Spostati Nano di Merda!

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lunedì 18 ottobre 2010

Sessione #4

IMPRESSIONI CALNJ

Il vento è solito trasportare notizie, messaggi, profumi e fraganze. L'aria immota, putrescente, nauseabonda invece non è mai stata consigliera di alcunché: niente altro se non l'olezzo mortifiro dei cadaveri in cui è immersa.
"Ritornerò". Una minaccia più che una realtà: come? Con chi? Ce ne sono altri? Dove?
Tutte queste domande turbinavano nella mente di Caliyama, quando, tornato assieme ad i suoi compagni di viaggio al villaggio, si confrontò col suo maestro, un druido come lui, ma dall'età indefinibile e dalla saggezza più calma e profonda che avesse mai conosciuto. Gli raccontò ogni cosa e soprattutto un evento strano, che forse più di tutti concretizzava la minaccia del malvagio: Aaron, per un brevissimo istante quando la sua vita ondeggiava sull'orlo della morte e lo spirito di Sismas aleggiava ancora nella stanza sconsacrata, spalancò gli occhi ed un bagliore verde si inabissò nel nero intenso delle sue pupille. Un che di insano, malefico, inquietante. Il vecchissimo Vysolian blandì il givane druido ma gli affidò la sua nuova missione: prendersi cura del giovane, accompagnarlo per insegnarli a tenere a bada quello spirito che d'ora in poi sarà parte di tutta la sua vita.

Era una creatura esageratamente grande, dal pelo non uniforme e sbiadito. Il manto era imbrattato di una sostanza nerastra, forse un sangue corrotto ormai rappreso, fuoriuscito da ferite infertegli dai suoi aguzzini. Certo è che non si comprendeva come un gruppo di insulsi rettili bipedi potesse comandare una bestia di quelle dimensioni. Fortuna che anche la combriccola fosse accompagnata da un altro esemplare fuori taglia, un lupo grosso almeno quanto un cavallo, dal pelo ispido al punto d'esser tagliente, occhi rossi delle dimensioni di un uovo, zanne spesse come dita di uomo. La lotta fu furibonda.
I due animali erano avvinghiati l'uno all'altro, denti e unghie che laceravano pelle e sgretolavano pareti, ringhi e acuti latrati riempivano il resto della bassa e stretta caverna, dove i coboldi davano battaglia agli altri avventurieri. Tutti, tranne uno: il grosso randello impattava violentemente sulle costole dell'orso, stretto con forza feroce da entrambe le mani, scaraventato contro la creatura che esigeva il prematuro tributo di vita al suo amico e fratello. Cal riuscì a disarticolare la spalla dell'orso nello stesso istante in cui un accecante raggio dal dito del mago infiammò il dorso intero della bestia. Questo per l'eccesso di dolore s'inarcò qual tanto che bastò ad Uyon per strappare una porzione di collo ed allontanare l'orso con un colpo di reni. La bestia ondeggiò e franò sulla parete della caverna, travolgendo il druido.
Uyon stava molto male: l'immediata carica del'orso in quel luogo così angusto l'aveva sorpreso. Ora, ritirato, sedeva sulle zampe posteriori, la testa bassa, il respiro affannoso. Eppure gli occhi erano d'un rosso brillante e fissava il nemico abbattuto mentre Caliyama, goffamente sfilato da sotto la carcassa irsuta, suturava le ferite più gravi con la "magia naturale" imparata. Poi il grosso lupo calò lo sguardo addosso al mago avventuriero. Non occorsero parole, il concetto era chiaro: il fuoco brucia, anche lui!



