma non sfarzosi, ricchi ma non ostantanti. I bambini sono molto composti, non ve n'è nessuno per strada da solo, tutti sono accompagnati e tutti hanno un compito: chi raccoglie foglie, chi legnetti.

Un ringraziamento a Tony

[Anatema della vita] 5. Locazione

XXVII giorno.
Un dispaccio giunse dal pentacolo a cui apparteneva il prode Bertrand de Rocherbrune.
Ivi v'era riportata l'ubicazione di una grotta e l'intero pentacolo si considera sicuro nell'affermare che quella fosse una delle tre sedi del negromante così come citate nella mappa, ovvero la grotta delle perversioni.
Il dispaccio accludeva alcune prove o dettagli a rafforzare quanto detto nel messaggio. Le prove o dettagli erano così riportati.
Per la gloria di Heironeus nel nome del quale vivo et laboro, il luogo è stato indicato sulla pergamena con precisione secondo la posizione delle stelle fissate nel cielo dal mirabile Pelor, da cui abbiamo ricevuto grande benedizione per la presenza tra noi del suo protetto di nanica stirpe.
Come da dispaccio consegnato brevi manu da me medesimo, nell'istesso giorno in cui il saggio et sommo sacerdote di Ayndril distribuiva ordini et doveri a noi tutti, in tale locazione v'era una grotta la cui descrizione coincide con la da voi fornita mediante la succitata pergamena.
Entro luogo tanto empio, è stata incontrata, affrontata et vinta una manifestazione, probabile stirpe od eredità del negromante istesso, sotto forma di donna dall'età indefinibile intenta in un qualche maleficio di natura mortifera, et assassinio di giovane et casta pulzella, soccorsa et salvata. Il tempo, come già iscritto nel precedente dispaccio, non ha permesso una conseguente et immediata purificazione del luogo, nella certezza di un nostro presto ritorno, avvenuto soltanto in data odierna secondo la posizione della stella magna nel tempo della massima luce.
Ad ora, è nostro testimonio l'assenza di tale caverna nell'istessa locazione.
Ad argomento favorevole alla giustezza della locazione, v'è la posizione di tombe gemelle all'esterno della caverna, edificate da me medesimo et padre Kondar della stirpe nanica subito dopo aver abbattuto et vinto la manifestazione negromantica, in segno di rispetto della vita di una coppia di pulzelle uccise da tempo dalla predetta stirpe malefica.
Non avendo trovato altra traccia et non udendo eco né d'energia arcana, né mistica (fosse del santo Heironeus o del crudele Hextor), siamo partiti verso altra destinazione secondo il nostro sacro mandato. Ma spediamo a voi, benedetti dagli dei per saggezza et prontezza di spirito, questa canoscenza et una richiesta di perdono et una preghiera.
Secondo la succitata pergamena, l'infera grotta ha desiderio a rendersi accessibile nello stesso luogo, con cadenza ignota ma misurabile. Tale locazione è tuttora empia et sazia di malvagità per causa nostra, ma può essere liberata et santificata dalla vostre forze.
Non lasciate tale locazione sine custodia!

XXXIII giorno.
In tale mattinata, benedetti da un sole tiepido come non si vedeva da settimane, una legione con i ranghi completi e i suoi 5454 uomini, partì dalla rocca di Lahtaa a nord-ovest della capitale alla volta della "locazione" indicata dal dispaccio.
Alla testa, il magnifico Er Iromi D'Aruap, la cui assenza tra i pentacoli fece molto parlare ma che risultò una benedizione per un compito tanto delicato.

XLV giorno.
La legione di Er Iromi D'Aruap giunse nella "locazione" indicata da Bertrand de Rocherbrune e fissò il campo attorno alla coppia di tombe erette dallo stesso Bertrand e il sacerdote Kondar.
Non v'era alcuna traccia della grotta, ma le schiere di chierici e devoti percepiva un'irrequietezza nelle ossa dei morti, così abbondantemente sparse nella terra tutto attorno a quel luogo.

LI giorno.
Questa missiva arrivò con molto ritardo, perché non usò alcun piccione o pennuto per il rapido trasporto di messaggi, bensì tramite un cavaliere d'alto rango ma di altra legione che pattugliava la zona pedemontana, prossimi alla "locazione" della grotta.
Ciò che vi era scritto non venne riportato in nessun altro luogo perché vi sono cose che i nostri figlio non devono mai conoscere.

[Anatema della vita] 4. Negromante...ssa

"Il Negromante ha a disposizione almeno tre luoghi dove poter rifugiarsi: alla testa delle sue armate, nella sua rocca tra i suoi libri o nell'anticamera della dannazione, la grotta ove è solito commettere gli atti più scellerati."
"Per essere una mappa è fin troppo dettagliata! Senti, o grande Eroe, e dove starebbero di preciso questi luoghi?"
"Cos...? Non capisco a che possa servire un'informazione del genere a te, nano... Mh, tanto più che non lo riporta."
"Inutile pezzo di carta straccia. Mi ci posso pulire le chiap..."
"Contegno gnomo! Abbiamo nobili compagni di viaggio, tra cui una rappresentante del genere che merita più di tutti rispetto: bada ai tuoi modi."
"Di certo non intendevo mancare di educazione verso...", lo gnomo perdeva il filo del discorso ogni volta che rimirava negli occhi Xanthia di Sivelune, occhi del colore dell'argento come la luna da cui prendeva il nome. "E... e... e, poi, non mi pare che il nostro mastro nano..."
"Sacerdote, sono un sacerdote! Perché tutti i nani devono essere dei mastri?!"
"... il nostro sacerdote nano sia di nobili stirpi."
"Si riferiva a me, testa rossa". Era l'Eroe che parlava.

L'Eroe, al secolo o forse al millennio Myr, aveva ottenuto questo soprannome, non certo un titolo, per alcune imprese davvero impressionanti: le solite cose che fanno impazzire di giubilo una corte reale e riempiono la bocca degli avventori delle locande; finanche i libri di storia riportano questo genere di imprese, ma non sempre dietro un poderoso fumo si cela un immenso arrosto.
L'Eroe si era presentato davanti a tutti i 15625 pentacoli sul destriero più bianco che paladino avesse mai strigliato, con quel giusto riflesso e bagliore nello sguardo che sacerdote avesse mai immaginato, con quel cipiglio attraente che mai donna avesse desiderato e con indosso le vesti più ricche e variopinte che gnomo avesse mai indossato.
"Ci sa fare il ragazzo", commentò lo gnomo. "Come una trota su un porcospino", rispose acido lo stesso gnomo.
Il nano (e lo gnomo) aveva le idee chiare al riguardo, ma in quanto eran tutti e cinque membri dello stesso pentacolo e per imposizione del sommo sacerdote insigniti di sacra missione sotto la supervisione del granitico Bertrand, non v'era tempo per questionare sui titoli, veri o supposti che fossero.

L'ordine sacro e reale per ogni pentacolo fu categorico: senza ausilio di mezzo o bestia alcuna, ogni pentacolo doveva recarsi secondo quanto la propria intuizione indicava alla volta del negromante e, ovunque esso si trovasse, affrontarlo, annientarlo e riportare traccia del proprio successo. Pelor e Heironeus profondevano copiosa benedizione su ognuno dei valorosi e la salvezza delle loro anime in caso di insuccesso. L'insuccesso, fu precisato, poteva essere uno soltanto: la morte dell'intero pentacolo per mano del negromante o delle sue schiere.
Ai pentacoli non fu data possibilità di scelta, né fu lasciato discutere i mezzi necessari: a ogni gruppo fu consegnata una mappa, copia di un'antica mappa prelevata da un tomo vecchio di dodici secoli. Tanto era antica la minaccia del negromante.

"L'unico accenno che fa è che la caverna si manifesta ciclicamente in alcuni luoghi. Lo si desume chiaramente da questi glifi in draconico, suppongo un sottostile della stirpe ambrata, un incrocio tra eredi dei draghi bronzei e quelli rossastri, ormai inesistente, o dovrei dire debellata, falcidiata dalla mano... chiedo venia, dalla lama degli uomini. Dico giusto, gran cavaliere Bertran?"
"Rimaniamo concentrati sulla nostra meta, sapiente Myr."
"Vai, Bert! Cantagliela a quello spocchioso."
"La caverna si manifesta, come già detto, nelle zone pedemontane, certamente in queste e queste regioni... e da quanto recitano gli antichi testi custoditi nella mia città natale..."
"mh mh", tossicchiò Bertrand.
"... dovrebbe avere l'aspetto lugubre di un ossario dal fetore di sangue marcio e putrescenza."
Il bagliore negli occhi dello gnomo assunse d'improvviso una tonalità scura e selvaggia. Afferrò il coltello dalla cinta e lo piantò sulla mappa inchiodandola al tavolo. La lama indicava la caverna dove settimane prima lui, Bertram, Xanthia e il sacerdote di stirpe nanica avevano salvato la giovane Camilla.
L'Eroe guardò i suoi obbligati compagni di ventura dissimulando perplessità con impertinenza.
Xanthia liberò la mappa dal morso del pugnale, che porse allo gnomo, e sfiorando il foro sulla pergamena, "qui v'era una negromante...ssa o come si potrebbe chiamare una - umph - donna che pratica certe cose contro giovani ragazze. La negromantessa non esiste più. Il luogo è stato bonificato e non è più una minaccia".
"Mirabile esposizione dei fatti, madama. Era dunque una donna il famigerato negromante? E se è stato sconfitto, come possono le sue legioni essere ancora all'opera? Siamo di fronte a un male ancora più grande e incontrollabile?"
"Oh, ne ho visti parecchi di creature morte ultimamente", borbottò il sacerdote, "e quei sgorbi di costole e carne che non mi arrivavano all'ombelico non erano certo tosti come i giganti che ho affrontato e distrutto in nome di Pelor".
"Ricordo che erano particolarmente inconsistenti, oltre che facilmente permeabili alla magia", lo gnomo mimava i movimenti con cui era riuscito a comandare e roteare quelle piccole creature. "E voi, adorabile Xanthia, non avete avuto alcuna noia a spazzarli via come spighe di grano, e l'odiata negromantessa è stata insidiosa ma di certo non all'altezza della fama del negrom..."
"Forse è stato sovrastimato il suo potere."
"Non dite sciocchezze, paladino. Siamo stati noi elfi a erigere le mura della sua rocca perché grande era la sua fama e la sua saggezza prima di divenire una minaccia! Voi uomini siete sempre pronti a elevarsi al di sopra ogni altra creatura... stolti e giovani umani..."

"V'è tristezza, Tam, nel cuore di quell'elfo", pensò lo gnomo. "V'è rabbia negli occhi di quell'elfo, Mat".

[Anatema della vita] 3. Primo incontro

I menestrelli suonano sempre dell'amore e di quanto potente esso sia. Dicono che superi ogni distanza, abbatta ogni impedimento e sovrasti ogni forza e con queste parole infiammano i cuori dei giovani e delle pulzelle di ogni terra.
L'amore dona la gioia e la vita con ogni parola, ogni sillaba, ogni lettera, ogni respiro.

Era dolce la melodia e tiepido il sussurro che riecheggiava da una grotta. Parlava di un giovane incontrato anni addietro, quando si era ancora ragazzetti, lui con i bei occhi intensi e le labbra già carnose, i capelli in ordine e le spalle robuste. Lui.
"Qual è il tuo nome, che è sfuggito il ricordo di quell'istante?"
"Qual è il tuo nome, mio giovane dio, o spirito, o incarnata essenza che sei tornata qui per me?"

"È una ragazza di non più di 16 anni, nessun tratto distintivo tranne una fluente chioma bionda..."
"Dev'essere bellissima...". "Oh be', ma mai quanto voi, o splendida apparizione... già, anche l'armatura è splendida o, piuttosto, splendente. In ogni caso, l'avete vista? La ragazza intendo..."
"Messer gnomo, vi pregherei nuovamente di non interrompere un paladino nell'atto di compiere il suo mandato"
"..."
"Mmh, bene. Ordunque, si domandava, madama, se per caso aves..."
"Scusami, stavo contemplando l'essenza della bellezza. Mi stavi dicendo qualcosa?"

La splendida apparizione indossava un'armatura che la copriva da capo a piedi, un'armatura per un nobile di qualche origine (gli stemmi incisi sul paraspalle recitavano una frase in un dialetto dell'ovest) ma di certo per un uomo non per una donna. Si vedevano chiaramente dei segni di lavorazione sulle piastre del pettorale che permettevano a una donna di indossare e proteggere un petto ben più prominente. La madama stava certamente indossando le vestigia di un parente, forse di un fratello o del marito, e questo parente non doveva esserci più.
"Dev'essere una storia molto triste, lo senti nell'aria e lo vedi negli occhi", pensò tra sè e sè lo gnomo, il quale si rispose "mentre di solito una donna dentro una gabbia di metallo, capace di roteare una palla di ferro grossa come la nostra testa, è del tutto normale?! Idiota!". Lo gnomo continuava a fissare la donna.
L'altra armatura semovente, di una fattura squisita, sebbene piena dei segni di scontri ripetuti e recenti, rispondeva a un nome importante: Bertrand de Rocherbrune, Cavaliere dell'Ordine maggiore dei Paladini di Ayndril. Strisce di capelli brizzolati gli davano un aspetto ancora più austero di quanto la sua postura e i suoi modi già non gli conferissero. Era un uomo severo e tutto d'un pezzo, ligio alla sua dottrina come lo gnomo aveva già avuto modo di sperimentare.
Lo gnomo, tutto all'opposto, era tanto difficile da comprendere quanto facile da notare: uno stretto e lungo ciuffo di un arancione carota che gli coronava la testa e uno scialle dello stesso colore annodato attorno al collo erano il centro dell'attenzione nella locanda. Solo qualche avventore sembrava più attento e preoccupato all'avvicinarsi del fondo del bicchiere, più specificatamente un gruppo di nani, probabilmente minatori in cerca di ristoro per la pesante e innaturale calura di quei giorni.
Be', forse non tutti quei nani erano minatori: tra loro ce n'era uno che dopo aver asciugato il fondo della sua coppa con la folta barba, benediva e disegnava sulla testa lucida dei suoi vicini un simbolo che tanto ricordava quello appeso al suo collo, il simbolo del dio del sole, il radioso Pelor.