PDV CHAR

Ma che bello!!! Grandissimi avvenimenti hanno sconvolto la mia giovane esistenza!!!
Stavo vagando in direzione Sud con Ereborn quando mi sono imbattuto in due popolani in una locanda di transito: si chiamavano Ulmo e Khamul, provenivano dalle campagne circostanti e come me avevano una grande sete.
Stavamo allegramente chiacchierando del più e del meno quando è entrato nella locanda L'UOMO DI LATTA!!! Un sacerdote di Pelor, anche lui attratto dalla Sorte verso Sud.
Dopo una sana bevuta offerta da me (che spilorcio!!!) ci dirigiamo entrambi verso Ballem, dove strani avvenimenti stanno accadendo, o almeno così dice Khamul, che reputa strano anche un cane a tre zampe.
Lungo il cammino incontriamo uno gnomo che sta volando velocissimo verso un castello in rovina e nonostante le nostre richieste di informazioni l'unica cosa che è riuscito a dirci è stata “Seguitemi! Al castello Bianco!!! E' giunta la tua ora Sismass!!!”
Ovviamente lo abbiamo seguito, come farebbe chiunque non dotato di senno.
Ci ha condotto attraverso il castello e dentro delle segrete. Tra l'altro al mio improvvisato compagno la corsa non è piaciuta, in quanto indossa un'armatura abbastanza pesante ed è arrivato alle rovine abbastanza accaldato. Sbuffava come un mantice, il poveretto! Capisco girare protetti, ma questo mi sembra leggermente eccessivo!!
Comunque. Entriamo nelle rovine, sangue ovunque, pezzi d'ossa e di creature strane sparse per tutto il corridoio, mi pare di riconoscere dei brandelli di carne umana... fa abbastanza schifo.
Sentiamo delle voci in fondo al corridoio. Io e Torvald ci avviciniamo a una porta di pietra, quando improvvisamente lo gnomo fa saltare in aria la porta e minaccia un po' chiunque, gridando cose insensate su Sismass (ma chi è????) e sulla fine del mondo. Dentro la scena è abbastanza cupa: sangue ovunque, due corpi straziati sommersi da delle ossa sproporzionate ed enormi, una ragazza incappucciata che esce da un anfratto del muro, un uomo vestito di cuoio che si inginocchia e un altro uomo che sembra essere un albero, con i capelli che somigliano a foglie che vorticano nell'aria con vicino un lupo che potrebbe staccarmi il braccio soltanto guardandomi.
Su un semplice altare di pietra, è posata una ragazza vestita di bianco, apparentemente morta.
L'unica luce presente è quella della mia torcia che splende.
Inizio a fare domande un po' a chiunque su che è Sismass, cos'è successo qui, su chi sono questi strani figuri e tanto altro. Da dietro l'uomo-albero (che tra l'altro si chiama Cal) esce un vecchio vestito di bianco che si fionda tra le braccia di Torvald Ringraziando gli dei.
Mentre usciamo di la, lo gnomo mormora un incantesimo e fa crollare la volta del tunnel, chiudendo per sempre l'entrata per quelle segrete piene di morte e disperazione.
Con il mio solito spirito inizio a domandare, domandare, domandare e domandare, fino a che tutto si fa buio.
Mi sveglio in braccio all'uomo vestito di cuoio (Aaron?) che mi deposita avvilito a terra. E' abbastanza scontroso e poco portato al riso. Gli avranno fatto un grave torto in gioventù se si comporta così, ma dovrebbe essere un po' più allegro il ragazzotto!
Andiamo finalmente a Bellem, dove scopriamo che il sindaco è morto (la ragazza, che si chiama Ays, mi ha detto che era malato) e che la città ora è governata dal mago. Nel palazzo del sindaco incontriamo lui e un altra figura, molto èpiù carismatica e selvaggia. Cal si ritira subito a parlare con lui e non lo vediamo più.
Aaron ha portato con se il corpo della giovane, che riconosco come la figlia del conte William, padrone della contea più a Nord. Ci hanno affidato il compito di portare il corpo della giovane in un monastero li vicino, dove dovremmo leggere una pergamena di Resurrezione per far ritornare l'anima della bella ragazza nel mondo dei vivi.
Ho litigato con un carrettiere per il prezzo di un mulo (40 pezzi d'oro!!!) e in cambio ho dovuto pagare una tassa alla guardia!!! Che posto strano, non vedo l'ora di andarmene.
Arrivati al monastero scopriamo che la mappa fornitaci dal mago è inesatta. Ci sono tombe ovunque e il posto sembra disabitato da almeno 100 anni.
Nella chiesa dove dovrebbe avvenire il rituale, sentiamo dei rumori come di chiavistelli chiusi di colpo. Scopriamo dietro l'altare una porta segreta verso i sotterranei che viene sbarrata dall'interno. Improvvisamente il lupo di Cal e Ereborn sono molto agitati, non stanno più in se e soprattutto il lupo sembra indicare tre direzioni dove dovrebbe esserci qualcosa che non va.
Decidiamo di dividerci e resto solo con Aaron. Mi inquieta; in dieci minuti che siamo stati soli noi due non è stato capace di aprire bocca!!! E' stato bruttissimo...
Ays ci chiama: Coboldi!
Aaron non sta più nella pelle: prende la spada e si muove verso un vecchio edificio abbandonato, dove Cal ci sta aspettando.
Scendiamo in un sotterraneo: la strada si allarga gradualmente, fino ad aprirsi in una sala rudemente abbozzata. Dentro la sala ci aspettano 4 Coboldi con un orso molto arrabbiato che ci attaccano immediatamente. Il combattimento è lungo e estenuante: lancio incantesimi, colpisco, rido, rido e colpisco. Dopo un po' la mischia si calma e vediamo che il lupo è ferito di brutto. Io stesso sto abbastanza male, l'orso nel caricare il lupo mi ha travolto e mi ha scaraventato contro la parete. Decidiamo di ripiegare: ci chiudiamo nella chiesa, raggiungendo Torvald che era rimasto di guardia al corpo della contessina. Leggo il mio amato libro e mi corico... in che avventura mi sono cacciato, spero che ne valga la pena!

2 commenti:

  1. Eccezionale!
    Poche volte ho letto un "diario" cosi` ben fatto: chiaro, corretto, preciso e scorrevole.
    Complimenti Franz!!

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