[Anatema della vita] 2. L'adunata

Il sommo sacerdote raccontò la visione all'alto clero di Ayndril e condivisero la loro preoccupazione con il consiglio dei paladini. Questi, nella stessa sede, riportarono di numerose aggressioni da parte di schiere infinite di creature sorde, mute e cieche, che si trascinavano su membra marce e scarnificate, ma vivificate da un malanimo comune.
I paladini furono spediti ai cinque estremi del regno a riportare la luce di Pelor ed Heironeus, ma la terra continuava a dare verdura priva di sapore e frutta priva di colore, gli alberi crescevano privi di sostanza e i fiori non spargevano più alcun profumo; le madri di notte sentivano i loro figli piangere e ansimare per gli incubi e le nubi temporalesche che circondavano il reame erano immensi presagi di desolazione.

I paladini fallirono nel loro tentativo e la luce degli dei misericordiosi cominciò ad affievolirsi.
Quando tornarono alla capitale portarono con loro soltanto la lista dei nomi di coloro che erano morti, perché il corpo era andato a nutrire le schiere animate dei grigi nemici. Il sommo sacerdote diede, quindi, incarico ai suoi servitori scrivani di controllare tutti i nomi e assicurarsi che nessuno di coloro che erano morti si trovasse tra i 78125 da lui dettati. Così era.
Fu cosi` che il sommo sacerdote radunò nuovamente l'alto clero e il consiglio dei paladini e condivise la conoscenza dell'esistenza dei pentacoli. Alcuni dei nobili cavalieri impiegarono le loro estese risorse per indagare sulle persone dietro quella lista di nomi e di tutti i pentacoli selezionati non ne risultò uno anche solo manchevole di un membro, ma meno di un quarto di quei nomi corrispondeva a un cavaliere o un capitano di provata fama.
Allora, il più giovane dei paladini, spaventato dalle atrocità viste nei mesi prima e confuso da siffatte liste, prese la parola: "Signorie Vostre, ho assistito nel lontano est alla caduta della Stella del Mattino, al crollo del ponte di Magestillo e alla levata delle vestigia dei sacri Cavalieri di Apero dal cimitero dell'antica e maestosa abazia di Ywalik, smembrata pietra dopo pietra da quegli stessi cavalieri. Ho soccorso e poi abbandonato esanime il più nobile cavaliere di cui ora occupo il posto in questo consesso, perché le orde che ci circondavano erano di mille volte superiori a noi in numero. Vi pongo, quindi, quest'unico quesito: cosa possono 78125 persone di cui un quinto di umile lignaggio, senza un addestramento adeguato o capacità degne di nota, contro un male tanto potente?". Poi regnò il silenzio.

Il sole benedisse le finestre e le porte del Tribunale della Fede per cinque albe. Le guardie che custodivano come un unico cordone le porte non permisero l'ingresso di nulla, nemmeno acqua né cibo. E niente trapelava, né una parola o un grido si udiva provenire dall'interno.
Al tramonto del quinto giorno, un paladino divenuto di recente padre per la quinta volta, sedutosi accanto a una finestra, osservava malinconico il girotondo di alcune bambine nel vicino Convento delle Vergini. Le giovani vorticavano ed erano perfette nella loro unità: nulla sembrava turbarle, nulla sembrava insidiare i loro abbracci, nulla sembrava spezzare il loro legame.

"Per decreto del sommo sacerdote e dell'alto consiglio dei Paladini, si chiede a tutta la popolazione di recare il seguente messaggio fin nel più remoto angolo del regno: chiunque trovi il proprio nome presente in una delle liste affisse presso le chiese o i municipi o le caserme dei vostri villaggi è invitato a presentarsi entro la quinta luna dell'anno corrente davanti al sommo sacerdote in persona. Grandi pericoli incombono sulle vite di ciascuno di noi. Questo è un appello al vostro onore e grande sarà la vostra gloria in futuro."

[Anatema della vita] 1. La visione

Gli occhi si aprivano su una terra ingrigita.
Al centro del vasto territorio c'erano cinque giardini, ognuno in contatto con altri due.
Ogni giardino aveva un colore.
In ogni giardino v'erano cinque alberi da frutto disposti in cerchio uno accanto all'altro.
Ogni albero aveva un profumo.
Su ogni albero c'erano cinque frutti disposti agli estremi dei pochi rami che formavano una figura geometrica regolare.
Ogni frutto aveva un sapore.
Dentro ogni frutto c'erano cinque semi con la punta rivolta verso l'esterno esattamente su un vertice della stessa figura geometrica.
Ogni seme aveva una consistenza.
All'interno ogni seme si potevano intuire altre cinque forme.
Custodite in ogni forma si potevano immaginare cinque sogni.
E racchiuse in ogni sogno si potevano vedere cinque immagini.
Ogni immagine aveva un nome.

Quando il sommo sacerdote si svegliò, subito chiamo lo scrivano affinché prendesse nota di tutti i 78125 nomi. I nomi furono raccolti in gruppi di cinque e ogni gruppo venne definito "pentacolo".

We are come back!!!

A presto nuovi resoconti e nuove mirabolanti avventure!! ^^

intanto pubblico il Bg di Franz! ^^

IBERICAN

Il mio nome è Iberican, nato da una famiglia di mercanti del Sud. Come tutti in famiglia porto i tratti distintivi della mio popolo, con gli occhi scuri e i capelli castani. Sono piccolo di statura rispetto la gente alta del Nord, ma il nostro valore non è pari all’altezza e anzi, siamo dei guerrieri formidabili e di un certo valore. In tutte le guerre per il possesso del Grande Fiume la nostra gente si è distinta per coraggio e sprezzo del pericolo, riportando vittorie inaspettate , gloria e onore al nostro popolo.

Dalle nostre parti non abbiamo un signore feudale, non abbiamo un signore, non abbiamo un governo teocratico. Siamo gente pratica, che non crede all’occulto. Sappiamo che esiste la magia e la rispettiamo, ma sicuramente non crediamo alle panzane che ci propinano i predicatori sugli dei. Crediamo solo in quello che esiste. Siamo servi della ragione, della ricerca e della logica, la nostra filosofia porta l’individuo a saper ragionare con la propria testa e a non cedere agli eccessi della paura che la religione sa instillare.

Per questo non abbiamo mai avuto problemi con le altre razze, l’unica cosa che ci serve per convivere in armonia è sapere che la ragione pervade ogni cosa e che la tolleranza è alla base di tutto. I piantagrane nei nostri territori o vengono portati a calmarsi o vengono invitati ad andarsene, senza rancori o acredine.

Per regolare gli eccessi dell’essere umano, abbiamo sviluppato un sistema di meditazione, che porta la persona a convivere in armonia con il cosmo. La nostra scuola è rinomata, e riceve allievi da ogni villaggio della regione. Qui si impara a meditare, a trasformare il nostro corpo in solida pietra e agile canna, a portare all’estremo i nostri limiti, per compiere imprese che pochi altri esseri umani sarebbero capaci di compiere.

I nostri eserciti combattono senza armature, senza scudi e senza armi, privilegiamo degli agili spostamenti e degli attacchi a sorpresa con varie armi molto semplici, derivate dagli strumenti agricoli che tutti possiedono i casa. Non è raro che i nostri capi combattano a piedi nudi, mulinando braccia e gambe in una serie di colpi senza tregua.

Fui iniziato a questi studi come tutti i giovani del mio paese, con l’accordo di formarmi per cinque anni prima di avvicinare mio padre alla guida della bottega. Quindi diligentemente andai avanti a studiare, combattere, meditare, fino a raggiungere l’età matura, in cui avrei dovuto lasciare la scuola. Ma non volevo questo, il mio essere e il mio spirito erano legati allo stile quasi ascetico che lo stile monastico mi aveva insegnato. Volevo continuare ad approfondire i miei studi, a conoscere meglio il mondo. Volevo distinguermi dalla massa e dimostrare al mondo quello di cui ero capace. Ne parlai al mio superiore, il quale decise di appoggiare la mia richiesta.

Mio padre fu molto scontento, in quanto l’età cominciava a premere sul suo corpo e voleva che lo avvicinassi negli affari. Per fortuna avevo molti fratelli, e uno in particolare avrebbe potuto sostituirmi, in quanto era più giovane di me di appena un anno e a breve avrebbe terminato anche lui gli studi.

Fui inviato nel monastero centrale, fulcro dello stile monastico a cui ero legato. Parlai e mi confrontai con i grandi del mio ordine, sul mondo e sulle persone, sui popoli e sulle nazioni. Finalmente capii che il mondo doveva essere raddrizzato con l’esempio e non con la forza, con le parole e non con la spada. Dovevo fare qualcosa.

Decisi di partire, per poter fare di più per la razza umana. Partii, pieno di speranza, per poter portare al mondo la luce della ragione, per poter mostrare alle persone l’eccesso della religione. Il coraggio non mi mancava e nemmeno un certo ardore in battaglia. Quindi ero pronto: se le parole non sarebbero bastate, il mio pugno avrebbe colpito quelli che fanno della superstizione oggetto di paura e di costrizione, quelli che in nome di qualcosa che probabilmente non esiste fanno il male per il mondo.

Andai.

lunedì 28 marzo 2011

Er panza! Session 2

ODE A WILLIE “DONUTS”, L'ORRENDO TRIPPONE

Qui è il vostro inviato radiofonico preferito che vi parla, Oscar la pulce, da Radio Unghia3, in 109.75 in modulazione di frequenza. Oggi grandi novità, dal frigo a pedali di una nota marca svedese di vestiti e la olimpiadi di tango congolese svoltesi in Texas, dove l'inno nazionale è stato cantato da schiavi negri sul motivo di “Freedom”, suscitando l'ilarità del pubblico e dei grandi latifondisti del cotone. Inoltre al posto degli strumenti avevano le catene con le quali tenevano il ritmo.

SPLAT, è questo il rumore che ha fatto l'orrendo trippone, l'unico ingegnere microsoft a dire al vecchio Bill che c'è un problema perché manca la maionese, quando è “caduto” da un aereo in volo a 10000 piedi d'altezza, risolvendo in un colpo solo la mancanza di concime nel Messico, la fame del mondo e lo spostamento dell'asse terrestre dovuto al terremoto in giappone.

Al suo funerale vediamo in prima fila gli ambasciatori di Africa, Messico e Luna: inoltre tra gli invitati si sono visti molto addolorati gli allevatori di carne argentini, fornitori dei fast-food di mezzo mondo, Ronald mc Donald, l'ingegner Cane e un conduttrice italiana, tal Barbara d'Urso, la quale farà il servizio televisivo, dopo la replica del Piccolo Fratello 1 (spoiler: 18 omosessuali convinti devono resistere per 100 giorni nel quartiere gay di San Francisco, senza comprare cose con i brillantini che luccicano).

A presiedere la funzione la Chiesa Mormonica del grande dio Lucertola, che mangerà i pezzi di carne volati a più di 10 metri dal cratere d'impatto, che si è già riempito d'acqua e ci stanno facendo le olimpiadi di vela.

Mentre il modo intero guarda il dramma che si è svolto nell'Arkansas, i nostri eroi (un negro, un pazzo e un nerd hippy) entrano in modalità “seria” e assaltano l'ambasciata di Libia, dove fanno saltare la caldaia, la testa a 2 cani e mandano a cagare telefonicamente il console che cercava di contattare la nonna che vende pesci finti al mercato giù al porto. In realtà sono topi a cui hanno tolto la pelliccia.

Il tutto entrando in Matrix e uscendone altrettanto velocemente, dopo aver bloccato il download della capacità di attraversare i muri, tanto che Neo ha conosciuto le pareti dell'ambasciata molto da vicino.

Intanto la carta di credito dell'orrendo trippone funziona ancora, grazie a maneggi informatici di poco conto da parte di Willie “donuts” jr, il braccio di Willie “donuts” l'orrendo trippone che per gemmazione si è staccato dall'organismo madre per vivere da solo, dicendo alla stampa che “eravamo in troppi e la TV era in bianco e nero e non si vedeva un cazzo.”

Questo è tutto da Radio Unghia3 in 109.75 in modulazione di frequenza. Non mancate i nostri appuntamenti, poiché domani interverrà il dottor Poesia sul tema “Perché gli Ebrei hanno il naso lungo? Forse perché l'aria e gratis?”.

Non mancate di telefonate per dire la vostra. In palio un pannolino usato da me!!!

Massime Murdock - Sessione 2

A-Team Productions Ltd. presenta “I momenti più bui di un manipolo di mercenari al servizio del governo americano”:

EPISODIO 1: Murdock in “Lo Sceriffo Jones”

A bordo di una berlina scassata del ’75 dello sceriffo di El Cayon, Murdock, PE e il giappo si dirigono a nord verso San Diego. Stranamente la vettura sembra essere l’unica provvista di volante a destra…

In mezzo al deserto e alle porte di una squallida cittadina, i nostri improbabili eroi si trovano a dover attraversare un posto di blocco allestito dai Marines. Giunti all’altezza dell’Hummer dotato di calibro 50, lo Sceriffo Jones decide di condurre il gioco.

Marine: “Documenti prego!”

Sceriffo Jones: (verso il giappo camuffato da messicano o simile seduto al suo fianco) “Figliolo, passagli i documenti”

Il giappo non sa neanche dov’è.

Marine: “Posso avere i vostri documenti?”

SJ: “Figliolo, devi perdonare il mio assistente, è inutile!”

Continua il disagio.

SJ: (verso il giappo) “Figliolo, cosa aspetti?? Passagli i documenti” (verso il marine) “Lo pago appena 3$ all’ora, è stato adottato, un’infanzia infelice…” (sputa per terra).

Lo sceriffo intuisce che il giappo li farà ammazzare tutti. Si gira verso PE nella parte del detenuto sotto custodia e gli urla che è un derelitto scimmione criminale. Poi sputa per terra e ammicca alla guardia.

SJ: “Figliolo, fai passare gli amici dello zio Sam!”

Incredibile, riescono a passare senza esibire documenti!

PE, per vendicarsi degli appellativi di poco tempo prima, strangola Murdock mentre guida, l’auto però inizia a sbandare… Il giappo tenta di recuperare il controllo del mezzo, ma è un giappo… Morale: si spacca un semiasse e si finisce fuoristrada… Intanto sopraggiunge l’Hummer militare…

Lo Sceriffo Jones con gesto preciso e rapido carica il fucile a pallettoni appoggiato al cruscotto ed esce. Dopodiché il delirio! PE finge il sequestro dello Sceriffo, il quale urla “Cazzoni, non vedete che mi ha preso in ostaggio?? Sparategli!”. Parte un colpo che ferisce lo Sceriffo alla spalla, errore del marine.

Intanto il giappo si mette in ginocchio con le mani intrecciate dietro alla nuca ed esclama “Sacà sacà!” e viene crivellato di colpi!

Nel mentre lo Sceriffo Jones è a terra con un buco evidente alla spalla e sangue che fuoriesce vistosamente.

SJ: “Muovetevi signorine!! Questo non è ketchup!! Dov’è quel cazzo di kit medico??”

PE decide che è il caso di consegnarsi senza opporre resistenza.

SJ: “Che diamine aspettate, checche?? Portate il medico!!”

I due vengono trasportati via verso la base militare più vicina, ovviamente in stato di arresto…

EPISODIO 2: Murdock in “L’Uomo Daghe”

Murdock a bordo del poderoso camion guidato da PE indossa un cappello da texano e con aria compiaciuta esclama a ritmo quasi regolare e in risposta ad ogni stimolo “Dagheee!”.

Degna di encomio la punizione di PE allo spacciatore che si aggira intorno al nuovo furgone GMC con motore 5.0 V8. Adesso il supermercato di zona ha un nuovo articolo da vendere…

PE: “Tenete, questo vende droga.”

EPISODIO 3: Murdock in “Agente Smith”

Mentre Murdock, PE e il nuovo affiliato (un certo Willy, nerd tecnologico rubato alla Microsoft) si infiltrano nell’ambasciata libica a Washington sotto le spoglie di operai addetti alla manutenzione della caldaia, Murdock scivola sul pavimento bagnato e cambia personalità: da inserviente Smith diventa l’Agente Smith di “The Matrix”!

Con aria seria si volta verso PE.

AS: “Signor Anderson… Abbiamo poco tempo prima che si accorgano, stanno riprogrammando la matrice.” (alla radio al polso) “Trinity, scollegaci!” (verso PE) “Muoviti Morpheus!”.

Segue l’improbabile fuga tra i mille pericoli della matrice…

domenica 13 marzo 2011

Bad Company!

ragazzi giovedì l'apocalisssse!!!

CI diverrtiremo!!! ;)

attendo i vostri pg!

intanto puppatevi questo:

venerdì 18 febbraio 2011

Sessione 8

E' morto il cattivo, E' morto il cattivo, E' morto il cattivo, E' morto il cattivo, E' morto il cattivo, E' morto il cattivo....

abbiamo vinto. Il capitano va in giro a cercare un cazzo di libro di nonsoché della pirateria, per sistemare il nonsocosa della granzkdfjfbigus gnagnagnagna... cerca un libro. Punto

Non lo trova, ma in compenso le guardie trovano noi e ci intimano di uscire. Noi lo facciamo in maniera piuttosto egregia e mentre stiamo tornando sulla nave vediamo la scuola prendere fuoco, a causa dell'incendio appiccato dalle guardie. Credo che il vecchio stia ancora aspettando che venga aperto il bordello, quasi quasi mi fa passione. Ma poi me ne frego e passo oltre.

Sulla nave riesco a costruirmi una sdraio con le palle: comoda, morbida e che odora di donna. Proprio come piace a me. Il capitano si è chiuso a parlare con l'organo (è pazzo!!!) e io son li che pesco parlando con Bomb delle virtù di Toom, con il quale è riuscito a rigare i cannoni in 5 minuti. Pensare che ne portava uno alla volta e SENZA USARE LE MANI!!!

Pesco un tonno. Naturale, sono bravo e uso le esche giuste e prima di portarlo in cucina decido di fare a gara con Bomb su chi lo cucina meglio. Dopo aver distrutto la cucina e traumatizzato Ilario, risulta che il suo tonno è più buono del mio. Però lo abbiamo finito tutto e il capitano non sembra contento. Ma chissene frega, come dice sempre mio nonno quando esce fuori di casa nudo, come un verme di mare. La faccenda si nfa ottima quando Ilario ci offre dei dolcetti e il risultato è eclatante: Bomb si prosciuga sulla tazza del cesso, inonda la baia di merda, tanto che sentiamo che arriva una scialuppa di attivisti che ci dice: CAZZO, NON COMINCERETE GIA' ADESSO???

Io cago per tre ore, ma poi sono uno splendore e sto con Bomb in attesa che finisca di morire. Ilario ci porta del rum che io tracanno a collo. Sbrumo per 3 ore. Passiamo la notte a morire, mentre Eddy la passa in città da quel che ci viene narrato e poi stranamente cade a mere. Adesso è sporco di merda-vomito-vomito-merda e puzza da far schifo. In qualche modo lo tiriamo su.

Ilario deve morire. Lo cerchiamo in tutta la nave e finalmente lo trovo nascosto dietro la cucina. Stiamo per zompargli addosso quando ci addormentiamo.

Mi sveglio che il capitano mi sbraita addosso qualcosa sul fatto che non si può ammazzare il cuoco e che blablablablablablablabla ecc ecc ecc... mi sento un po' strano..... sento le ginocchia deboli e la fronte che suda...

BAM!

CHI CAZZO SIETE LURIDI PEZZI DI MERDA COPROFAGI CANNIBALI DEL CAZZO! COSA CI FACCIO SU QUESTA BAGNAROLA? E SOPRATTUTTO NON TI PERMETTERE DI INSULTARE MIA MADRE, LURIDO VERME, CHE DI GENTE COME TE NE HO VISTA TANTA, TUTTA MORTA.

Mi arriva uno schiaffo! Chi sono? Chi sei? E soprattutto che cazzo ci faccio qui? Vedo un frocio, uno che si sente un dio e uno decisamente provato dalla diarrea. Spero sia un sogno.

Sono su una nave? Sono un pirata?

Devo crederci....

Mi portano in una segreta, lungo un corridoio, dove un lurido ammasso di carne ci corre incontro urlando. Muore, ma quello che era provato dalla diarrea lo fa esplodere in un tripudio di merda, amputandosi il braccio. Ne arrivano altri. Sempre lui fa per lanciare una bomba, quando questa gli cade in testa e adesso è lui a esplodere in un tripudio di merda (ma poca).

In un altro corrdoio troviamo una pozza d'acqua. Faccio per immergermi quando delle luride bestie mi attaccano. Scappo fuori e neanche giocando a tiro a segno con il frocio riusciamo a batterle. Stupidi pesci di merda.

Facciamo il giro e arriviamo a una scuola ridotta in cenere. Il capitano trova una botola e ci intrufoliamo al suo interno. Troviamo in una stanza una donna, spagnola, che mi insulta solo con lo sguardo. Ammazzo un beone della ciurma.

In un grande salone incontriamo tanti idioti puzzoni, morti e volanti e un po' tutti e 2. Dopo una lotta incredibile, nella quale tiro una legnata nei denti del capitano, rompendogliene parecchi, riusciamo a sconfiggerli, ma io mi accascio a terra esausto. Il capitano trova un libro, nel quale sembra specchiarsi ed è tutto contento come mio nonno che trova un soldo per terra.

CACOJE? CHE CAZZO HAI DETTO? VUOI CHE TI PRENDO LE BUDELLA E NE FACCIO UNA COLLANA PER IL PROSSIMO CHE MI OFFENDE? COSI' POI LA STRINGO FORTE ATTORNO AL SUO COLLO, COME MONITO PER GLI IDIOTI!

mercoledì 9 febbraio 2011

In coperta cani rognosi!

Cari compari di viaggio,
come sapete non sono per discorsi sdolcinati da figa molle - tira rumorosamente su col naso, e asciuga una lacrima con il bordo sudicio della manica -, ma e` stato un vero onore solcare le generose e puttane acque con voi e ... - aggiunge con un po' d'imbarazzo - tutti i bastardi pelosi che si sono avvicendati su questo legno.
Ora, e` mio caldo ed umido orgoglio potervelo annunciare, i nuovi cannoni sono stati definitivamente approntati e calibrati per non sverginare violentemente questo bel pezzo di legno.
Capitano, mio capitano, non ti chiamero` piu` piscialletto: sembra che tu abbia ancora tutto l'armamentario al suo posto - da` un pacca sull'anca del capitano, dopo che questo s'e` ritirato per evitare la palpatina di controllo -, questo significa che sai toglierti dal culo anche le rape piu` ruvide e rugose. Bene, sono pronto, capitano!
E tu, Biondopelo, - fa con tono perentorio verso il nordico compagno di "scopate" - non puoi ammosciarti in questo modo! T'ho visto, cosa credi, con quelle troie: una delle piu` virili erezioni che un uomo possa concedere ad una femmina vogliosa. Vedi di portare altrettanta solidita` quando si tratta di sculacciare i bimbi brutti e cattivi... e, mi dicono, anche piu` puzzolenti e putrescenti dei batuffoli del fu Tarzanello!
Mentre tu, ehm - dimostra un discreto imbarazzo -, Notastorta, ehm, ricordati che la carne non si succhia, ma si mastica!
E, ora, dov'e` quel filibustiere dall'occhio rosso che m'ha promesso due belle bisteccone al sangue?! M'ha assicurato che sono grasse come le poppe di Madam Abbondanza - la polena della nave -.
Ehi tu ...

... e la sua voce si spegne sotto coperta alla ricerca del "nuovo" cuoco psicopatico.

venerdì 4 febbraio 2011

The new deal!

POV

Scena: notte fonda, tutti dormono, pian piano l'alba si sta avvicinando, il sole sta sorgendo e mancano veramente pochi minuti a una nuova delirante giornata. Ovviamente in questa nave di decelebrati non si può dormire come quel mollusco di Poseidone vuole. Quel cretino smidollato che ha permesso a Eddy di venire al mondo adesso lo lascia libero di urlare.... imbecille....

urla di non so che nave, non mi interessa, non sono mica il capitano, quindi mi volto e continuo a sognare quella cosa strana, di cui non mi ricordo bene il nome e come si utilizza... cavolo, com'era???? ah, si... DONNA....

sento dei passi, sono due persone, scommetto che sono il capitano e Leandro... dai che oggi è la giornata buona, che peschiamo con il bardo... chissà se ai pesci piace la musica...

E CHE CAZZO SUONI LA CAMPANA... ho capito, mi sto alzando...

ecco, arriva una nave e il capitano è agitato... crede che ci faremo ammazzare da qualche squilibrato della marina... ci dice di assumere un basso profilo e io subito mi vado a nascondere dietro il parapetto, pronto a intervenire.

Si sparge una voce... è Long John che viene a farci visita!!! altri urli, ma ovviamente non c'è nessuno, son li che pregano il dio Flynn, che peste li colga nel colon...

perfetto. Il capitano urla, Eddy urla, Cantor urla, Poesia fa il bastian contrario e sta zitto.

Arriva il CAPITANO e si ritira a parlare con Flynn, notevolmente agitato. E' arrabbiato con Cantor perché ha i vestiti più colorati dei suoi, ma ti pare??? io ho una sola camicia e me la sento di troppo... Bomb intanto si lava con del vomito, proveniente da Cantor, che ha bevuto un po' troppo...gli dice che gli va bene così, che si sente pulito...

come diceva mio nonno: “gusti xé gusti, disi la mosca magnando merda”. Adesso ho capito appieno il detto...

dobbiamo metterci in viaggio, ma verso dove nessuno lo sa, il capitano ci guida un po' a casaccio, dice che dobbiamo seguire una mappa che si illumina e segna un punto ben preciso... ma faccio finta di nulla e continuo per la mia strada.

Non succede nulla di interessante, i finnici hanno finalmente smesso di calarsi le braghe, anche perché il Frocese li guarda leccandosi i baffi.

Arriviamo in porto e Eddy si allontana subito, con il pretesto di raccogliere informazioni. In realtà credo che abbia voglia di farsi rapire e violentare di nuovo.

Noi andiamo in una bettola di prima classe, dove le cameriere sono addirittura vestite...

bevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevobevo

SOBRIO!!!!!!!!

il capitano ci guida verso una scuola bardica, dove deve “prendere un libro”. Spedisco 2 finnici con Ubald a prendere della polvere da sparo, in modo che lo scortino e impediscano a chinque di violare il giallo.

La scuola è deserta, decrepita e disabitata da anni. Un vecchio è convinto che dobbiamo costruirci dentro un bordello e quindi si è messo educatamente in fila. Apro la porta nella maniera nordica (a spallate) e ci troviamo in una sala che da su due rampe di scale.

Saliamo la prima e un odore familiare ci colpisce: è l'odore di Bomb!!! ma lui è sulla nave, quindi chi cazzo è, per la sacra barba di Berta????

apro la porta accanto a me: ci sono due morti sul letto. Faccio per aprire la finestra quando questi si alzano e mi attaccano. Subito afferro il primo e lo frantumo, dopo che il capitano gli ha fatto un buco in pancia. Mi giro velocemente e disintegro il secondo. La stanza è ovviamente vuota.

Esco.

Seconda stanza: stesso copione, ma i morti sono 6, Flyyn ne brucia 3 e io salvo la vita a Eddy, spappolandogli davanti a lui una creatura che lo aveva preso in simpatia. In cambio lui canta la mie gesta... sono fiero di me!

Terza stanza: idem. Però da Eddy si alza un odore di piscio fresco, inconfondibile. Cerca di far finta di niente, però ci siamo accorti... spero che sulla nave ci siano delle fasce, così le sue perdite sono controllate.

Lui si va a rifugiare nel bagno, dove viene attaccato da una creatura tentacolare che muore, non prima di averci sporcato con dell'acido.

Arriviamo all'ultima stanza del corridoio: la apriamo e 18 creature ci saltano addosso: cominciamo a combattere, ma ovviamente metà di loro mi buttano contro. Mi colpiscono e cado nell'incoscienza.

Sento un fragore immenso e subito delle fiamme avvolgono la stanza. Flynn ha dato fuoco a una bottiglia di Rum e le bestie stanno bruciando. Purtroppo Ugo e Tza non ce l'hanno fatta e giacciono morte.

Domani avremo pesce.

Ubald è molto scontento della morte di Tza e tesse un elogio funebre durante la notte. Gli altri finnici non sono delusi: infatti Ugo era quello che ce lo aveva più lungo e adesso Toom, il secondo classificato è felice.

Il giorno dopo sono quasi ripreso e torniamo a esplorare l'altro corridoio. Arriviamo in un salone molto grande, pieno di non morti. Al centro c'è un tavolo e sopra di esso una creatura lievemente più grande delle altre, che parla la nostra lingua. Ci attaccano.

Indietreggio per afferrare una lama che stava per caderci in testa (vai BIANCO) quando vedo una cosa strana: Flynn si erge risoluto, circondato da un aura bianca che mai avevo visto, neanche al bordello e io di bordelli ne ho visti tanti, prende il fucile da un Leandro tutto sudato dall'emozione. Prende la mira e spara: vedo quasi il proiettile uscire dalla canna, girare su se stesso e infilarsi con assoluta precisione nella testa del malvagio. Poi nulla: tutti gridano, fanno i complimenti a Flynn, anche Poesia è stato colpito dalla grazia di quel gesto e si è messo a gridare per poi ripiombare nel silenzio, commosso.

Eddy applaude

Ubald si inginocchia

Toom si cala le braghe, come se fosse merito del suo membro che abbiamo vinto

il membro di Toom applaude

tutti applaudono il membro di Toom

Perfetto: i cattivi sono stati sconfitti, il capitano è praticamente una divinità e abbiamo ripulito un posto che adesso può diventare quello per cui era stato costruito: BORDELLO!!!!

maredimerda

giovedì 3 febbraio 2011

no comment- Epic WIN!

.abbiamo perso molti uomini stanotte, la fame d'avventura e la sete di scoperte talvolta impongono prezzi molto alti da pagare.. Ho perso due fratelli di Ubald e due finnici, dopo una notte di tiro al bersaglio - caspita, tiro proprio bene! - torniamo alla vecchia e desolata scuola bardica per finire ciò che abbiamo incominciato. Percorriamo il corridoio che ieri abbiamo scartato ed arriviamo ad una porta chiusa. Mi incuriosisce, mi insospettisce, mi puzza: ordino a Bianco di passarla e lui trova un letale meccanismo che scatta all'apertura della stessa e che, con mio enorme stupore, riesce a schivare con felina agilità: una lama molto grande fissata ad un'asta ha sfiorato la scura pelle di bianco che però si è schivato con una mossa che mi ha stupito. Entriamo: ci sono decine di zombie - probabilmente di bardi: Eddie, la scorsa notte, mi ha detto: Capitano, sono sicuramente studenti!.. che ovvietà, per le brezze marine... Al centro, un grosso tavolo con uno zombie più grande, meglio messo e vestito in modo particolare: ci chiede che vogliamo, che cerchiamo.. Io taglio corto dicendogli che è contro natura, lui ci manda contro la sua orda informe e putrida. Decido di farla finita: mi giro verso Leandro, porgendogli la mano destra con la mia solita convinzione, ma questa volta con uno sguardo molto concentrato. Noto sulla sua fronte intrisa di sudore, una gocciolina che mi segnala che la situazione è grave, è di molto peggiore rispetto a quella di stanotte, so che non posso fallire. Leandro, non so se per paura o per rispetto è inginocchiato: io appoggio il piede destro sulla sua coscia e, dopo essermi messo a posto il colletto della camicia, miro in mezzo alla fronte del mio nemico, del capo che dà gli ordini agli zombie. Nella mia testa so cosa devo fare e come ciò deve accadere: il pollice della mano sinistra ha caricato il colpo, l'indice invece preme il grilletto... A qualche attimo dallo sparo sento silenzio, a qualche secondo dallo sparo sento le grida di gioia e di esultanza del manipolo di uomini che è con me: mani mi danno pacche affettuose, in molti si congratulano! Io soddisfatto e fiero di me, do un'ultima aggiustata al collo della mia camicia e porgo il fucile a Leandro: il suo OLE' non è mai stato così bello da sentire..

venerdì 28 gennaio 2011

Pov sessione xxx

POVPOVPOVPOV

Indovinate: ancora sempre e solo MAREDIMERDA!!!!!!!!!

esatto, miei luridi bifolchi. Ma ritorniamo a noi: Eddy è violato più volte da Paloma, tutti dormono, io puzzo come un barile pieno di cadaveri e cattiveria e la notte sta per finire. Quando a un certo punto io e Bomb, separati dalla ciurma di omosessuali, sentiamo un rumore provenire da una cassa molto grande.

IDEA! GETTIAMOLA A MARE! Anzi, scaraventiamola nella stiva. Ovviamente il capitano si sveglia, urla, l'ebreo-cinese-sacerdote-pazzo prega, gli svedesi fanno a gare per chi ce l'ha più lungo e dalla cassa compare un idiota.

Avete presente i ragazzi speciali, quelli che di solito al loro decimo compleanno li si butta da una rupe? Ecco, lui è uno di quelli, fortunosamente sopravvissuto alla caduta evidentemente. Ha un occhio di traverso, una fessura lungo gli incisivi, balbetta come un pesce che è stato sorpreso a rubare e ovviamente è pazzo.

Si spaccia come cuoco, purtroppo Cantor lo riconosce, lui si mette a cucinare subito qualsiasi cosa gli capiti davanti.

Branco di imbecilli.

GIORNATA CONDITA DA: MAREDIMERDA!!!!!!!!!

indovinato, miei sordidi ubriaconi senza orecchie. Ancora mare: però 2 grandi sorprese: Paloma muore, perché ha avuto la bella idea di cercare di violentare il capitano e a noi viene data una carne diversa, più scura. Buona!

Inoltre il frocese decide di buttare a mare il rum. IL RUM!!!!! maledetto frocese di merda, lurido figli di una cagna pustolosa e padre ignoto, che tu possa marcire. L'inconveniente viene risolto presto e noi abbiamo adesso un portello per i cannoni che canta la Marsigliese....

muoiono 2 svedesi, mangiati dagli ssquali. Peccato, ma amen. Gli altri 2 stanno già facendo a gara per chi ce l'ha più grosso.

Arriviamo in un porto: solito, arriva la marina, piena di froci, non riesco a sabotare il loro timone, peccato.... il capitano taglia il loro feldmaresciallo e per ripicca lo lasciano li sanguinante.

Si prendono Eddy, amen. Ormai lo trattiamo come merce di scambio.

Eddy fa amicizia con un soldato, che è probabilmente il fratello maggiore di Paloma (in tutti i sensi). Mentre lui diventa uomo, io e Bomb cerchiamo di correre dietro a Chiappe d'Oro, con i risultato che il capitano mi spara, perché è geloso. E poi se la fa lui la chiappona....

MERDA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

in città ovviamente seguiamo la solita routine: entriamo nella locanda, la distruggiamo a forza di bere, io e Bomb praticamente anneghiamo nell'alcol e Ronald, il cuoco pazzo, si allontana con un Bangla.

Il capitano ci guida lungo una galleria, io ovviamente sono davanti: la mappa ci ha portati qui, non so che senso abbia, sembra un covo di pirati abbandonato da tempo....Eddy si lamenta e lascia una scia di sterco un po' ovunque, perché non ha più la forza per tenere il culo stretto... sembriamo un barile pieno di occhi di pesce lasciato a marcire per espiare i peccati dell'umanità.

Io intanto canticchio tra me: maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda...per chi non avesse capito il concetto....

Bomb trova un passaggio (al secondo tentativo) e arriviamo in una piccola caverna che da sul mare. Davanti a noi un isoletta: un classico.

Faccio per entrare in acqua e improvvisamente (un classico anche questo) un tentacolo mi prende e inizia a trascinarmi. Bomb corre in mio aiuto e viene preso anche lui (tipico). L'unica speranza è Eddy. Perfetto: siamo morti.

Riesco a liberarmi e Bomb decide di far saltare in aria la bestia. L'esplosione è tanto forte da scagliarci lontano.

Vengo mandato all'isola, dove trovo una cassa con lo stemma di Long-John. Dentro ci sono vestiti, libri e mappe. Decidiamo di portarle a riva e successivamente sulla nave.

Nella notte aiuto il lurido Bomb a fare una bomba simile a quella che ha usato per uccidere la bestia. Dopo qualche ora riusciamo a costruirla, senza ammazzare nessuno soprattutto....

maredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerdamaredimerda....

per chi non avesse capito.

Adesso luridi ubriaconi vado a letto. Non provate a svegliarmi, perché potrei diventare violento e ho mangiato pesante. Strano, il cadavere di Paloma non si vede e io non l'ho usato per pescare.... poi oggi ho cagato dei denti....mah, meglio dormire....

da lontano si sente Eddy che piange per i suoi sogni infranti (erano i sogni?), lamentandosi che gli manca Paloma. La Marsigliese si diffonde lentamente lungo la stiva, portando solo sonno e sogni.... maledetto quel Poseidone, che il suo tridente gli marcisca in un occhio, ho voglia di quel buco con della roba intorno chiamato donna, una vera, non il surrogato che usa Bomb, i cannoni non mi sono mai piaciuti come buchi....

maredimerda

venerdì 21 gennaio 2011

POVPOVPOVPOV


merda, anche arrampicarmi...quel coglione di bardo dalle palle flosce poteva anche aprirmi una porta,no? Se lo pesco giuro che lo uso come esca....

e poi? Cosa mi capita? Un omosessuale francese! Passi per le sue devianze, ma è FRANCESE!

Per fortuna che c'è Boris, almeno lui sembra normale... il capitano mi ha “preso in prestito” Leandro, che sembra il più furbo... peste anche a lui!

E quella scoreggia di Bomb? Mica è venuto ad aiutarmi... io gli porto i cannoni, i SUOI cannoni e lui in cambio è sulla nave a spassarsela con Chiappe d'Oro, che non gli ha mai negato niente da un lato, non so se mi spiego...

maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda....c'è solo acqua?

Mi sveglio con il culo in fiamme, faccio fatica a camminare e c'è Pep, il gorilla glabro, che mi sorride. UN CALCIO NELLE PALLE, LURIDO BASTARDO PUSTOLOSO!

Anche Eddy ride, ma il capitano gli spara e allora rido io...

non so che cazzo succede, ma di colpo siamo senza equipaggio e io pesco tonni con dei cadaveri...che gusti di merda questi pesci...

maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda.... quasi quasi divento razzista come Eddy, porco quel maiale di Poseidone, quanto odio quel francese, dovrei chiamarlo FROCESE....

TEEEEEEEEEEEERRRRRRRRRRA..... addio maredimerda!!!

tipico... arriviamo a terra e non c'è nessuno... dovrei farmi vedere da un medico, perché il “grande me” non sta bene, mi prude... forse dovei andare in un bordello che passa tutto... ma non c'è nessuno, idioti omuncoli senza midollo. DA APPENDERLI PER LE PALLE E USARLI COME BANDIERE!

Intanto sento un grido lontano... sembra quasi uno stupro....

comunque abbiamo vinto una locanda, ammazzato il frocese e un suo amico deviato che se la spassa con i cadaveri. Io gli taglio in due il divertimento, ma poi lui muore, che peccato....

e intanto quel tumore di Heddy non c'è...

e BOMB SPARA, QUEL PEZZO DI IDIOTA! E scopati Chiappe d'Oro per il demonio!

Del villaggio non c'è traccia di villico... in una casa troviamo il bardo con il culo in fiamme che lamenta uno stupro nei suoi confronti, ma secondo me si inventa tutto... ho visto che aveva un sorriso compiaciuto sulle labbra.... a calci nel culo lo porto sulla barca!

E si inventa anche la nebbia! Tutto questo per un po' di attenzione, ma ha già ricevuto tutte le attenzioni che voleva.

TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEERRRRRRRRRRRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! Finalmente una città!

Arruoliamo la ciurma con: 5 musi gialli, di cui uno mezzo ebreo, ha anche le dita a riccioli, quel beone, ma si spaccia come profeta del dio Capitano Flynn e ovviamente a lui va bene... un indiano muto con il compito di vedetta, da ora in poi chiamato Poesia, il suo amico Cantor, cantastorie... un altro Frocese, di nome Giul, 5 svedesi che fanno a gara per chi ce l'ha più lungo, purtroppo io devo fare da interprete, che sennò resterebbero con le braghe calate. 2 Nigga, di cui uno si chiama Paloma e dice che ha 25 cm di simpatia... lo lasceremo a Eddy che tanto gli piace... e un Bangla, di cui mi rifiuto di imparare il nome, tanto muore.

Stiamo per salpare senza Eddy, ma lui purtroppo riesce a salire con un medico tedesco, obeso, biondo e negro. Muore. (il medico non Eddy)...

nella notte altre grida e il mormorio soddisfatto di Paloma, il robusto marinaio negro con 25 cm di simpatia...

AHAHAHAHAHAHAHAHAHA!!! Si vede che a Eddy piacciono le salsicce... non ho problemi, il culo non mi fa male e per maggior sicurezza (non mi fido del FROCESE) dormo accanto a BOMB, che abbraccia il cannone. Puzzo come lui, ma non mi dispiace, un vero uomo deve puzzare....

intanto a poppa 4 cadaveri fanno da esca per i pesci e io sogno che domani oltre a loro si aggiungerà la carne del frocese e del bangla....

maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda, maredimerda....

martedì 4 gennaio 2011

Salve ciurma.

Puzzate piu` di me?! Per il pelo della sirena di Barcola, che succede?!?! Ah, si`, la signora ha chiesto una pulizia annuale e, per il cazzo volante del gabbiano, l'ho fatto!

Buone novita` a tutti... qualunque esse siano, ma spero piene di tanti culi e tette... soprattutto tette. Mmh, belle sode o morbide, abbondanti o contenute... mmh ...

Mh?! Ah si`, diavolo arrapato d'un malsano marinaio, mi stavo distrendo. Agli ordini capitano!

[Brody sparisce per un tempo lunghissimo, qualcosa come 12 minuti e mezzo, quindi un'eternita` se si tratta di far esplodere qualcosa. In lontananza, verso l'orizzonte laddove e` gia` sorto da ore il sole, un nuovo bagliore sale dalla linea azzurra del mare. Raggi via via piu` arrossati si riflettono sui cirri ed inondano il mare di un'inquietante luminosita` che presto si tramuta in penombra. In lontananza, il bagliore di poco prima lascia spazio ad un'immensa nuvola che cresce e prende le fattezze di un fungo. Qualche minuto dopo, si sente una scialuppa cozzare sul fianco della nave: un Brody completamente torna sul ponte, gioioso e ridanciano. Fa per andarsene sotto coperta, si blocca e...]

Ah si`, capitano, vi chiedo scusa per il vento. Forse sarebbe meglio chiudere i velaggi.


Signor Bomb, quando lo meriti lo meriti: hai vinto una botte di rum! Voi altri, ammainate i velaggi e FUORI I REMI, solo perchè è festa non vuol dire che la rotta la decide Bomb! Bomb, tracannerai rum remando, così impari a cambiarmi la rotta senza permesso! E si mette al timone con un sorrisetto furbo..